CARONIA – “Paolo Borsellino l’uomo giusto” di Alessandra Turrisi
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CARONIA – “Paolo Borsellino l’uomo giusto” di Alessandra Turrisi

7 agosto, ore 21, Castello di Caronia, presentazione del libro “Paolo Borsellino l’uomo giusto” di Alessandra Turrisi

Organizzato dalla Pro Loco Calacta in collaborazione col Comune di Caronia, l’incontro con Alessandra Turrisi, firma nota del Giornale di Sicilia e TGS, nonché autrice del libro “Paolo Borsellino l’uomo giusto”. A 25 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino e della sua scorta, nella splendida cornice del Castello di Caronia, il giudice verrà ‘raccontato da chi l’ha conosciuto da vicino’ grazie al lavoro di Alessandra Turrisi. All’evento parteciperà Santi Consolo, Presidente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

ALESSANDRA TURRISI la passione del raccontare
Mi presento. Sono nata a Gallarate nel 1974, ma vivo a Palermo (i casi della vita). Ho un marito, due figli, e a metà degli anni Novanta ho pensato che raccontare Palermo e la Sicilia potesse essere il modo migliore per dare il mio contributo alla mia terra e, perché no, guadagnarmi da vivere. Scrivo stabilmente per l’Avvenire, il Giornale di Sicilia e il settimanale Credere, ma non disdegno qualche altra collaborazione. Ho pubblicato i libri “Il cuore in testa. 10 anni di impegno dell’associazione Apriti Cuore a Palermo”, sull’esperienza dell’accoglienza di bambini e ragazzi abusati e allontanati dalla famiglia, ed “Era d’estate” (Pietro Vittorietti editore), che raccoglie le testimonianze di ex giovani al tempo delle stragi di mafia, perché da allora non siamo più gli stessi.

PAOLO BORSELLINO L’UOMO GIUSTO
La mafia è cosa complicata. Endemica e omertosa, radicata e violenta. La mafia è Cosa nostra. Ma è anche la storia di chi la mafia l’ha voluta stanare e combattere, nelle piccole realtà di provincia come nei traffici internazionali di droga, armi e di immensi capitali. La storia di uomini giusti come fu Paolo Borsellino. Non solo il percorso di vita fino all’attentato nel quale rimase vittima il 19 luglio 1992, ma il coro di voci inedite – Diego Cavaliero, Giovanni Paparcuri, il cardiologo Pietro Di Pasquale, Cosimo Scordato, Matteo Frasca e Francesco Ficarrotta, solo per citarne alcune – stretto intorno a una personalità sorprendente nella sua normalità che ci riconsegna un uomo eroico e fragile, ma sempre giusto. “Ho sempre accettato, più che il rischio, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall’inizio che dovevo correre questi pericoli. La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi, come viene ritenuto, in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione o financo, vorrei dire, dalla certezza che tutto questo può costarci caro”. Paolo Borsellino, luglio 1992

Una prosa semplice, che punta a far emergere l’uomo a tutto tondo e non solo il giudice. Testimonianze di chi lo ha conosciuto e vissuto direttamente. Un testo che ci riconsegna un uomo eroico e fragile, ma sempre giusto.

4 Agosto 2017

Autore:

redazione


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