Quando l’impegno per la realizzazione dei carri lascia spazio per una buona “rustuta” e diventa anche spunto di riflessioni
Alcuni scatti della visita, alla fine gustosa e spensierata, dei ragazzi di GliacAllegra al capannone di Mersa, dove i carristi di Brolo, è la loro sede, stanno lavorando per gli allestimenti dei carri.
“Anche questa è unione”, scrivono sulla pagina ufficiale dell’associazione del carnevale brolese, aggiungendo: “Grazie per la bella serata ai ragazzi di GliacAllegra”.
Un segnale di unione.
Foto che ricordano altro.
Quando con la Costa Saracena si tentò di dare spessore ad un carnevale comprensoriale, con le sfilate e gli eventi che punteggiavano tutto il periodo del carnevale tra i comuni rivieraschi e quelli collinari. Uno sforzo comune collegiale, perorato e condiviso dagli assessori e dai sindaci del tempo (rammentando così Campisi, Piazza, Leone, Messina, Natoli, Mancuso, Tumeo, Indaimo, Princiotta, Natoli, ed ancora gli amministratori del tempo di Naso e Capo d’Orlando e Sant’Angelo di Brolo e l’idea vincente della maschera d’argento voluta dalla compianta Melina Magistro).
Un lavoro d’intenti che puntava sulla valorizzazione del territorio, che portò alla promozione della settimana dei riti pasquali, dei calendari delle manifestazioni estive condivisi, ma soprattutto alla creazione di un’identità territoriale condivisa.
Oggi quell’eredità intellettuale, ma anche d’azione, deve essere la base per il rilancio comprensoriale anche attraverso le unioni dei comuni, le pro loco, i nuovi modi di far comunicazione, perchè da soli non si va da nessuna parte,
Ecco cosa viene fuori da una foto.
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