Da questa mattina la piazza antistante e prossima alla stazione ferroviaria di Capo d’Orlando si sdoppia: l’ampia area di parcheggio ad est, che ricomprende il parcheggio del bike sharing ed ospita ogni lunedì il mercato degli agricoltori, continuerà a ricordare la battaglia navale del 4 luglio 1299, mentre la piazza abbellita ed alberata negli ultimi anni torna ad essere intitolata al Generale Garibaldi.
Il Sindaco di Capo d’Orlando ha al riguardo rilasciato la seguente dichiarazione:
“In anticipo sui tempi indicati dal commissario nominato dal Tar, in esecuzione di una sentenza emessa dal predetto Tribunale, che doverosamente rispetto, ho disposto la ricollocazione nella piazza antistante la stazione di Capo d’Orlando della targa che la intitola a Giuseppe Garibaldi, comandante dei mille e di Nino Bixio.
Il Tar ha rilevato un errore formale (la mancata richiesta di parere al Ministero della Pubblica Istruzione) nell’iter da me seguito quando cambiai il nome in piazza 4 luglio1299, e di questo mi assumo la responsabilità sebbene pendano altri giudizi e neanche la sentenza che eseguo sia definitiva.
Il mio intento (raggiunto) era quello di aprire un dibattito su una pagina di storia che mortifica l’onore della Sicilia e la memoria dei Siciliani che a Bronte, Mirto, Alcara e Milazzo furono massacrati da Bixio e dal suo seguito.
Nessun intento di contestare i valori dell’unità nazionale (sebbene conseguita ad esclusivo costo dell’allora floridissimo sud), nessun sentimento filo-borbonico.
Rispetto, nell’assoluta diversità di opinione e di valori, chi ha contestato la mia azione per diverso giudizio o convincimento, prima tra tutti una diretta discendente di Garibaldi, la signora Anita, che ringrazio per lo stile tenuto in questi anni e per l’apprezzamento più volte espresso su Capo d’Orlando.
Non altrettanto posso invece dire per i crociati anti-sindoniani, vittime di un preconcetto che toglie loro non solo la lucidità di giudizio,ma anche la dignità necessaria per essere da me considerati interlocutori.
Continuo a ritenere se non ingiusto, quantomeno poco opportuno, celebrare con l’intitolazione di strade e piazze in Sicilia, il mandante di Bixio e dei suoi uomini che nella nostra Terra hanno massacrato i nonni dei nostri nonni, vicenda che da oggi viene ricordata nella toponomastica della via Nino Bixio di Capo d’Orlando.
Avrei ritenuto più giusto che almeno una parte delle attenzioni riservate alla mia iniziativa, fosse stata dedicata a difendere l’intitolazione della biblioteca di Ponteranica (Bg) a Peppino Impastato, martire Siciliano, cancellata con sentimento xenofobo a causa delle radici meridionali dello stesso.
Ma questa è un’altra storia, o forse è un’altra faccia della stessa: la storia di un servilismo culturale che non mi appartiene.”
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