CASSANDRE – La “Caduta” di Laccoto annunciata in tempi non sospetti
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CASSANDRE – La “Caduta” di Laccoto annunciata in tempi non sospetti

Così mentre nulla si sa sull’eventuale ricorso che l’onorevole Giuseppe Laccoto potrebbe presentare contro Francesco De Domenico, – anche se l’amico-avvocato Starvaggi lo esclude – impietosamente, basta cercarli sui motori di ricerca della rete, emergono retroscena pre-elettorali che letti alla luce del voto sono davvero illuminati. La “testa” di Laccoto, già da tempo, a Messina in tanti la chiedevano. E questo impone diversi punti di domanda anche sulle future elezioni.

Così mentre legali e giuristi studiano la posizione di Franco Di Domenico, per alcuni ineleggibile  visto che l’Università di cui è direttore generale, riceve contributi dalla Regione, nessuno esclude che il già onorevole Laccoto, che è stato il secondo degli eletti nella lista del Partito Democratico in provincia di Messina, possa muover pedina per sollecitarne la decadenza, vengono fuori altre situazioni politiche, passate ai più inosservate, proprio nelle zone d’ombra del Pd messinese.

Infatti rileggendo, anche alla luce del voto, quanto scritto il primo ottobre della giornalista Adele Fortino, nel suo blog “l’Opinione” si trovano spunti interessanti di riflessione politica.

La Fortino ben conosce quell’ambiente, lo osserva e lo vive praticamente da sempre, non a caso evidenzia come Di Domenico stia al centro di quella strategia messa a punto da Matteo Renzi, qualche anno fa, con le Università del Mezzogiorno d’Italia, per ridare energia al partito.

Lei anticipando ampiamente i tempi fa anche qualche nome, e pure ne azzecca tanti, e nell’articolo già raffigura nel candidato che rappresenta l’Università una rotta che veleggia verso il successo con la benedizione del Rettore Pietro Navarra.

Operazione, che la giornalista definisce “intelligente e condivisibile, anche se spruzzata da un velo di spregiudicatezza”, e che pone l’Università soggetto in grado di coinvolgere in termini di voti “trasversale” non solo la città ma anche la provincia – come si è dimostrato – oltre che a un ovvio innalzamento del livello culturale.

Ma andando oltre Franco De Domenico è visto a Messina come la punta dlel’iceberg di quell’Unversità, e del suo ambiente, che intende contarsi anche in un prossimo futuro, in occasione delle imminenti competizioni Amministrative e soprattutto nelle ormai prossime Politiche del 2018.

Strano che Pippo Laccoto, che certamente non è l’ultimo arrivato, non abbia percepito l’aria che tirava, oppure altro ci cova.

 

La presentazione di un paventato ricorso anti-De Domenico potrebbe chiarire eventuali dubbi, visto che nel Congresso, nella passata estate,  con Mario Bolognari – direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Ateneo peloritano  – aveva visto proprio l’onorevole brolese vincente su tutta la linea, aprendo anche una querelle sulla fase del tesseramento finita a Roma, con la definizione di Paolo Starvaggi segretario provinciale.

Propri Starvaggi, recentemente entusiasta per il successo che ritiene aver ottenuto il Pd ” Ci davano per morti invece non solo siamo sopravvissuti ma abbiamo preso 31 mila preferenze nonostante 3 candidati in meno nella lista a causa del pasticcio Arcipelago […] un risultato che nessuno si aspettava”. sembra comunque mettere una pietra tombale sul ricorso di Laccoto. Infatti secondo il segretario provinciale del Pd l’elezione di De Domenico che ha lasciato indietro, di tanto, e fuori dall’Ars Pippo Laccoto non avrà ripercussioni in termini di ricorsi. Lui stesso – si legge in una dichiarazione apparsa su informatore24orenews solo qualche giorno fa – nella presentazione delle candidature aveva chiesto chiarimenti all’assessorato agli Enti locali (su richiesta dello stesso De Domenico) in merito alla sua candidabilità.

Quindi una candidatura inoppugnabile.

Ma che ruolo ha avuto in questo scacchiere l’esecutivo della direzione, formato da una decina di componenti coordinati da Teodoro La Monica, sindacalista della Cgil nonché militante del Pd, ma comunista da sempre?

Ovviamente in giornate intrise di veleni politici anche il voto disgiunto, le accoppiate tra Cancelleri e esponenti del Pd, hanno un retrogusto amaro, sanno di fiele e tradimento e lascia perplessi, agli osservatori della politica, anche le campagne tiepide, a parte quella sanguigna di Emanuele Giglia, che hanno caratterizzato molti candidati del Pd.

Altri scenari sono pronti. Merce di scambio politico.. ed allora quali richieste sul tavolo?.

Di certo Antoci, Calanna e company apparsi defilati in fase di indicazione di voto, o comunque entrati in partita in zona Cesarini, sono lo specchio di questa situazione dove anche la dispora di vota in sacche storicamente di matrice Pd resta un rebus, non certo attribuibile solo all’azione di destabilizzante dell’assenza di Genovese.

le prossime settimane saranno illuminati in un momento il cui il Pd messinese – a dispetto di sfrontati ottimismi – è in caduta libera.

Una cosa è certa Laccoto, come l’araba fenice, è lì.

Nessuno pensi mai che si metterà di lato.

 

Per leggere altre analisi del voto “a sinistra” e più “a sinistra”

http://scomunicando.hopto.org/notizie/ciccio-natoli-disastro-del-centrosinistra-sicilia-annunciato/

MARCELLO CORRAO – La sinistra in Sicilia, come nel resto del Paese, ha urgente bisogno di rifondarsi

per leggere integralmente l’articolo di Adele Fortino

https://adelefortino.blogspot.it/2017/10/la-new-entry-del-pd-franco-de-domenico.html

per leggere l’artico richiamato su Starvaggi

Paolo Starvaggi: Con 31 mila voti siamo competitivi.Un Pd aperto sarà grande

13 Novembre 2017

Autore:

redazione


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