L’elevato prezzo dei carburanti non cessa di creare scompiglio tra le varie categorie lavorative della nostra regione.
Questa volta ad alzare la voce è toccato alla FEGICA (Federazione Gestori Carburanti e Affini) della CISL alzare la voce, in particolar modo dopo la protesta del Movimento dei Forconi che ha paralizzato l’intera Sicilia non meno di un mese fa.
Nella mattinata di martedi un gruppo di sostenitori della FEGICA ha manifestato davanti la prefettura di Messina, prima di essere ricevuti in dal Prefetto Alecci.
Le richieste formulate sono le stesse espresse che, nella metà del mese corrente, sono state esposte in un’audizione presso la 3’ commissione attività e produzione di Palazzo dei Normanni. In particolar modo i gestori aderenti alla manifestazione, espongono i punti che ritengono essenziali affinchè la categoria possa uscire da una crisi che li vede sempre più coinvolti visto l’aumento del costo dei carburanti.
A chiarire la posizione del sindacato di categoria ci pensa il Segretario regionale della FEGICA CISL Antonino Munafò che sottolinea come l’aumento dei carburanti sia un vero e proprio attacco alla mobilità collettiva “la benzina è schizzata ad un livello insopportabile che sfiora i 2 euro al litro – ha dichiarato Munafò – l’impossibilità di acquistare a questi prezzi ormai impraticabili, crea non solo il malcontento dei gestori, costretti a pagare di più le compagnie, ma – continua Munafò – risulta un vero e proprio attacco alla mobilità collettiva visto il prezzo che poi raggiunge il carburante alla pompa.
Per questo noi chiediamo d’intervenire sulle accise e di azzerare i costi sulla moneta elettronica come bancomat o carte di credito”. Naturalmente il paragone, con le tematiche toccate dalla rivolta del Movimento dei Forconi, sorge quasi spontaneo ma Munafò spiega le differenze “con le proposte e le richieste del Movimento dei Forconi ci sono delle differenze, visto che – sottolinea Munafò – nel nostro caso i gestori devono acquistare obbligatoriamente il carburante con lo scarto di 4 centesimi lordi; quando invece ci dovrebbe essere l’opportunità di acquistare il carburante a prezzi più bassi sul mercato provocando naturalmente una diminuzione del prezzo alla pompa”.
Proprio il prezzo dei carburanti ha spesso provocato il dibattito sulla reale messa il pratica dello Statuto regionale, che provocherebbe una sensibile diminuzione del prezzo dei carburanti, viste le numerose presenze di raffinerie nel nostro territorio con tutte le sue conseguenze “l’attuazione reale dello Statuto –sottolinea Munafò – provocherebbe una sensibile defiscalizzazione e andrebbe applicato in un concetto di sano federalismo. Qui in Sicilia raffiniamo il 40% del greggio nazionale eppure abbiamo i prezzi più alti, i tassi bancari più alti e la maggiore difficoltà di accedere al credito. Facendo così lo Statuto è diventato quasi una palla al piede”.
Antonio Macauda
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