I residenti in Sicilia pagheranno i loro voli verso tutta l’Italia il 25% o, in alcuni casi, il 50% meno del prezzo fissato dalle compagnie aeree almeno per i prossimi dieci mesi e mezzo. Lo ha deciso la Regione che ha esteso l’agevolazione dagli attuali aeroporti di Roma (Fiumicino, Ciampino) e Milano (Linate, Malpensa, Bergamo-Orio al Serio) a tutti gli scali del Paese.
Il costo per le casse regionali è di almeno 33 milioni di euro.
Ad annunciare la novità sono stati il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.
Le categorie
Dal 15 marzo a 31 dicembre di quest’anno tutti i residenti siciliani che viaggeranno dagli scali regionali di Palermo, Catania, Comiso, Trapani, Pantelleria e Lampedusa verso qualunque aeroporto d’Italia avranno uno sconto sulle tariffe aeree del 25% per cento. Una riduzione che sale al 50% per alcune categorie particolari: gli studenti («senza limiti di età»), gli invalidi («soggetti con almeno il 67% di invalidità») e chi ha un reddito basso (cioè con Isee inferiore a 9.360 euro).
Come funziona
Più nel dettaglio: è previsto il rimborso del 25% sul costo del biglietto aereo fino ad un massimo di 75 euro (andata e ritorno) e un rimborso del 50% per le categorie prioritarie fino a 150 euro (sempre andata e ritorno). Per ricevere il rimborso dei voli che non vengono direttamente scontati dalle compagnie — spiega la Regione — e per il 25% aggiuntivo, «basterà collegarsi direttamente sul sito dell’assessorato al Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti». L’assessore Aricò ha spiegato in conferenza stampa che ad oggi «sono 41 mila i siciliani che si sono registrati nella piattaforma realizzata dalla Regione per erogare i rimborsi e alcuni hanno già ricevuto i contributi». «Avevamo detto che avremmo verificato la possibilità di estendere agli altri aeroporti la misura avviata lo scorso dicembre per gli scali di Milano e Roma e siamo riusciti ad allargare le agevolazioni contro il caro voli», ha aggiunto il governatore Schifani.
fonte il corriere.it