Saranno inseriti all’interno di un progetto sperimentale denominato “Galoppo Libero” i due cavalli dopati sottratti alla malavita messinese
dalla Questura di Messina e trasferiti nei giorni scorsi presso il maneggio comunale di Castell’Umberto. Galoppo Libero è un progetto sperimentale promosso dall’Osservatorio Regionale Ambiente & Legalità di Legambiente Sicilia e dall’Osservatorio Nazionale Ambiente & Legalità di Legambiente per realizzare il primo Centro di recupero e riabilitazione dei cavalli sequestrati dalle forze dell’Ordine nel corso di corse clandestine organizzate dalla criminalità organizzata.
La struttura ha l’obiettivo di collaborare con le forze dell’ordine al fine di strappare alla malavita organizzata la materiale disponibilità degli animali e stroncare il fenomeno dello corse clandestine a Messina.
Il progetto si avvale del lavoro di volontari dell’Associazione CESAS Onlus – Centro Scientifico per l’Ambiente e la Sicurezza che ha messo a disposizione uno staff tecnico scientifico formato da un istruttore di cavalli esperto in rieducazione e da due medici veterinari che hanno già stretto rapporti con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Messina che ha già fornito la disponibilità a dare un supporto scientifico al progetto.
L’obiettivo scientifico è quello di realizzare ed applicare un protocollo sperimentale per la disintossicazione e la rieducazione dei cavalli e il loro utilizzo in attività socialmente utili.
Al progetto hanno già aderito informalmente diversi partner privati ed istituzionali, come il Parco dei Nebrodi.
Il 25 aprile e il 1 maggio i volontari di Legambiente e del Cesas saranno alla Pineta di Castell’Umberto per promuovere una raccolta fondi per contribuire a finanziare il progetto di recupero e far conoscere ai visitatori la storia dei due cavalli divenuti famosi anche dopo il servizio di Striscia la Notizia e sensibilizzare i cittadini sul fenomeno della corse clandestine. Inoltre nei prossimi giorni partirà un concorso che vedrà il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole dei Nebrodi per scegliere il nome da dare ai due cavalli sequestrati.
Un esempio concreto di legalità, perché anche così si combatte l’Ecomafia.
i fatti:
L’OPERAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO
Il 6 dicembre 2010, con un’operazione lampo, frutto di indagini ed appostamenti, la Squadra Mobile, il Commissariato Messina Nord e l’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, della Questura di Messina, erano riusciti a bloccare una gara clandestina di cavalli in atto lungo il litorale nord della città. L’operazione culminò con la denuncia di cinque persone, tra cui due fantini e altrettanti proprietari di cavalli, per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti, maltrattamento di animali e organizzazione di corse clandestine. In quell’occasione, inoltre, venne rinvenuto e sequestrato materiale dopante all’interno delle stalle dove erano segregate le povere bestie. Dagli accertamenti effettuati emerse che i quadrupedi erano imbottiti di farmaci somministrati con l’obiettivo di migliorare la resistenza e la potenza.
L’operazione della Polizia ebbe un risalto nazionale con il servizio di Edoardo Stoppa, giornalista di Striscia la Notizia che aveva documentato le corse clandestine di cavalli a Messina e partecipato al blitz della Polizia di Stato.
Giorno 12 aprile la Squadra Mobile della Questura di Messina e il Reparto a Cavallo di Catania della Polizia ha prelevato i due animali e li ha trasferiti con tanto di scorta presso il maneggio del Comune di Castell’Umberto, ai confini del Parco dei Nebrodi.
Ufficio Stampa Legambiente Sicilia