Nata in Gran Bretagna dalle pagine del Times e rilanciata in Italia da un gruppo di blogger ciclisti, l’iniziativa ha raccolto finora migliaia di adesioni sui social network ed è anche arrivata al Senato della Repubblica. Proprio qui è stato presentato un disegno di legge con otto proposte a firma del Senatore Ferrante (d.d.l. firmato anche da altri 62 senatori). Identica iniziativa è stata presa alla Camera dei Deputati, da Verdetti e Sarubbi.
“Salvaciclisti” prevede una serie di misure volte a salvaguardare l’incolumità dei fruitori delle due ruote come: il 2% del budget dell’Anas che dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione o la formazione di ciclisti e autisti sulla parte sicurezza che dovrà essere inserita come test di guida.
Ai Comuni che aderiscono all’iniziativa sono richiesti una serie di provvedimenti da adottare nel proprio territorio:
- contrastare il fenomeno del parcheggio selvaggio (sulle strisce pedonali, in doppia fila, in prossimità di curve ed incroci, sulle piste ciclabili);
- redigere annualmente un documento pubblico sullo stato della viabilità ciclabile indicando i risultati dell’anno appena trascorso e gli obiettivi futuri;
- realizzare, qualora mancante, un piano quadro sulla ciclabilità o bici plan;
- monitorare e ridisegnare i tratti più pericolosi della città per la viabilità ciclistica, di comune accordo con le associazione locali.
Capo d’Orlando è il primo Comune Siciliano ad aderire all’iniziativa promossa dal movimento “Salvaciclisti”. Insieme al Sindaco Enzo Sindoni nel resto dell’Italia a tutt’oggi vi sono: Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano), Matteo Renzi (S. di Firenze), Virginio Merla (S. di Bologna), Piero Fassino (S. di Torino), Gianni Alemanno (S. di Roma), Graziano Del Rio (S. di Reggio Emilia e Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia), Luigi De Magistris (S. di Napoli) ed Edoardo Guenzano (S. di Gallarate – Va).