“La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia” di Antonio Mazzeo
Antonio Mazzeo, giornalista e saggista messinese, attivista impegnato da sempre su temi politici e sociali
La Biblioteca comunale orlandina domenica pomeriggio ha ospitato l’incontro con l’autore, giornalista, saggista, attivista messinese da sempre impegnato sui temi della pace, del disarmo, dell’ambiente, dei diritti umani e della lotta alle criminalità mafiose.
Alla presentazione, al fianco di Antonio Mazzeo, la giornalista e scrittrice Nancy Calanna, il giornalista – attivista Corrado Speziale e il responsabile della biblioteca orlandina, Carlo Sapone.
Alla Biblioteca comunale di Capo d’Orlando è stato presentato l’ultimo libro – inchiesta di Antonio Mazzeo, giornalista e saggista messinese, attivista impegnato da sempre su temi politici e sociali. Il valore aggiunto, che riguarda Mazzeo in questo suo ultimo libro, “La scuola va alla Guerra – Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia”, appena pubblicato, edito da Manifestolibri, sta innanzitutto nell’aver raccolto le sue ricerche partendo dal suo ruolo di insegnante. Circostanza che gli ha consentito di “leggere” e “osservare” da vicino, con maggiore attenzione, due materie che da sempre lo impegnano: la pace e la scuola. E proprio l’essere, al tempo stesso, attento osservatore, docente e attivista, lo vede tra i fondatori dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università,che tra le prime adesioni annovera, tra gli altri, docenti come Angelo D’Orsi, Donatella Di Cesare, Tomaso Montanari e attivisti come Giovanni Ricchiuti, Carlo Rovelli e Alex Zanotelli.
Domenica pomeriggio, alla presentazione del libro a Capo d’Orlando, nella speciale cornice della sala della biblioteca, gremita per l’occasione, ad accompagnare al tavolo Antonio Mazzeo c‘erano i giornalisti Nancy Calanna e Corrado Speziale, intervenuti assieme al responsabile della biblioteca, Carlo Sapone.
Nella sua introduzione, Nancy Calanna ha concentrato il tema sulle problematiche della scuola, al tempo stesso vittima, ma anche concausa delle condizioni descritte dall’autore nel testo. “Oggi più di prima non è momento di voltarci dall’altra parte. Famiglie e scuole sono di fronte ad un cambiamento che cova già da tempo. Occorre creare una coscienza sociale pronta a ricostruire, ripartire, a pretendere la realizzazione del vero e profondo senso che la scuola deve possedere e dare, ossia educare alla conoscenza, alla pace, alla socialità, alla realizzazione piena di una società civile. Se questo non accade il futuro è in pericolo e noi siamo in preciso dovere di mobilitarci”. Il pensiero della giornalista-mamma agli insegnanti: “Sono stati derubati dal loro reale ruolo. Per questo chiedo loro, oggi più di prima, di avere una marcia in più. Come obiettivo devono avere a cuore i giovani, i quali, se crescono in una società priva di conoscenza, il loro ignorare prolifererà e la loro indole alla riflessione sarà sempre più scarna”. La promessa: “Anche come madre mi adopero per il bene della scuola”.
Carlo Sapone: “Antonio Mazzeo è autore di un lavoro minuzioso, particolareggiato, sull’entrata del pensiero ‘guerrafondaio’ all’interno della scuola, a dispetto dell’art. 11 della Costituzione. La scuola nel tempo è cambiata sotto due aspetti fondamentali, come i processi di privatizzazione e l’entrata dell’esercito. La parola chiave è egemonia, espressa in termini gramsciani dai concetti molto vasti, fondamentale per capire questo processo. Le guerre non si svolgono solamente con i carri armati, ma anche con il pensiero, con la cultura. Realtà un tempo minoritarie, adesso hanno conquistato una fortissima egemonia”. Le domande e le risposte di Sapone: “La scuola, per la crescita delle nuove generazioni, quali valori intende portare avanti? Vuole formare cittadini pronti alla guerra? Dobbiamo combattere assolutamente questa idea. Questo libro ci dà l’opportunità di comprendere la fase storica che stiamo vivendo e ci indica il modo per opporci a tutto ciò”.
Corrado Speziale: “Mazzeo traccia un quadro delle caserme nel nostro Paese, sia delle forze armate italiane, sia in ambito NATO che unicamente USA, nei loro rapporti con le scuole. Vengono analizzati, con molta cura dei particolari, gli aspetti sia educativi che formativi, dedicati ai progetti di alternanza scuola – lavoro, sia nelle caserme che nelle industrie belliche. Qui si leggono cose incredibili. Al di là di tutto, la relazione dei giovani con il mondo della formazione è stata ridotta ad un semplice, preoccupante e insidioso rapporto comando/obbedienza, privato di quello spirito dialettico fondamentale nel mondo del lavoro”. Le materie oggetto di formazione riportate nel testo, che secondo Speziale, in maniera impropria e pervasiva, le forze armate hanno trattato con gli studenti: “Solidarietà, salute, benessere. Educazione alla pace…! Sicurezza, legalità. Prevenzione dei suicidi. I militari americani di Sigonella hanno finanche dato lezioni di educazione alimentare….È inaccettabile – ha proseguito Speziale – che siano stati trattati anche temi come la tutela ambientale, con tutti i danni accertati alle riserve naturali e alla salute, dovuti anche all’utilizzo di uranio impoverito, con militari talvolta finiti anche sotto processo. La salute deve stare al di sopra del dubbio”. Cosa ispira questi progetti: “La cultura della difesa e della sicurezza, naturalmente proposta e interpretata in modo errato. C’è da separare la ragione dalla forza. Lo Stato sta dalla parte sbagliata”. Dopodiché, alcune considerazioni sugli aspetti simbolico – commemorativi della prima parte del testo. “I bambini alle commemorazioni militari sono utilizzati come strumenti di propaganda. Al di là dei principi e dei valori, l’ideologia contiene elementi irrazionali. Trasmettere a soggetti fragili l’ideologia bellica è un atto grave e pericoloso”.
Antonio Mazzeo, inizia col descrivere questo momento storico: “La scuola non poteva essere estranea a un processo dilagante, lo specchio di una situazione drammatica in cui soprattutto i media stanno giocando un ruolo di legittimazione della guerra in atto. Non si tratta di un caso o un’anomalia, bensì della patologia di un sistema”. La guerra nella scuola: “Nuove generazioni vengono educate a fare sacrifici, rinunciare a diritti fondamentali soggettivi, sanciti dalla Costituzione, a vantaggio di interessi prioritari del sistema Italia, da parte di gruppi economici finanziari transnazionali, per cui si fanno le missioni di guerra. Giustifichiamo che un miliardo e mezzo all’anno venga sottratto alle spese del welfare per andare a difendere interessi attraverso cui trasformiamo il nostro paese in una piattaforma di guerra. Il Paese ha bisogno di nuove generazioni che accettino di restare precarie a vita. Questo è il modello che oggi lo Stato offre ai giovani”. L’alternanza scuola – lavoro: “Non è soltanto un laboratorio d’obbedienza – sostiene ancora l’autore – ma anche un laboratorio in cui il lavoro non è dignitoso, come prevede la Costituzione. È lavoro non è retribuito, per abituare all’idea che si tratti di una concessione, non di un diritto. Questo significa abituare al precariato”. La riflessione: “Preoccupa che per i ragazzi questo modello di scuola autoritaria sia normale”. Sui contenuti del libro: “La diffusine dei progetti avviene in tutta Italia a prescindere dalla presenza di caserme militari, perché alla base c’è un progetto ideologico educativo. Trovo drammatico – prosegue Mazzeo – al giorno d’oggi ostentare concetti di patria-nazione sull’identità nazionale. Si portano dinanzi al tricolore scolaresche con presenza di ragazzi cui viene negato il sacrosanto diritto di cittadinanza”. La mancata tutela dei bambini: “I protocolli a difesa dei fanciulli ci dicono chiaramente che bisogna tenerli distanti dalle divise, dalla cultura ideologica militare. La cultura bellica non può avere spazio di cittadinanza all’interno di un’istituzione scolastica”.
Alla fine, l’incontro, andato ben oltre i tempi previsti, è stato arricchito di domande e interventi a sfondo sociale e politico del pubblico in sala, su cui Mazzeo ha replicato in maniera approfondita e circostanziata. L’autore, dopo questa tappa orlandina, inserita nelle presentazioni in corso in Sicilia, nei prossimi giorni presenterà il suo libro a Pisa, Carrara, Firenze e Pistoia, città “calde” sull’argomento, particolarmente sensibili ai contenuti del testo.