“Il comune non ha i soldi per le attività culturali estive e si appella ad imprese e cittadini, ponendo condizioni e discriminanti. Ma li si chieda piuttosto a Sindaco e Giunta che non hanno approvato i bilanci!”. La nota di CapitaleMessina
E quindi, il Comune di Messina non ha una lira, scusate un euro, da investire nelle attività culturali della prossima estate, e l’assessore Alagna (nomen omen) decide, con una conferenza stampa, di chiedere ad imprese e cittadini di contribuire economicamente alle spese da sostenere. Bene! Ci sembra una iniziativa corretta.
Ma cosa fa l’assessore alla Cultura, si appella all’amore per la città? Stimola l’orgoglio cittadino? Propone servizi o benefit in cambio delle sponsorizzazioni? Assolutamente no! Sta invece lì col ditino alzato a dire: “nel chiedere il supporto dei nostri concittadini ho voluto mettere al centro aspetti solidali, etici e di trasparenza”. Nel senso che i potenziali benefattori dovranno forse passare al vaglio di una commissione che ne valuterà le virtù etiche e morali? E non basta: Alagna dichiara di voler concedere ad “imprese, associazioni, istituzioni, l’opportunità di sostenere le manifestazioni estive, sia la Vara e i Giganti” ma solo se “gli sponsor potranno rispettare dei criteri etici ben definiti, non soltanto a tutela della nostra collettività, ma anche per premiare e valorizzare le numerose aziende del nostro territorio che operano in maniera virtuosa”.
Un pò come se un mendicante facesse la questua controllando, prima, se la mano del benefattore è ben lavata e chiedendo di verificare la sua dichiarazione dei redditi, e se tutto è a posto, gli concedesse infine l’onore di dargli l’elemosina!
Ci sembra grottesca questa visione dell’assessore che si attribuisce il ruolo di Autorità “morale” per giudicare i “degni” e gli “indegni” di contribuire economicamente.
E però anche noi potremmo decidere di stare col ditino alzato a dire, e qua l’argomento è più serio: ma li si chieda piuttosto a Sindaco e Giunta i denari, che se avessero approvato nei termini di legge il bilancio consuntivo del 2016, il Comune di Messina, disporrebbe oggi dei fondi statali della prima rata del fondo di solidarietà 2017, parliamo di decine di milioni di euro, e non dovrebbe chiedere ai cittadini di pagare le spese per la Vara ed i Giganti.
Visto soprattutto che già pagano profumatamente per servizi comunali scadenti, leggi raccolta rifiuti, e per stipendi di amministratori esordienti, leggi Alagna.
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