Si allunga l’elenco di attestazioni di solidarietà, di richiesta d’attenzioni, di voglia di legalità, dopo l’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi.
Irene Ricciardello, sindaco di Brolo, ha mandato ieri un telegramma ad Antonio Antoci: “A nome mio personale e dell’amministrazione Comunale e dell’intera comunità brolese ti esprimo per il grave attentato subito, sentite e profonda solidarietà”. Poi ha partecipato a Santo Stefano di Camastra al Consiglio Comunale aperto, dichiarando alla fine “Ieri sera ho sentito il dovere istituzionale di partecipare al consiglio comunale straordinario, convocato a Santo Stefano di Camastra per l’attentato al presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, per esprimere in quella sede al presidente Antoci la mia personale solidarietà, dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità brolese. La presenza di tantissime fasce tricolore e di rappresentanti istituzionali di tutti i livelli è la fotografia della nostra Sicilia orgogliosa che non accetta più di piegarsi dinnanzi a queste vigliaccherie e della Sicilia vera operosa che non vuole sottrarre neanche un giorno a quel processo di sviluppo e di legalità pagato col sangue di tanti eroi”.
Ad Antoci arriva anche la solidarietà del Cirxcolo “Pio La Torre”. A sottoscriverla il responsabile del sodalizio socio-politico Pippo Natoli.
IL testo dell’articolato documento:
TRA MAFIE E VERMINAI
Una città e buona parte della provincia al limite dell’irredimibile!
La quasi scomparsa dei Partiti politici organizzati della PRIMA REPUBBLICA ed il progressivo venire meno di quelle che furono scuole di selezione e formazione politica unito alla personalizzazione e ad una concezione padronale di AMPIE FETTE dell’elettorato, meritano doverose riflessioni sul da farsi.
L’abnorme crescita della mala pianta della “corruzione”, la quasi assenza di controlli Amministrativi preventivi da parte di Autorità indipendenti, la crescente emarginazione di ampie fasce popolari dalla vita democratica, l’elevato numero di famiglie e cittadini che vivono in uno stato di povertà, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi soggetti, la disoccupazione e il crescente disagio giovanile, costituiscono terreno fertile per la penetrazione delle organizzazioni criminali e corruttrici nella società, comprese quelle mafiose ben più pericolose delle altre.
Le numerose vicende criminali, scoperte negli ultimi anni dalla Magistratura che hanno interessato tutte le articolazioni e le istituzioni dello Stato e le varie componenti della società, mostrano chiaramente il grado di degenerazione con cui dobbiamo fare i conti.
Ma nonostante tutto ci sono uomini, donne e giovani che sono energie su cui puntare per costruire un futuro diverso e migliore.
OCCORRE sostenere il “lavoro” degli inquirenti e della Magistratura.
E’ indispensabile reintrodurre adeguati controlli nella pubblica amministrazione, modificando opportunamente la Legge “BASSANINI”.
Contrastare con adeguate risorse umane e materiali tutte le forme di malavita organizzata.
“Gettonopoli”, voti di scambio e reati di vario genere perpetrati da politici, amministratori, dirigenti e funzionari non sono più tollerabili (FALSI, TRUFFE, ABUSI, TURBATIVE, ne sono solo una parte).
Quanto finora venuto alla luce, rappresenta la punta dell’iceberg e quindi occorre andare rapidamente in profondità per estirpare la mala pianta su cui prospera la criminalità organizzata, coperta e a volte protetta da cointeressenze e da comportamenti omertosi.
PER ULTIMO DESTA INQUIETUDINE E SERIA PREOCCUPAZIONE
il tentato omicidio con raffiche di LUPARA del Presidente del Parco dei Nebrodi Dott. Giuseppe Antoci, fortemente impegnato per sottrarre pascoli demaniali alla mafia che ha prosperato sulle migliaia di ettari degli stessi grazie a truffe di varia natura.
SE combattere la mafia nei Nebrodi può costare la vita, significa che gli interessi criminali della stessa sono enormi. E significa inoltre che la pericolosità della stessa mafia, nonostante i colpi alla stessa inferti da inquirenti e Magistratura è fortemente elevata.
Nell’esprimere piena e convinta solidarietà al Dott. Antoci restiamo impegnati come sempre per combattere contro TUTTE LE MAFIE, da quelle che usano LA LUPARA E IL TRITOLO a quelle dei COLLETTI BIANCHI che utilizzano strumenti apparentemente leciti ma non meno pericolosi per la società e per i singoli cittadini.
‘Spari e molotov contro l’auto’, Antoci racconta il momento dell’agguato.
Crocetta chiede “azioni di rastrellamento ” sui Nebrodi.
Il punto sulla situazione nella nota dell’Ansa di stamani.
Un agguato in piena regola su una strada di montagna tra i boschi dei Nebrodi, dove due banditi, intorno all’una di notte, hanno esploso colpi d’arma da fuoco contro l’auto sulla quale viaggiava il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, già da tempo protetto dalla scorta dopo le intimidazioni subite da quando è alla guida dell’ente che gestisce l’area naturalistica del Messinese e si batte, attraverso protocolli di legalità, per sottrarre alla mafia aree utilizzate abusivamente per il pascolo. Almeno due persone hanno sparato contro l’auto blindata che percorreva la strada da Cesarò a San Fratello e che è stata costretta a una brusca frenata a causa di massi posizionati sulla carreggiata. Il presidente è stato protetto da un uomo della scorta che con il proprio corpo gli ha fatto da scudo, mentre dietro la blindata si trovava un’altra auto con a bordo il dirigente del commissariato di Sant’Agata di Militello Daniele Manganaro che ha risposto al fuoco mettendo in fuga i banditi. “Il mio grazie va alla Polizia di Stato per avermi salvato la vita. Sono preoccupato ma sereno”, ha detto Antoci, accompagnato per precauzione all’ospedale di San Fratello e subito dimesso. Nel conflitto a fuoco nessuno è rimasto ferito.
“Con l’agguato ad Antoci la mafia ha alzato il tiro, lo Stato deve reagire in modo adeguato. Propongo l’invio dell’esercito nei comuni del Parco dei Nebrodi e perquisizioni a tappeto nelle campagne come ai tempi del sequestro Moro e dei Vespri siciliani”. Lo dice il governatore della Sicilia Rosario Crocetta in conferenza stampa, a Palermo, sull’attentato al presidente del Parco Guseppe Antoci.
“Senza un’adeguata reazione da parte dello Stato all’agguato mafioso contro il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, passerebbe il messaggio di un via libera alla nuova stagione stragista”. E’ quanto afferma il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, in conferenza stampa a Palermo. Per Crocetta “non basta rafforzare la scorta ad Antoci e ai sindaci più esposti nell’area dei Nebrodi perché quello che è accaduto è un atto di guerra di altissimo livello, che non si registrava più da anni in Sicilia”. “Bisogna agire subito – sostiene Crocetta -. Lo Stato deve intervenire con perquisizioni a tappeto che non diano tregua alle famiglie mafiose”
Da alcuni anni alla guida del Parco dei Nebrodi, Antoci ha segnalato il vorticoso giro di denaro in mano alle associazioni mafiose e qualcuno gli aveva spedito dei proiettili come avvertimento. Antoci aveva ricevuto una lettera con esplicite minacce di morte: “Finirai Scannato tu e Crocetta”. Questo primo ‘avviso’ gli era stato inviato nel dicembre del 2014. Composta con un puzzle di lettere incollate su un foglio a righe, la missiva è stata spedita in una busta gialla indirizzata al Presidente del Parco dei Nebrodi, a Sant’Agata di Militello.
Dopo l’agguato ad Antoci è stata rafforzata la scorta.
Il punto delle indagini – Chi ha organizzato l’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci ha chiuso la strada provinciale con alcuni massi prima che sopraggiungesse la Lancia Thema blindata. L’obiettivo degli attentatori sembra fosse quello di far scendere dall’auto Antoci e poi sparare contro la vittima. Lo dicono gli investigatori che indagano.
Gli uomini del commando sarebbero stati quattro e uno potrebbe essere rimasto ferito di striscio nel conflitto a fuoco con la polizia.
E’ stato l’agente della scorta di Antoci a salvarlo poichè quando ha visto i massi sulla carreggiata e un’auto messa di traverso ha capito che qualcosa non andava e si è preparato rispondendo al fuoco.
Tracce di sangue sono state trovate dagli investigatori nel luogo dell’agguato fallito nei confronti del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e della sua scorta. Lo ha detto anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta che da stamattina è in costante contatto con Antoci, durante una conferenza stampa a Palermo. “Il sangue – sostiene Crocetta – sarebbe di uno dei componenti del commando di fuoco rimasto ferito durante la sparatoria”.
Intanto, sono numerosi gli attestati di solidarietà giunti dal mondo politico e dall’associazionismo. “Voglio continuare ad andare avanti non mi fermeranno.
E’ stata un’esperienza bruttissima e un momento molto delicato per tutti, sia per me che per i ragazzi della scorta che ringrazio così come tutta la polizia e il questore che si sono messi subito a disposizione. Se non fosse stato per loro sarei morto” ha aggiunto
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