Terminato l’esame sui vestiti indossati da Viviana Parisi al momento del ritrovamento del corpo. Per il medico legale il Dna potrebbe essere deteriorato e rendere la sua estrazione non agevole. La tesi dell’avvocato.
Forse l’autopsia sui resti del corpo del bambino ad inizio della prossima settimana.
Mentre è tterminato presso il laboratorio della Polizia scientifica di Palermo l’esame sui vestiti indossati da Viviana Parisi. Presente anche il medico legale incaricato dalla Procura di Patti Elvira Ventura Spagnolo che ha eseguito gli esami su una campionatura. Successivamente la polizia scientifica farà delle indagini genetico forensi sui campioni.
“Abbiamo fatto dei prelievi – ha spiegato il medico – al fine di effettuare delle successive indagini di carattere genetico-forense. Quindi l’estrazione di Dna per capire intanto la tipologia di materiale presente sull’indumento. E a quel punto viene individuato se si tratta di materiale di natura umana e si estrae il Dna. Bisogna considerare che essendo un indumento indossato da un cadavere in avanzato stato di putrefazione può essere intriso di materiali putrefattivi e quindi il Dna può essere deteriorato, dunque non necessariamente la sua estrazione può essere agevole”.
“Si procederà poi con indagini di carattere genetico sempre per il discorso del Dna su altro materiale biologico però verrà fatto successivamente”. Oggi per il medico legale “non poteva emergere nulla perché si effettuano i prelievi successivi”.
Intanto i familiari della dj parlando via social.
“Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo Gioele”. Ne è convinto Claudio Mondello, legale e cugino di Daniele Mondello, che affida a Facebook la sua ricostruzione dei fatti accaduti a Caronia.
“Il bambino sfugge alla vigilanza della madre – dopo incidente stradale – e si allontana, forse anche solo di pochi passi, probabilmente qualcosa, in quello scenario di campagna, attira la sua attenzione oppure lo spaventa. La madre, terrorizzata, cerca disperatamente di trovarlo, ma i suoi tentativi falliscono”.
“Al fine di meglio orientarsi, quindi, decide di salire sul pilone della corrente – aggiunge il post- e guadagnare una posizione di privilegio rispetto al luogo circostante. E’ vero che il traliccio è posto più in basso rispetto alla collina adiacente, ma è l’unica tipologia di struttura che consenta di guardarsi intorno a 360 gradi. e’ compatibile, pertanto, con l’idea di chi voglia perlustrare la zona limitrofa; probabilmente – è l’ipotesi del legale – per guadagnare il contatto visivo col bambino”.
“Da quella posizione – ipotizza ancora Claudio Mondello – Viviana, finalmente, rintraccia Gioele: si affretta a scendere, ma, probabilmente per evitare di perdere tempo, ritiene preferibile saltare. Questa scelta le è fatale. da questo punto in poi faccio mia la ricostruzione di chi ha restituito Gioele alla propria famiglia: Giuseppe D Bello, ex brigadiere dei carabinieri.
E’ probabile – sottolinea – che il bambino abbia vagato tra i boschi fino al momento in cui è incorso in un incontro funesto (forse un suino nero dei Nebrodi; in zona ve ne sono molteplici sia da allevamento che allo stato brado). Quanto sopra deve essere vagliato, in modo accurato, e supportato da evidenze tali da rendere impossibile ogni alternativa possibile. Un lavoro – conclude Claudio Mondello – che impone pazienza, rispetto e silenzio”.
Su Facebook il marito di Viviana Parisi e padre di Giole, Daniele Mondello, non molla e punta ancora il dito contro l’inefficienza delle ricerche postando un video su Facebook in cui si vede un cameraman che riprende un militare, ma senza giustificare alcuno, quello potrebbe essere un video che tecnicamente è una “copertura” per il montaggio di un video-servizio.
“Questo video me l’hanno mandato. Non so cosa pensare. – commenta Mondello – Lo stavano cercando cosi’ a mio figlio?”. Poi aggiunge “Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo”.
Secondo quanto racconta Mariella Mondello cognata della giovane dj questa ai primi giugno “aveva chiamato il marito Daniele dicendo che si sentiva male perché aveva ingerito cinque o sei pillole”.
Il marito Daniele la portò subito “al Policlinico di Messina” dove le venne fatta una flebo, racconta. “Ma non sappiamo se è stato un tentativo di suicidio”, poi Viviana “decise di tornare a casa” perché lei “firmò le dimissioni”. Dopo essere tornata a casa “riprese la cura” che le avevano prescritto tempo prima. Due mesi prima, il 17 marzo, in pieno lockdown, la donna era stata portata all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto dove le era stato diagnosticata una forma di “paranoia”.
Per la cognata ha avito avuto un crollo mentale “dovuto a una crisi mistica”.
E’ quanto risulta scritto su un certificato medico rilasciato dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto e che la donna teneva nel cruscotto della sua Opel corsa.
Solo ieri il marito Daniele ha voluto sottolineare che la donna “negli ultimi periodi non era in cura e non prendeva pillole”.
Pietro Venuti e Claudio Mondello mostrano il verbale di accesso al pronto soccorso del 28 giugno scorso. La deejay che era sotto cura aveva preso una dose maggiore di pillole e aveva paura che le potessero fare male. “Verbale di Pronto Soccorso” del 28/06/2020. Codice di urgenza: Giallo. Paziente in atto eupnoica “frequenza respiratoria Normale”, in atto vigile, orientata, collaborante, cute e mucose rosee”- si legge nel documento reso noto dai legali – Due ore, circa, dopo tale accesso, Viviana era a casa. Il giorno seguente: a mare con la propria famiglia.
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