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CALUNNIA AGGRAVATA – Aveva denunciato una docente dell’”Anna Rita Sidoti” di Gioiosa Marea . E’ stata condannata

Gravissime le accuse, si parlava di presunti atti di pedofilia e pedopornografia. Condannata per calunnia aggravata una donna di Ucria che vive a Brolo

I fatti risalgono all’ottobre 2018
Con un atto, sotto falso nome, era stata stilata la denuncia contro una professoressa dell’istituto “Anna Rita Sidoti” di Gioiosa Marea. Nella denuncia le accuse spaziavano dalla pedofilia alle
pedopornografia.
Gli atti inviati alla Procura della Repubblica di Patti, all’Istituto Comprensivo e ad altri Uffici, erano stati spediti dall’Ufficio postale di Brolo, all’indirizzo della Procura della Repubblica di Patti. Una denuncia con firma (falsa) tirava in ballo una inconsapevole mamma di uno studente, totalmente estranea ai fatti ed utilizzavano anche foto – ad arte – estrapolate dal profilo social della docente.
Nell’esposto non si faceva nessuno sconto all’insegnante, stimatissima e apprezzata docente di Gliaca di Piraino, che ne chiacchiericcio venuto fuori dalla notizia della denuncia subiva un’autentica gogna sociale ed umana.
Il Commissariato di Patti, su delega della Procura, a seguito delle indagini espletate scopriva il disegno criminoso di chi aveva architettato tutta la denuncia.
Così l’autrice veniva smascherata sia dalle telecamere del circuito di sorveglianza dell’Ufficio Postale di Brolo che da altri riscontri oggettivi.
Infatti era stata riconosciuta anche da alcuni testimoni che l’avevano identificata come la persona che aveva spedito i plichi contenenti la calunniosa denuncia.
Dopo le indagini il processo
Questo si è svolto al Tribunale di Patti e condotto dal Giudice M.L. Gullino. L’autrice della denuncia è stata riconosciuta colpevole e condannata per calunnia aggravata, alla pena di anni 1 e mesi sei di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale di € 8.000,00 a favore della parte offesa costituitasi parte civile, nonché ai maggiori danni, morali e materiali, da liquidarsi in sede civile.
La vicenda ha anche dato una lettura e motivato i fatti che rientrerebbero in un complesso e aggrovigliato intreccio sentimentale e familiare, anche trasversale : dipanare questa matassa ha aiutato agli inquirenti a far crollare il catello di accuse infamanti nei confronti dell’insegnante che costituita parte civile è stata difesa dall’Avv. Domenico Magistro (nella foto in alto)

Redazione Scomunicando.it

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