Categories: Cronaca Regionale

CASO LOPES – La Moglie scrive a Maroni ed Alfano.

Francesca Simone, denuncia ed affonda i colpi, disegna, facendo nomi e cognomi, il “suo” quadro dei fatti, e scrive al Ministro degli affari interni, al Ministro della Giustizia Roma ed al Procuratore Generale della Repubblica Messina

Riceviamo e pubblichiamo stralci la sua lunga lettera, un vero e proprio esposto-denuncia.

Avevano già pubblicato alcunme note in articoli precedenti della signora Lopes, rammentando che tuitto è il riferimento all’operazione “vivaio” e “torrente”.

Sono Francesca Simone, moglie del dott. Salvatore Lopes, già sindaco del comune di Furnari nella provincia di Messina, coinvolto, suo malgrado, nella operazione Torrente, per la quale è stato sottoposto alla misura cautelare dell’arresto in carcere ed attualmente, si trova ristretto presso la casa circondariale di Gazzi a Messina.

Vorrei fare la storia di tutta questa vicenda che ha posto agli arresti mio marito.

Tutto nasce con l’operazione denominata “Vivaio” sugli interessi della malavita organizzata e sulla discarica di Mazzarrà S. Andrea.

Nell’operazione Vivaio, tra gli altri, è stato arrestato tale Tindaro Calabrese insieme ad altre persone per le quali è stata sollevata l’imputazione di reati attinenti il condizionamento mafioso per lavori di copertura dei rifiuti contenuti nella suddetta discarica.

Nella stessa operazione “Vivaio” veniva analizzata la situazione riguardante le elezioni amministrative di Furnari e non veniva riscontrata alcuno addebito né nei confronti del Calabrese né nei confronti di altri soggetti.

Il comune di Furnari si costituiva parte civile nel procedimento penale instauratosi per questa vicenda.”

A questo punto la scrivente spiega il ruolo del l’On. Lumia (PD), facendo i nomi dei probabili “sollecitatori” del suo intervento, chiamando in ballo la stampa locale. 

“… il deputato, con un’interrogazione parlamentare molto analitica, ha chiesto l’intervento del Ministro degli Interni per un suo eventuale provvedimento e successiva proposta di scioglimento del Consiglio Comunale del Comune di Furnari per infiltrazioni mafiose… ” e la stessa non esclude ” … se vi siano i presupposti della violazione del segreto istruttorio” rammentando che “Mio marito ha denunciato … come si evince dai verbali della commissione d’accesso agli atti a pagina 86 dei motivi dello scioglimento, che …. era a conoscenza delle intercettazioni  dell’indagine “vivaio” tempo prima che questi venissero divulgate.

E’ molto strano  – continua la Lopes – che nessuna indagine sia stata fatta a seguito di una esplicita denuncia di violazione del segreto istruttorio.

Queste conoscenze, in anteprima, sono state, a mio avviso, ….., utilizzate per fini politici e legali.

Aggiungo, fra l’ altro, visto che l’indagine Vivaio era partita per far luce sui lavori della discarica di Mazzarrà S. Andrea, che mio cognato, Franco Lopes, tre anni prima dell’elezioni del 2007, avesse invitato la cittadinanza, durante un pubblico comizio, insieme al Dott. Ballarino Giuseppe, a sottoscrivere la prima denuncia contro la discarica di Mazzarrà S. Andrea.

Cosa avvenuta con 280 firme ed inviata al Presidente della Regione, alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, all’ARPA di Palermo, ecc. ecc. A tale denuncia negli anni a venire ha fatto seguire diverse interrogazioni presentate alla Provincia Regionale di Messina. Di tutto ciò si può fornire documentazione.

L’On. Lumia, che tanto ha preso a cuore la questione di Furnari, avrebbe dovuto informarsi su chi, nel corso degli anni, si era battuto contro la discarica e i suoi interessi anziché affermare nell’ interrogazione in questione, tra l’altro, che l’amministrazione Lopes aveva provveduto a dare un incarico professionale all’architetto Calabrese Romina, ……. Ciò non è vero. Infatti, come è documentalmente dimostrabile, l’incarico professionale non è stato dato dall’amministrazione Lopes, ma da quella precedente, guidata dall’On. Franco Antonio Bisignano.”

Poi la moglie del sindaco induce molto sulla rete di parantele e sui fatti che vedono coinvolti molti uomini politici locali e professionisti e continua “... Per quanto concerne i fatti contestati a mio marito nell’operazione “Torrente”, l’ accusa mossagli riguarda gli affidamenti fatti a ditte private con determina sindacale in occasione dell’alluvione del 2008. Fermo restando l’assoluta legittimità degli atti posti in essere dal sindaco nella qualità di Ufficiale di Governo, che ha poteri concorrenziali rispetto al prefetto vedi ultima sentenza IV sez  corte di cassazione penale del comune di Sarno, in riferimento agli incarichi de quibus vorrei rilevare che negli atti del procedimento gli inquirenti gli contestano il fatto di aver dato incarico lavorativo solo a dodici ditte a fronte di una sessantina di imprese presenti nel territorio del comune di Furnari. In realtà nel territorio comunale non ci sono sessanta ditte; le imprese che sono in grado di svolgere attività lavorativa con mezzi meccanici specifici per i fatti delle alluvioni del 2008/2009 sono circa sedici e di queste, undici hanno lavorato a Furnari, atteso che le altre cinque erano state incaricate a svolgere lavori urgenti nei paesi limitrofi o al nord. Pertanto si può dedurre che in effetti quasi tutte le ditte presenti a Furnari abbiano svolto attività lavorative per l’alluvione… Desidero fare presente anche che tra le ditte che hanno lavorato alcuni loro rappresentanti legali erano politicamente vicini o congiunti di consiglieri e candidati di altre liste. Ciò a dimostrazione che nessuna faziosità nella scelta delle ditte è stata compiuta anche perché  in quel momento la cosa più importante da fare era liberare il paese dalla frane che l’avevano isolato e salvare vite umane, di cui esistono le testimonianze scritte, dalla irruenza delle acque e dei fanghi che avevano invaso il paese.”

Francesca Simone aggiugne anche:

“I titolari delle ditte che hanno lavorato non hanno mai riportato condanne per reati di associazione mafiosa, o partecipazione esterna ad associazioni mafiose, Infatti tutti erano in possesso del certificato antimafia rilasciati dagli organi di Governo. Tanto per non andare lontano, poco tempo addietro, la Commissione Straordinaria, composta da due viceprefetti e un direttore contabile, al signor Munafò Roberto, arrestato nell’operazione in questione, ha liquidato le anticipazioni relative ai lavori fatti durante l’alluvione del 2008/2009, previo deposito dei documenti attestanti la regolarità della ditta compreso il certificato antimafia. A questo punto mi chiedo perché gli Organi di Governo (Commissione Straordinaria) che hanno valutato la documentazione così come l’ha valutata il Sindaco non sono stati indagati?”

La signora Simona si dilunga anche sulle “ …. presunte pressioni fatte in campagna elettorale da tale Calabrese Tindaro e altre persone” e ne ricostruire i fatti, affermando “… Ribadisco pertanto che la discesa in campo del dottore Lopes è stata valutata in modo negativo dal Calabrese”…. e continuando ” …. Tante battaglie sono state condotte da mio marito contro la discarica di Mazzarrà S. Andrea, delle quali hanno parlato anche giornali a tiratura nazionale con la proposizione anche di dodici denunce fatte a tutte le istituzioni e per le quali molto stranamente, ancora nessuno si è mosso o ha preso provvedimenti, malgrado il paese continui, tutt’oggi, a vivere sotto una cappa di miasmi, prodotti dalla discarica per la quale è nata l’operazione Vivaio.

Lo stesso capogruppo di minoranza sig. Giorgianni Antonino, eletto nella lista che sosteneva la candidatura a sindaco del sig. Mario Foti, dichiara nella seduta consiliare del 29 novembre 2007 (così come risulta dalla deliberazione del Consiglio

Comunale n. 37 di pari data) non mette assolutamente in dubbio l’ impegno del Sindaco per le problematiche derivanti dalla discarica e ritiene plausibile quanto accaduto nella giornata del 1 ottobre 2007 (quando Lopes occupò l’accesso, indossando la fascia tricolore impedendo l’ingresso dei camion contenenti i rifiuti e per il qual fatto subì un processo penale dove venne assolto) anche perché, continua il Giorgianni, conosce il Sindaco “come una persona passionale”. Mi domando e dico: perché mio marito avrebbe dovuto favorire certi ambienti per pochi spiccioli ed invece condurre quasi una “guerra santa”, sin dal primo giorno del suo insediamento, contro la discarica e i suoi interessi? Furnari è un piccolo paese e, proprio perché piccolo, ci si conosce tutti, ed è impossibile non incontrare o avere rapporti con persone o parenti di persone che purtroppo hanno avuto o hanno problemi con la giustizia. …”

Poi in merito all’ssunzione in un cantiere di Pino Vincenzo  afferma ” …. Singolare e assurdo è quanto sembra asserito ….. in merito alla lottizzazione Kallipoli, anch’essa causa dello scioglimento del consiglio comunale, allor quando riferisce ai componenti della commissione per l’accesso agli atti, e la dichiarazione è riportata nei verbali dello scioglimento, che nel cantiere del Complesso edilizio “Kallipoli”  si notava spesso un personaggio legato alla malavita organizzata, di nome Pino Vincenzo. – che dice la scrivente,-  assunto su indicazione della Parrocchia di Furnari e detta assunzione è stata autorizzata dal Tribunale di Patti su istanza del 28/07/2008 dall’Avv. Lo Presti del Foro di Barcellona.

Lo stesso Tribunale di Sorveglianza di Messina – si legge nella lettera – con ordinanza n. 106/2006 in merito alla personalità dello stesso Pino ha rilevato che questi “risulta aver avviato nel periodo di detenzione un sincero e significativo percorso di revisione critica del proprio passato deviante, basato sulla adesione a valori religiosi e su solidi riferimenti familiari, ….”.

“Per quanto attiene l’area artigianale del Comune di Furnari anch’essa oggetto dello scioglimento del Consiglio Comunale si rileva che dopo un anno i Commissari straordinari coadiuvati da due tecnici urbanistici sovranumerari nominati dal Prefetto di Messina di cui uno è il tecnico comunale di Adrano e l’ altro componente di amministrazione di un ATO rifiuti di Catania hanno semplicemente dato corso alle iniziative del sindaco con l’aggravante che i cinque capannoni artigianali che la precedente amministrazione aveva predisposto un bando per l’assegnazione è ancora fermo. Nelle motivazioni per lo scioglimento  del consiglio comunale c’è tra l’altro scritto:“una perdurante inerzia da parte dell’amministrazione e un eventuale danno erariale per non aver assegnato o bandito la gara per l’ assegnazione dei capannoni liberi”. C’è da chiedersi: da un anno ad oggi cosa ha fatto la commissione straordinaria? ……… NIENTE!!!……… – e continuando – “Altra questione, oggetto di scioglimento, è l’affidamento della gestione del depuratore comunale a ditte esterne. La commissione per l’accesso agli atti ha concluso le sue determinazioni asserendo, tra le altre cose, che le amministrazione comunali, in passato, avessero dato poca pubblicità alla gara per la gestione del depuratore. Fermo restando che i controlli sulla legittimità alla partecipazione alle gare pubbliche da parte dei soggetti interessati spetti agli uffici comunali competenti e non ai soggetti politici, nonché i controlli sulla gestione di tutti i lavori incluso quelli all’oggetto della gara (a questo punto la scrivente affonda i colpi su chi amministrativamente e burocraticamente doveva vigiliare e controllare ai sensi delle responsabilità della legge Bassanini), c’è da dire che la ditta in questione, dopo 15 anni di assoluto “monopolio” della gestione del predetto depuratore, non è risultata vincitrice dell’appalto nel periodo in cui il comune è stato amministrato da Lopes, ma tornava ad esserlo con la gara indetta dall’odierna amministrazione prefettizia e continuando – Orbene, si evince da questo fatto incontrovertibile che la pubblicità fatta durante il commissariamento sia equiparata (atteso anche il medesimo risultato) a quella fatta durante le precedenti amministrazioni esclusa quella Lopes. Lungi da dover concludere che la pubblicità fatta oggi sia stata meno efficace di quella a suo tempo effettuata”.

Nella nota spazio anche ai comportamenti politici.

“Mi corre l’obbligo di soffermarmi sul comportamento per nulla politico adottato da diversi soggetti durante l’amministrazione Lopes.

I consiglieri di minoranza: Questi si sono lamentati di non aver avuto accesso agli atti del Consiglio Comunale e promanati dall’ amministrazione. Ciò è falso. In verità al protocollo del Comune non esisteva alcuna richiesta formulata dalla minoranza consiliare e il Sindaco aveva dato disposizione, così come riferisce la segretaria dott.ssa Spiccia, di mettere a disposizione di tutti i consiglieri gli atti amministrativi, anche il brogliaccio degli atti delle delibere di giunta, per legge riservato…. “

La Signora Lopes sclude nel suo scritto che  Puliafico Natale e La Macchia Giuseppe,”... sentiti a verbale dalla Commissione per l’accesso agli atti, hanno negato di aver ricevuto minacce sulle indicazioni di voto. Strano che i consiglieri di minoranza “onnipresenti” abbiano avuto la capacità di leggere nella mente dei predetti Puliafico e La Macchia e coglierne i turbamenti…”.

Ed alla fine conclude: “… posso dire che mi sembrano inattendibili e strumentali le dichiarazioni del Foti contro mio marito, in quanto lui stesso direttamente interessato alla campagna elettorale, ed inoltre, per le sue frequentazioni con il Bisognano e con il Genovese, vicino al Bisognano e la cui cognata, Lucia Caccamo, era in lista con il Foti, unica ad aver preso 54 voti tutti congiunti al Foti e nessuno disgiunto. Nella speranza che il Genovese riesca a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestatigli, c’è da dire che nel caso contrario, invece, se il Genovese venisse condannato per associazione mafiosa, il Foti avrebbe preso voti dalla mafia. Tutti sanno, infatti, che il Genovese partecipava fattivamente alla campagna elettorale della cognata e del candidato a sindaco Foti”.

” Dalla ricostruzione si capisce quindi che mio marito

1)  non fosse a conoscenza delle attività di proselitismo compiute da alcuni soggetti incriminati in occasione delle elezioni;

2)  nessuna delle ditte che hanno lavorato durante l’ alluvione ha mai riportato condanne per associazione mafiosa o concorso esterno ad associazione mafiosa;

3) che gli atti compiuti dal sindaco nel periodo dell’alluvione sono tutti legittimi e che i controlli a prescindere, da quanto dichiarato da alcuni tecnici, sono sempre e comunque competenza dell’ufficio tecnico così come previsto dalla legge;

4)      le cose imputate riguardanti la zona artigianale e il depuratore vengono a cadere in quanto inesistenti, la cui prova è data dall’attività della commissione prefettizia;

5)  sulla pericolosità del Pino Vincenzo che frequentava il cantiere della Kallipoli, si è visto alla fine che ha riportare una notizia falsa erano stati gli stessi commissari in quanto dall’allegato del tribunale della libertà si evince chiarissimamente che oltre ad avere il nulla osta rilasciato per la sua assunzione al soggetto non veniva imputato alcun legame con le associazioni criminali e mafiose della zona.”

Ed alla fine:

” Si potrebbe andare avanti sulle imprecisioni e sulle discordanze contenute in tutta la vicenda cosa comunque che stiamo facendo puntualmente, ma la cosa veramente grave è che in presenza di tre commissari prefettizi che oggi amministrano il comune, di cui due viceprefetti, un responsabile contabile, due tecnici urbanistici sovranumerari nominati dalla prefettura, un tutor anch’esso nominato dalla prefettura per la segreteria generale si possa ritenere che mio marito possa influenzare così come si evince dalla motivazione della custodia cautelare l’attività amministrativa, anche tenuto conto del comportamento e delle dichiarazioni dei tecnici comunali di Furnari, tendenti ad attribuire a mio marito eventuali loro responsabilità e del totale rinnovo dei componenti della commissione edilizia nominata dai commissari. A questo punto sarebbe il caso che lo Stato inviasse l’esercito stante la pericolosità di mio marito che è ancora in carcere per accuse infondate riguardanti qualche migliaio di euro, mentre personaggi molto più famosi che amministrano milioni e milioni di euro continuano ad amministrare enti pubblici. Uno stato di diritto, quale dovrebbe essere il nostro, anziché tutelare le persone per bene che hanno rinunciato persino alle indennità di carica ritiene probabilmente di dover dimostrare dei teoremi di collusione mafia-politica andando a colpire guarda caso una persona che non avendo santi in paradiso risulta essere la più debole”.
Francesca Simone

Ovviamente siamo disponibili a concedere il diritto di replica, rettificare o dare spazio di approfondimento a tutti i soggetti e coloro che sentitisi chioamare in ballo dalla nota della Simone vogliano chiariere o precisare il loro pensiero, la loro posizone , il loro rapporto con i fatti… anche questo à “fare cronaca”

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