CAPITALE MESSINA – Oggi a Messina un meeting sulla Sanità siciliana. Il sistema è da rivoluzionare
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CAPITALE MESSINA – Oggi a Messina un meeting sulla Sanità siciliana. Il sistema è da rivoluzionare

“Oggi a Messina un meeting sulla Sanità siciliana. Il sistema è da rivoluzionare: non è accettabile che un siciliano viva 4 anni in meno ed abbia minori chances di guarigione dai tumori, rispetto ad un italiano del Nord”. Documento di CapitaleMessina a firma di Gianfranco Salmeri.

 

Oggi nel pomeriggio avrà luogo a Messina un interessante dibattito sulla Sanità siciliana. L’incontro che prevede, tra gli altri, la partecipazione del vicepresidente della Regione Armao, dell’assessore alla Sanità Razza ed agli Enti Pubblici Grasso, dei deputati messinesi componenti della Commissione Sanità all’ARS, ha per titolo “Per un sistema sanitario più sicuro ed efficiente”.
Il tema è di grande attualità ed interesse, perché che la Sicilia abbia bisogno di un sistema sanitario più sicuro ed efficiente è un fatto inoppugnabile, che non deriva solo da osservazioni soggettive o resoconti giornalistici, ma è confermato da due notizie altamente significative.
Primo, come ha dichiarato recentemente in una intervista televisiva il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, chi nasce in Sicilia, Calabria e Campania, ha una aspettativa di vita di 4 anni inferiore rispetto al Nord. Quindi un siciliano muore, in media, quattro anni prima di un veneto.
E le ragioni per cui abbiamo conquistato questo poco invidiabile primato, sono descritte nell’ultima edizione del Rapporto Osservasalute, realizzato dall’Osservatorio sulla Salute delle Regioni dell’università Cattolica di Roma: scarsa prevenzione; diagnosi più tardive; una minore disponibilità di farmaci innovativi; minore efficacia ed efficienza delle strutture sanitarie.
La seconda notizia, anche questa poco tranquillizzante, emerge dal ‘capitolo oncologia’ del XII Rapporto Meridiano Sanità di The European House-Ambrosetti.
Nel documento, presentato nello scorso dicembre, si legge che il tasso di sopravvivenza nei pazienti oncologici non è omogeneo sul territorio nazionale: perché “sia per gli uomini che per le donne, la sopravvivenza risulta massima nel Nord Est del Paese e minima al Sud”.
Tra le due aree “vi è un divario di 3 punti percentuali nelle donne e di 2,3 punti percentuali negli uomini”.
La sopravvivenza, come è evidente, è condizionata sia dai programmi di prevenzione, sia dalla disponibilità e l’accesso alle terapie più efficaci. Ebbene, “il Sud Italia presenta livelli inferiori di adesione a tutti i programmi di screening oncologico e minori tassi di sopravvivenza”.
Anche in questo caso, quindi, è un problema di organizzazione ed efficienza del sistema sanitario.
Ed allora, l’occasione ci sembra giusta per porre una domanda a coloro i quali avranno la responsabilità politica ed il il compito di organizzare la Sanità siciliana dei prossimi anni:
È accettabile, questa è la domanda, che un cittadino per il solo fatto di essere nato in Sicilia debba essere condannato a vivere in media 4 anni in meno, e se si di ammala di tumore, di avere minori chances di guarigione, rispetto agli italiani che vivono in Nord Italia?
Il sistema sanitario siciliano è da rinnovare profondamente, ed è quello che ci aspettiamo da questo Governo regionale

 

2 Febbraio 2018

Autore:

redazione


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