Caro Nichi,
parlare del proprio territorio, per chi ci vive, sembra essere la cosa più semplice, perché si presume lo si conosca bene. Ma proprio perché lo si conosce e lo si vive, spesso parlarne diventa assai complicato.
L’area dei Nebrodi ha la sua bellezza fatta di golfi, rocce a picco sul mare, monti e tradizioni antiche. Allo stesso tempo, è un territorio “martoriato”: vittima del malaffare, di interessi celati e di disinteresse diffuso, della speculazione che uccide i paesaggi col cemento, degli smottamenti distruttivi che la disattenzione umana ha impedito di evitare. E’ una terra, la nostra, in cui si aspetta sotto il macigno della rassegnazione, della convinzione che nulla possa davvero cambiare.
Sembra, per certi versi, lo scenario di attimi sempre uguali che si ripetono.
Poi c’è l’altra realtà: c’è una popolazione che s’impegna per cambiare, che cerca il miglioramento ed un riscatto da pesanti luoghi comuni. Sebbene sia dura scontrarsi con le difficoltà del nostro tempo, di una crisi che sembra non dare scampo e che ha pervaso ogni aspetto della vita umana, c’è in Italia chi ha un’irrefrenabile voglia di rinascere. Ed anche nel nostro angolo di Italia del Sud si ha ancora fame di politica e di cultura.
A breve si terrà la presentazione del libro “Le vene violate” cui hai dato il tuo prezioso contributo scrivendone la prefazione.
E’ un momento importante.
E’ uno di quei momenti che sembrano non bastare mai qui da noi, perché si parla di mafia, di ingiustizie, di legalità, di coraggio.
E soprattutto, si tratta di un’opportunità per poter discutere di quelle pericolose e spesso taciute “relazioni esterne” che, come tu stesso sottolinei, “rappresentano la spina dorsale del potere mafioso”, che coinvolgono il mondo politico, l’imprenditoria ed il mondo delle professioni.
La tragica vicenda che ha come protagonista Attilio Manca è uno dei tanti enigmi cui sembra estremamente difficile trovare soluzione, ben lontana, quest’ultima, dalla rassegnazione ad una verità processuale.
Cercare risposte rimane un atto di estremo coraggio, saperle fornire, col maggior grado di chiarezza possibile, è compito di una politica in grado di riscoprire il suo ruolo principale ed il suo fine ultimo, che è quello del bene comune.
E’ necessario che la nostra terra si muova in direzione della conoscenza e della verità per poter sconfiggere i retaggi culturali di un passato che fa paura ed allo stesso tempo rabbia.
Questo vuol dire saper costruire l’alternativa ad una condizione sociale e ad una realtà politica come quelle attuali, impregnate di superficialità, interessi personali e di scarsa attenzione per la giustizia.
La chiave dell’alternativa siamo noi stessi: tramite un libro, un incontro, una domanda, la si può rendere meno lontana.
SEL NEBRODI
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La presentazione del libro è stata fissata per la prossima domenica, il 20 novembre 2011 alle ore 18,30 nella sala Multimediale “Rita Atria” di Brolo
Il libro è stato scritto da Luciano Armeli Iapichino, si intitola “Le vene violate – Dialogo con l’urologo siciliano ucciso non solo dalla mafia”.
Interveranno all’incontro letterario, condotto da Ornella Fanzone, Sonia Alfano Europarlamentare, Giuseppe Lo Bianco Giornalista, Gianluca Manca Fratello di Attilio Manca e Antonio Mazzeo Scrittore e Giornalista.
Il libro è stato stampato dalla casa editrice Armenio di Brolo ed ha, in prefazione, due “pezzi” importanti scritti appunto da Sonia Alfano e Nichi Vendola, che definisce l’urologo barcellonese “vittima della mafia”, sconfessando quelle tesi che lo vogliono “suicida”.