Riceviamo e pubblichiamo:
Fra le tante “emergenze Messina” che affliggono la nostra Città in questa fase certamente convulsa, ce n’è una, attualissima, che rischia di passare in secondo piano (figlia di un Dio minore anche per via del silenzio di qualcuno che, probabilmente, ha interesse a che il problema venga taciuto) ma che, a ben guardare, é grave al pari delle altre emergenze, sia sotto il profilo sociale che sotto quello igienico-sanitario. Ci riferiamo al trattamento che allo stato attuale il Comune di Messina, competente per legge in materia, assieme all’A.S.P., riserva ai nostri amici cani.
È inconcepibile, infatti, che in un Comune di 250.000 abitanti, nella tredicesima città d’Italia, non esista una struttura che si possa degnamente qualificare come un “canile comunale”, ed attorno ad esso tutta quella serie di servizi (come quello di accalappiacani) essenziali per una ordinata gestione del settore.
Ebbene sì, a Messina non esiste un canile comunale, surrogato solo ed esclusivamente dalla infinita forza di alcune associazioni di volontariato che dell’assistenza ai randagi hanno fatto un vero e proprio mestiere, ma senza alcuna retribuzione e con enorme dispendio di risorse personali.
Il “Millemusi” a Castanea, da un lato, e il ricovero allestito presso l’ex Facoltà di Medicina Veterinaria a Maregrosso, dall’altro, sopperiscono alle descritte carenze.
Nel secondo caso, quello della ex Facoltà di Veterinaria, accade addirittura che le Istituzioni locali si avvalgono di queste strutture nonostante la piena consapevolezza di una situazione ben al di fuori dei requisiti minimi di legalità.
Fu sotto l’amministrazione Genovese, infatti, che la Giunta comunale consegnò alle associazioni le chiavi della struttura di Maregrosso, così liberandosi di una bella patata bollente.
Oggi l’A.S.P. fa il bello e il cattivo tempo, mette a disposizione i propri servizi di vaccinazione e sterilizzazione, ma allo stesso tempo non esita un momento, tramite i propri ispettori, ad elevare salate contravvenzioni per “esercizio abusivo di cure cinofile”!
Da pochi giorni, il Comune sembra aver aperto gli occhi sull’argomento, ma lo ha fatto nel modo più sbagliato, senza minimamente consultare le associazioni e intimando in buona sostanza alle stesse lo sfratto di quei cani (almeno ottanta) che con tanta fatica erano stati accolti, curati, nutriti e soprattutto sottratti al randagismo, fenomeno certamente da non sottovalutare.
Animali che oggi rischiano di riversarsi nuovamente per le strade, aprendo la strada ad una nuova e terribile emergenza sociale.
Sul punto è chiara la nota del Comune di Messina – datata 13 novembre – che chiede all’ASP di verificare comunicare il numero dei cani che possono essere reimessi sul territorio (!!!).
Siamo andati a manifestare solidarietà ai volontari delle associazioni che gestiscono il canile ex Veterinaria (v. foto allegate!), ed abbiamo riscontrato una realtà a dir poco sconvolgente: condizioni igieniche ai minimi termini; decine di cani delle più disparate razze e taglie raggruppati in cortili suddivisi alla meno peggio, che comunque godono di buona salute grazie all’assistenza delle volontarie; stanze via via adattate alle esigenze degli animali dove a tutt’oggi giacciono ammassate decine di tesi di laurea, attrezzature informatiche di vario genere, libri di testo e quant’altro, il che denuda l’ulteriore responsabilità dell’Università degli Studi!
L’Associazione universitaria “Atreju – La Compagnia degli Studenti” e l’associazione ambientalista “Fare Verde Onlus – Messina” si schierano al fianco di questi volontari e dei nostri amici cani, preannunciando eclatanti iniziative di protesta e chiedendo sin d’ora un incontro al Commissario straordinario affinché assuma sul tema provvedimenti di vera equità sociale, che sappiano cioè conciliare il dovuto rigore per una situazione ormai insostenibile e la salvaguardia di un diritto costituzionalmente tutelato quale è quello alla salute ed all’incolumità dei cittadini, oltre che del rispetto della dignità di quelli che continuano ad essere i migliori amici dell’uomo.
Andrea Santalco e Daniele Travisano (Presidente e Coordinatore dell’Ass. “Atreju”)
Antonio Macauda, Valeria Centorrino e Bianca Genitori (Responsabili di “Fare Verde – Messina)
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