Blandina: «Un modello concreto di economia e solidarietà circolare»
«Il Goal 12 dell’Agenda 2030 mira a raggiungere modelli di consumo e produzione responsabili, un obiettivo irrinunciabile per la sopravvivenza del pianeta». Così Ivo Blandina, presidente della Camera di commercio, nell’intervenire alla conferenza stampa del progetto “Benefit 2.0” svoltasi questa mattina al Palazzo camerale, alla quale ha preso parte anche la segretaria generale dell’Ente camerale, Paola Sabella.
«L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che fa bene sia al pianeta che all’economia – prosegue Blandina – puntando a generare ulteriore valore recuperando oggetti scartati, riducendo lo spreco e restituendo nuova vita a materiale utilizzabile. In quest’ottica, “Benefit 2.0” rappresenta certamente un concreto modello di economia e di solidarietà circolare».
“Benefit” è uno store di abbigliamento gratuito che rappresenta un aiuto per famiglie in difficoltà e un modello concreto e rapido per contrastare l’emergenza climatica e ambientale. «Conosco da tempo la realtà di Benefit – afferma l’assessore comunale ai servizi sociali, Alessandra Calafiore – il cui grande merito, tra i tanti, è quello di aver saputo educare le persone al dono. Perché è facile donare, ma bisogna anche saperlo fare, imparando a donare ciò che è utile e non ciò che non ci serve più. Un messaggio che Cristina e i tanti volontari dell’associazione hanno sempre portato avanti, animati dal profondo desiderio di fare del bene. L’evoluzione del progetto che oggi si presenta è estremamente lodevole e funzionale perché persegue una doppia azione positiva, finalizzata alle persone e all’ambiente».
Il progetto, avviato nel 2017 dall’associazione messinese “Invisibili Onlus”, è stato considerato dal ministero della Transizione ecologica un modello virtuoso da diffondere e replicare. «Benefit nasce per le famiglie messinesi – dichiara Cristina Puglisi Rossitto, presidente dell’associazione “Invisibili Onlus” – e tale rimarrà la sua destinazione. Aiuto e sostegno restano, quindi, i punti chiave del progetto. Ma, andando avanti nel nostro percorso, è stato necessario e fondamentale prendere in considerazione anche altri aspetti, non di minore importanza, che riguardano il nostro pianeta. “Benefit 2.0” nasce per affiancare alla socialità di “Benefit” l’ecosostenibilità del nuovo format, 2.0. Il sistema dell’economia circolare è una delle soluzioni al problema inquinamento causato dal settore tessile. L’impatto della moda sull’ambiente è ormai un fatto noto: il 10% delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera sono legate al mondo della moda; emissioni destinate ad aumentare oltre il 50% entro il 2030».
«Il recente conflitto in Ucraina ci impone una riflessione più severa sui bisogni di paesi meno fortunati – aggiunge Alessandro Lupini, responsabile della società Eco Recycling – nei quali il nostro superfluo, portandolo a nuova vita, diventa bene primario e necessario. In questo contesto, la nostra azienda si inserisce come supporto e aiuto per realizzare tutto questo. Abbiamo dotato i nostri partner di una struttura e un’organizzazione atta a poter raccogliere quanto più possibile per diminuire sensibilmente la parte del tessile che finisce nell’ indifferenziato e, quindi, in discarica o negli inceneritori. Il mio auspicio è che questo progetto possa essere l’inizio di un percorso culturale profondo, che consegni alle generazioni future non solo un pianeta più green, ma un approccio più responsabile e solidale verso il nostro prossimo».
A partecipare alla conferenza stampa anche Evans Odiero di “Benefit Kenya” e Mariagrazia Interdonato, consigliere del CdA di Messina Servizi Bene Comune.