Il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea intende rendere omaggio con questo progetto al significativo patrimonio legato al Carretto Siciliano che attraverso le decorazioni dipinte nei suoi laterali trasmette al popolo siciliano le storie e le vicende epiche come in un notiziario, un quotidiano, un libro di storia.
Mission del progetto è la valorizzazione e la tutela del Carretto Siciliano come ha spiegato la Direttrice del Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo Valeria Patrizia Li Vigni.
La mostra mette il luce l’estro creativo degli artisti Salvo Biondo e Paolo Campagnolo, a curare l’allestimento – perfetto – è stato l’architetto Salvo Gentile che si è avvalso di maestranze tecnico-artigianali brolesi – la Publidea, e Vincenzo Cardaci della Magic Color –
Sin da tempi remoti il mondo popolare siciliano è caratterizzato dalla chiusura e ripetitività di codici culturali, modi e forme sociali, ideologie e comportamenti. L’unica soluzione alla costante condizione di confronto con le svariate culture straniere era l’inesauribile risorsa del rito.
Il rito rappresentava, per le classi sociali a rischio di sopravvivenza, un espediente che risolveva “ … mediante il potere mitico delle sue forme, in quanto rituali,ripetitive e ripetibili, la irriducibile precarietà delle sostanze.” (A.Buttitta)
Le storie narrate nel carretto siciliano traggono origine dalla letteratura romantico-risorgimentale che in Sicilia aveva
assunto tendenze autonome.
Agli albori dell’Ottocento le fiancate dei carretti cominciarono a popolarsi di decorazioni e immagini che ebbero la massima espressione in una vasta casistica di tematiche e repertori vecchi e nuovi. I soggetti guerreschi esaudivano le attese dei ceti popolari, che avevano bisogno di riscattare la propria subalternità mediante la proiezione e l’identificazione proprie con eroi superumani, che potessero risolvere con il mito le opposizioni sperimentate nella prassi, le contraddizioni tipiche delle società stratificate, dove le classi popolari devono superare un quotidiano a rischio di sopravvivenza.
È emblematico il caso della rappresentazione dell’epopea cavalleresca, dove è evidente la volontà di elevarsi attraverso il riconoscimento delle proprie radici aristocratiche in un mondo assunto a modello di nobiltà ed eroismo, in cui la molla era l’ideale disinteressato e non la ricerca del concreto interesse quale,di fatto, si
praticava nella prassi del vissuto.
Elementi come la forza, il coraggio e la lealtà divenivano modelli comportamentali da seguire, ed erano rappresentati al meglio nell’epopea cavalleresca.
Attraverso le immagini raffigurate sulle sponde dei carretti, la cultura popolare siciliana si raccontava, si rifletteva come in uno specchio: all’apparire si sovrapponeva l’essere. Le immagini dagli accesi cromatismi del carro rappresentavano la più efficiente manifestazione di questa cultura, elemento di straordinaria valenza volto purtroppo a un lento ma inesorabile declino.
TECNICHE PITTORICHE – La pittura del carretto trae ispirazione dalle lettighe e portantine nobiliari dove era raffigurato l’emblema del casato circoscritto in un rosone. Da lì discendono le prime immagini sacre dipinte nei laterali del carretto e circoscritte in un ovale su fondo blu o grigio, come ci attesta il carretto raffigurato nell’ex-voto conservato al Museo Etnografico Pitrè di Palermo. Nel XIX secolo assistiamo poi all’affermarsi della pittura del carro e ad un contemporaneo arricchimento del repertorio raffigurato a cura di pittori di carrozze e portantine, “pincisanti” (pittori di tavolette votive) e pittori di cartelli dell’opera dei pupi. Le funzioni prioritarie che l’artista popolare doveva assolvere nella pittura del carretto erano:
PROTEZIONE DEL LEGNO – il carretto era uno strumento di lavoro e come tale doveva resistere alle intemperie mediante una buona impermeabilizzazione del legno e del ferro completata con stucchi e pigmenti pittorici.
MAGICO-RELIGIOSA – l’allontanamento delle forze negative era invocato mediante la rappresentazione di immagini sacre in cui prevaleva una certa esasperazione iconografica
PUBBLICITARIA – di richiamo visivo soprattutto per i carretti che svolgevano funzioni commerciali
DI STATUS SYMBOL – per rappresentare lo stato economico e sociale del proprietario
TEMI ICONOGRAFICI
GENERE STORICO CAVALLERESCO
GENERE LEGGENDARIO FIABESCO
GENERE DEVOTO
GENERE MUSICALE
GENERE REALISTICO
Sulle parti maggiormente a rischio di usura venivano sempre dipinte, oltre che scolpite, le immagini sacre di S.Giorgio e il
drago, la Sacra Famiglia, sempre raffigurate sul pizzo della cassa di fuso.
LABORATORI DIDATTICI DEL PITTORE
Il Laboratorio annovera, tra i suoi obiettivi, l’intento di recuperare e far rivivere gli antichi mestieri che hanno fortemente connotato la cultura popolare siciliana, tra cui quello del pittore di carri.
Le attività didattiche sono eseguite da Michele Ducato, figlio di Giuseppe il grande maestro artigiano.
I Laboratori, articolati in diverse lezioni/percorsi formativi, danno l’opportunità, sia ai giovani studenti sia agli insegnanti che vi partecipano, di apprendere – dalla viva mano del pittore – le varie fasi propedeutiche alla pittura del carro (coloritura, decorazione e figurazione) da quelle preparatorie a quelle di ricalco, a quelle di campitura e rifinitura.
Il fine è quello di approfondire la conoscenza degli elementi decorativi, figurativi e simbolici rappresentati nei carretti siciliani ma differenti secondo l’area geografica di appartenenza e in base al repertorio decorativo e figurativo dei vari pittori che, essendo istruiti presso diverse Botteghe, allocate nelle diverse province siciliane, fornivano una peculiare e tipica specializzazione.
Il progetto si sviluppa in tre differenti siti:
Al Museo d’Aumale a Terrasini – sede espositiva del CarrettoSiciliano, si realizzeranno due laboratori didattici della bottega nelle sale del Museo, per fornire ai visitatori e egli allievi delle scuole di ogni ordine e grado la possibilità di seguire l’artigiano al lavoro e documentare tecniche ormai presenti nella memoria di pochi.
Al Palazzo Villarosa a Bagheria saranno esposti quattro carretti di particolare pregio e in questa sede verrà allestito un laboratorio del pittore al quale parteciperanno i visitatori e gli allievi delle scuole di Bagheria. Saranno rappresentati i canti dei Carrettieri.
Al Museo Riso di Palermo verrà esposta, nella vetrina su via Vittorio Emanuele, una installazione, “Il suono del colore”, degli artisti Salvo Biondo e Paolo Campagnolo: “Dopo un analitico studio dellearticolate geometrie cromatiche che compongono la superficie pittorica dell’antico mezzo di trasporto, gli artisti hanno intrapreso un percorso evocativo, connettendosi con il passato, interpretando in chiave innovativa le tradizionali formule modulari a tinte piatte che connotano il carretto, dialogando con gli spazi che ospitano l’installazione e, infine, riagganciandosi al presente, attraverso l’invenzione di un’originale fisionomia dei fenomeni cromatici e della tecnica pittorica, per elaborare una ricerca estetica basata sulla sperimentazione di nuove materie, tecniche esecutive, accostamenti cromatici e forme linguistiche.” (R.Civiletto)
L’organizzazione di corsi di formazione nell’ambito del progetto, ha l’obiettivo di additare nuove realtà occupazionali e stimolare i giovani a mantenere viva la nostra tradizione, la nostra storia, la nostra identità, Patrimonio Immateriale e Materiale della Sicilia da iscrivere nel Patrimonio Intangibile dell’Unesco per valorizzare la trasmissione orale del “saper fare” a rischio di dispersione.
A volere fortemente l’iniziativa:
Carlo Vermiglio
Assessore Beni Culturali e Identità Siciliana
Gaetano Pennino
Dirigente Generale Dipartimento Beni Culturali e Identità Siciliana
Valeria Patrizia Li Vigni
Direttrice del Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo
Piera Provenzano
Superiora della Congregazione del Santissimo Sacramento di Bagheria
Iniziativa direttamente organizzata dalla Congregazione del Santissimo Sacramento di Bagheria e a cura del Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo.
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