Il Presidente della Regione Rosario Crocetta ha espresso vicinanza ad Giuseppe Antoci dopo la pubblicazione – subito smentita – dei rapporti di parentela tra suoi familiari e la moglie del “boss” di Mistretta.
“Non sono riusciti ad ucciderlo con l’attentato e, adesso, non so con quanta consapevolezza, c’è chi lo vuole demolire sul piano morale. E’ un’azione, questa, avviata sin dai primi giorni dopo l’attentato, quando qualcuno sosteneva che i colpi erano stati tirati in basso, come se nel cuore della notte, al buio, si potevano centrare perfettamente gli obiettivi, come se coloro che sparano non sanno molto bene che quando si è oggetto di un attentato la prima cosa fa la persona, è buttarsi al di sotto del sedile della macchina, come se qualcuno non si fosse studiato neppure la dinamica dell’attentato che era basata sul fatto di fermare la macchina, sparare all’altezza delle ruote per impedire che l’auto si potesse muovere e successivamente incendiarla.
Ma – continua il presidente della regione – questi sono dettagli tecnici che non ci interessano, fanno parte del lavoro degli investigatori.
Quello che colpisce – afferma, affondando il colpo, Crocetta – è che alcuni signori non sentano il bisogno di attaccare i mafiosi, che ammazzano, estorcono.
No, il bisogno principale è colpire l’antimafia.
Anche quando, come nel caso di Antoci, non è l’antimafia delle chiacchiere ma quella concreta degli atti amministrativi. Se qualcuno ha da dire qualcosa e vuole criticare Antoci, trovi atti nelle vicende del Parco dei Nebrodi che non siano in linea con questa scelta chiara di combattere la mafia.
Alcuni si devono solo vergognare e chiedere scusa non solo ad Antoci, ma a tutti i siciliani onesti.
Antoci ha querelato i diffamatori – ha concluso il governatore – e io sono convinto che anche in questo caso ci sarà giustizia, quella giustizia che io ho avuto 4 anni dopo nei confronti di un giornale che mi aveva “mascariato”. Solo che le sentenze arrivano dopo, nel frattempo oltre al dolore di Antoci, dei suoi familiari per la crudeltà dell’attentato, si aggiunge la grande sofferenza generata dall’azione diffamatrice.
Coraggio Giuseppe, i siciliani onesti sono con te”.
L’articolo di riferimento
http://scomunicando.hopto.org/notizie/vergogna-vergogna-vergogna-lo-sbotto-antonci/
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