Lunedì pomeriggio, l’ex scalo ferroviario di Capo d’Orlando, trasformato ora in un centro polivalente culturale, ha accolto un incontro che ha superato le aspettative, diventando molto più di una semplice presentazione letteraria.
L’evento ha ruotato attorno al libro “Perché non ho detto no?” di Felice Oteri, un manuale pratico che invita a riflettere sul potere del “no” come strumento per affermare i propri limiti senza sentirsi in colpa.
La promotrice dell’iniziativa, Cettina Scaffidi, ex assessore comunale e Presidente del CIF della Camera di Commercio, ha creato un ambiente che ha unito cultura e condivisione, stimolando una profonda riflessione sulla crescita personale.
Durante l’incontro, Felice Oteri, consulente di direzione e formatore con trent’anni di esperienza, ha discusso con il pubblico l’importanza di saper dire “no” per proteggere il proprio benessere e rispettare la propria integrità. Ha sottolineato come, spesso, il rifiuto sia visto negativamente, portando con sé un senso di colpa, soprattutto quando ci si sente obbligati a dire “sì” per aiutare gli altri.
“Quando sappiamo che dire ‘no’ è la scelta giusta”, può fare emergere un conflitto tra il nostro desiderio di aiutare e la necessità di stabilire dei limiti,” ha spiegato l’autore, evidenziando come il rispetto per sé stessi possa essere considerato un valore etico tanto quanto l’altruismo.
Oteri ha esplorato le emozioni complesse legate al rifiuto, offrendo strategie per superare il senso di colpa e giustificare il “no” dal punto di vista etico e morale, specialmente quando le pressioni sociali o morali spingono ad acconsentire.
“Il ‘no’ può diventare una scelta d’amore,” ha affermato l’autore, “e rappresenta un punto di partenza sia per chi lo dice sia per chi lo riceve.”
Il dibattito ha coinvolto anche altre figure locali, come il Sindaco Franco Ingrillì, il Presidente della Pro Loco Salvatore Monastra, e Rita Troiani, dirigente scolastica, che hanno offerto nel suo lucido intervento spunti ispiratori a tanti, elaboratti dall’osservatorio privilegiato che rappresenta la scuola e l’insegnamento.
L’incontro ha visto la partecipazione del giornalista Massimo Scaffidi, di Loredana Portale, pedagogista, e dell’avvocato Emiliano Lazzara mentre Linda Fregapane, ha letto alcuni estratti del libro. Tutti hanno arricchito il dibattito con riflessioni personali.
Tra i momenti più apprezzati, vi sono stati i riferimenti culturali di Oteri, che ha citato poesie di Nazim Hikmet e spiegato l’etimologia aramaica della parola “Abracadabra,” traducibile come “Io creerò quel che dico.” L’autore ha anche fatto riferimento, tra film e canzoni anche a Jovanotti e Vecchioni, creando un’atmosfera piacevole e leggera che ha reso l’evento un’occasione di arricchimento culturale e personale.
Nelle sue considerazioni finali, Cettina Scaffidi ha invitato tutti a riflettere sulla possibilità di vivere con maggiore serenità e consapevolezza, sottolineando che ci sono sempre alternative per comprendere meglio sé stessi.
“Al di là delle parole dette e della lettura del libro,” ha dichiarato la Scaffidi, “voglio incoraggiare tutti a riconoscere l’importanza di stabilire i propri limiti per vivere una vita più piena e autentica.”
il libro
Il libro di Oteri si presenta come una guida pratica per coloro che faticano a dire “no,” ponendo domande dirette che invitano il lettore a esaminare i propri comportamenti: “Ti è mai capitato di dire sì quando avresti voluto dire no? Di mettere da parte i tuoi sogni per aiutare gli altri? Di non sentirti rispettato?”
Le risposte a queste domande possono aprire la strada a una maggiore consapevolezza e libertà personale.
L’evento ha lasciato un’impronta positiva nei partecipanti, dimostrando come il “no” possa essere una scelta potente e liberatoria, capace di migliorare il proprio rapporto con sé stessi e con gli altri.