Autorità Portuale, CapitaleMessina rilancia la Proroga di scopo e propone lo spostamento della sede a Messina: si può fare. Documento a firma del portavoce Gianfranco Salmeri
CapitaleMessina torna ad intervenire sul tema della soppressione dell’Autorità Portuale di
Messina ed il relativo accorpamento dei nostri porti con quelli calabresi nella futura
Autorità di Sistema Portuale con sede a Gioia Tauro. E lo fa cogliendo l’occasione
della riunione del Consiglio comunale cittadino, che ha all’ordine del giorno proprio questo argomento.
“Noi continuiamo a ritenere penalizzante, per la nostra città, l’accorpamento con il porto di Gioia Tauro, sia perché esso è in crisi strutturale cronica e sopravvive grazie alle rimesse della Regione Calabria, sia perché non amiamo pensare che le questioni vitali per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina, i nostri porti, le nostre banchine, l’area della cittadella, la zona falcata, non verranno decise nella nostra città, bensì in Calabria.
Ma il ministro Delrio ha già comunicato alla Regione Sicilia il rifiuto della proroga per Messina, per cui, salvo ripensamenti “last minute”, dal 31 dicembre 2016 si procederà all’accorpamento con Gioia Tauro.
Ed allora cosa si può fare a questo punto? Quali iniziative si possono intraprendere per limitare il danno per il nostro territorio?
Riteniamo interessante, al riguardo, l’idea lanciata sulle pagine del quotidiano locale, quella della “Proroga di scopo”: non si richiede cioè una proroga “a prescindere” dell’autorità portuale, bensì finalizzata allo scopo di completare le procedure in itinere che rischierebbero di subire una battuta d’arresto in caso di accorpamento, e cioè il Piano regolatore dei porti di Messina e Milazzo, i progetti di riqualificazione della cittadella fieristica, il patto per la Falce (riguardo al quale riteniamo cruciale la continuità del ruolo di coordinamento della nostra Università) e la realizzazione della piastra logistica e del porto di Tremestieri.
A questa noi aggiungiamo la proposta che il Presidente della Regione chieda, previo accordo con il governatore calabrese, che la sede della futura Autorità di Sistema Portuale, esaurita la fase di deroga, non sia Gioia Tauro, bensì la città metropolitana di Messina, ai sensi del comma 3 dell’articolo 7 del Decreto Delrio, che consente una sede diversa da quella del porto “core” se viene richiesta dalla/e regioni di appartenenza; potendosi eventualmente immaginare in futuro un’alternanza con l’altra città metropolitana dell’area e cioè Reggio Calabria.
In pratica quello che sembra avverrà per l’autorità della Sicilia Orientale, che avrà sede, come abbiamo già scritto, per i primi 36 mesi a Catania, e non nel porto “core” di Augusta.
D’altra parte la Regione Calabria, considerato che avrà i maggiori benefici da questo accorpamento, sia dal punto di vista economico, che politico-gestionale (il futuro comitato di gestione dell’Autorità di sistema avrà 3 componenti su 5 di nomina calabrese), potrà essere politicamente convinta ad accettare la legittima richiesta di spostarne la sede a Messina.
Crediamo che si possa fare, con un impegno unitario della classe politica locale e lo sforzo di mediazione del Governo centrale.
Il combinato di queste due proposte potrebbe, infatti, costituire una perequazione, seppur parziale, dei danni derivanti dalla soppressione della nostra Autorità portuale.”
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