CANTINE APERTE E TURISMO DEL VINO – Nuove tendenze e previsioni per il 2025
Attualita, Fotonotizie, In evidenza, News

CANTINE APERTE E TURISMO DEL VINO – Nuove tendenze e previsioni per il 2025

Turismo enogastronomico, nuove tendenze

Il turismo legato al vino continua a evolversi, arricchendosi di nuove formule, pubblici sempre più trasversali e un crescente interesse da parte di territori che un tempo restavano ai margini dei grandi flussi. Manifestazioni come “Cantine Aperte”, nate per avvicinare il grande pubblico al mondo della produzione vitivinicola, si sono trasformate in veri e propri laboratori di sperimentazione del turismo enogastronomico.

L’idea alla base delle cantine aperte – accogliere visitatori direttamente nei luoghi di produzione – ha rivoluzionato il rapporto tra produttore e consumatore. Non si tratta solo di offrire una degustazione o di guidare una visita tra le botti, ma di costruire un’esperienza capace di connettere il vino alla cultura, al paesaggio, al tempo libero. Il visitatore che arriva in cantina oggi cerca emozione, contatto umano, racconto. Vuole comprendere il territorio attraverso i suoi profumi, la sua cucina, le persone che lo vivono quotidianamente.

Negli ultimi anni, questo format si è adattato alle nuove abitudini di viaggio. L’esperienza enoturistica (a tal proposito, segnaliamo gli aggiornamenti di Wine Meridian sull’enoturismo) non è più legata solo ai fine settimana primaverili o alle feste tradizionali: sempre più cantine aprono le porte tutto l’anno, in modo strutturato e professionale. Alcune hanno trasformato i propri spazi in luoghi di ospitalità diffusa, con camere, piccoli ristoranti o aree relax. Altre puntano su eventi tematici: aperitivi in vigna, concerti tra le barriques, vendemmie didattiche, percorsi tra vino e arte.

Il pubblico si è ampliato. Accanto agli enoturisti esperti, oggi si trovano famiglie, giovani coppie, turisti stranieri, gruppi organizzati, viaggiatori di passaggio. L’accessibilità è diventata un valore chiave: cantine che offrono servizi chiari, prenotazioni online, pacchetti esperienziali ben strutturati risultano più attrattive. Anche la multilingua, la segnaletica e l’integrazione con i circuiti locali del turismo sono elementi che incidono sull’efficacia dell’accoglienza.

Un aspetto interessante è il ruolo crescente delle collaborazioni tra aziende vitivinicole e operatori del turismo territoriale. Tour in e-bike tra i vigneti, pranzi in osteria con vini in abbinamento, visite guidate nei borghi storici con tappa finale in cantina: si moltiplicano le formule che mettono in rete esperienze diverse, unite dalla volontà di valorizzare la qualità diffusa del territorio. Il vino diventa così parte di un racconto più ampio, che include cultura, paesaggio, tradizione e innovazione.

Dal punto di vista economico, le previsioni per il 2025 indicano un’ulteriore crescita del comparto. L’interesse per le esperienze enogastronomiche autentiche è in costante aumento, e il turismo del vino risponde perfettamente a questa esigenza. In un momento in cui molti viaggiatori cercano esperienze meno affollate, più a contatto con la natura e con ritmi più umani, la cantina si propone come una delle mete ideali. A patto, però, che sappia rispondere con professionalità, contenuti e capacità organizzativa.

Tra le tendenze emergenti si segnala anche un’attenzione crescente alla sostenibilità. I visitatori apprezzano cantine che adottano pratiche green, utilizzano materiali riciclabili, producono in regime biologico o biodinamico. La trasparenza e la coerenza del messaggio sostenibile diventano parte integrante dell’esperienza. Anche la digitalizzazione gioca un ruolo importante: la possibilità di prenotare online, ricevere informazioni via mail o QR code, seguire l’azienda sui social rafforza il rapporto e stimola la fidelizzazione.

Cresce inoltre la domanda di esperienze personalizzate. Degustazioni su misura, percorsi esclusivi, visite guidate con il produttore, verticali di annate particolari: chi viaggia per il vino oggi cerca qualcosa che lo faccia sentire unico. Le cantine che riescono a offrire esperienze personalizzate, ben curate e coerenti con la propria identità, ottengono un ritorno in termini di immagine e passaparola molto superiore alla media.

A livello territoriale, le zone già consolidate – come Langhe, Chianti, Valpolicella, Franciacorta – stanno affinando l’offerta con eventi sempre più integrati e tematici. Ma il vero fermento si registra in quelle aree che, fino a poco tempo fa, erano fuori dai circuiti turistici. Marche, Abruzzo, Sicilia interna, parte della Campania e della Basilicata stanno investendo per attrarre nuovi flussi, anche grazie al contributo di giovani produttori che uniscono vocazione agricola e competenze manageriali.

In questo contesto, le manifestazioni come Cantine Aperte rappresentano un laboratorio di innovazione. Da semplice “giornata delle porte aperte”, l’iniziativa è diventata l’occasione per presentare nuovi progetti, raccogliere feedback, testare format e costruire relazioni. Le aziende che ne colgono il potenziale non si limitano a esporre il vino: mettono in scena una visione del territorio, una cultura dell’accoglienza, un modo diverso di vivere il viaggio.

Il 2025 potrebbe essere l’anno in cui l’enoturismo passerà da fenomeno di nicchia a parte strutturale dell’offerta turistica italiana. Perché il vino non è solo ciò che si beve: è una lente attraverso cui guardare i luoghi, le persone e il tempo. E le cantine, da semplici spazi produttivi, stanno diventando vere e proprie destinazioni, capaci di accogliere, raccontare e lasciare un segno.

14 Aprile 2025

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist