Ecco la nota che i due legali hanno inviato a diversi organi di stampa in relazione a quanto pubblicato.
“[…] i sottoscritti avvocati, per espresso mandato dei loro assistiti […] fanno sapere ai lettori […] che, secondo il Gip di Viterbo “Va, per contro, evidenziato, come tutti gli elementi ad oggi acquisiti, anche a seguito degli accertamenti disposti dal Gip sulla scorta delle precedenti opposizioni alle richieste di archiviazione, convergano a confermare l’ipotesi che Attilio Manca sia deceduto per volontaria assunzione di stupefacenti (si confrontino in particolare gli esiti degli esami medico legali, chimico-tossicologici e dattiloscopici in sede di incidenti probatori).
La circostanza che Attilio Manca fosse dedito all’assunzione di stupefacenti è emersa, in guisa inequivoca, dall’espletato esame tricologico (le dichiarazioni di Gentile Angela si riferiscono ad epoca risalente).
Tutte le investigazioni volte ad escludere l’autoinoculazione dello stupefacente (tranne una, come poi si vedrà) non trovano appiglio nel mancinismo dell’urologo defunto dovendo essere il chirurgo necessariamente ambidestro, particolarmente negli interventi di prostatectomia laparoscopica”».
«Nella medesima ordinanza si chiarisce, altresì ed inequivocabilmente, come sia stata esclusa la esistenza di qualsiasi “elemento concreto emerso in ordine al ventilato omicidio che giustifichi le altre investigazioni suppletive, le quali debbono, invece, caratterizzarsi per l’inerenza all’ipotesi omicidiaria ad opera di appartenenti alla mafia in collegamento con Bernardo Provenzano” perché, continua il Gip, detta ipotesi “si fonda su elementi di mera supposizione che non trovano alcun riscontro indiziario nelle risultanze delle espletate indagini”».
«Conclude ancora il Gip, “sia la verosimile assunzione volontaria di Tranquirit, sia la presenza sul corpo di Attilio Manca di due soli segni di agopuntura sono incompatibili con la somministrazione di eroina contro la volontà dello stesso”».
«Chiusa, pertanto, la reiterata e “mera supposizione” dell’omicidio di mafia, definitivamente accantonata, il Gip di Viterbo, con la richiamata ordinanza del 30 novembre 2011, ha assegnato “il termine di mesi quattro al Pm perché proceda all’accertamento dell’eventuale presenza di impronte papillari sulle siringhe rinvenute e sequestrate nell’abitazione di Attilio Manca e in caso positivo alla comparazione di esse con tutte le altre impronte acquisite agli atti del procedimento”, la cui ipotesi delittuosa resta quella prevista dagli artt. 73 D.P.R. 309/90, 586, 589 c.p., cioè di morte quale conseguenza non voluta a seguito di cessione e/o vendita di eroina».
«Tanto nel rispetto assoluto del contenuto della ordinanza del Gip di Viterbo e di una verità spesso taciuta, nell’attesa che essa, finalmente, sia sottoscritta da un giudice».
Avv. Franco Bertolone – Avv. Sergio Russo