CEFALU’ – Porsche in Targa Florio
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CEFALU’ – Porsche in Targa Florio

requirezSalvatore Requirez storico ed esperto di automobilismo sportivo sarà al teatro comunale di Cefalù, assieme ad altri esperti del settore, per tenere una conferenza sulla Porsche e le corse siciliane. Ha pubblicato diversi testi sulla Targa Florio e non solo. Gli abbiamo chiesto un intervento che gentilmente ci ha offerto.
La Porsche è la marca che ha scritto più volte il suo nome nell’albo d’oro della Targa Florio di velocità. Se dovessimo allargare la lettura statistica ai successi di scuderia la classifica vedrebbe primeggiare anche la Ferrari in quanto a questa andrebbe ascritta qualche vittoria conseguita dall’Alfa Romeo negli Anni Ruggenti. Ma l’importanza del rapporto tra Porsche e la corsa siciliana va oltre il semplice conto dei primati. È un rapporto che rimanda a figure di uomini che hanno scritto pagine tra le più belle della storia dell’automobilismo sportivo del secolo scorso. Ferdinand Porsche, il professore, come Enzo Ferrari ingegnere H.C., ma diversamente da questo sempre pronto, matita in mano, a tracciar il livello del suo sapere tecnico, mise per la prima volta piede sulle Madonie nel 1922. In quell’occasione curava messa a punto delle piccole Sascha Austro Daimler. C’è la mano del professore boemo anche nel successo della strepitosa Mercedes di Christian Werner nel 1924, ma non curò mai una vettura col suo nome nelle corse in Sicilia come altrove. Sarà suo figlio Ferdinand Anton, Ferry, Porsche a creare il marchio e raccogliere i primi successi di classe come avvenne a Le Mans nel 1951, proprio l’anno della scomparsa del gran vecchio, che dopo la persecuzione politica e la prigionia in Francia, seguite al comporsi del secondo conflitto mondiale, si era voluto ritirare a vita privata. Annotare il primo successo in terra francese spinge a chiedersi quale tra le due più classiche gare di durata abbia contribuito maggiormente alla crescita del nome di Porsche accompagnandolo all’ingresso dell’Olimpo dei Grandi. Di certo la 24 ore di Le Mans, la corsa automobilistica più bella e più famosa di tutti i tempi, conta una raffica di successi Porsche concentrati in un trentennio a cui si deve la clamorosa affermazione della supremazia retrospettiva della casa tedesca su qualsiasi altro concorrente. Però il primo successo della cavallina di Stoccarda deve registrarsi nel 1970, con la strepitosa 917 K. Solo tre anni dopo sarebbe arrivato, con una 911, l’ultimo successo in terra di Sicilia ad opera di Muller e van Lennep. Ma in Targa Florio la Porsche aveva trionfato ben altre dieci volte! È proprio la corsa delle Madonie, dunque, la più prestigiosa gara che ha scandito anno dopo anno, successo dopo successo, il cammino della Porsche verso la definitiva affermazione nel panorama dell’automobilismo sportivo. Infatti risale al 1956 la prima vittoria in gara di mondiale livello, lo strepitoso assolo di Umberto Maglioli con la 550 A, inizialmente schierata in coppia con Huschke von Hanstein, altro mitico personaggio a cui si deve la regia delle vittorie. Era una vettura piccola, leggera e bilanciata, ben più efficace dei mostri che potevano contare su potenze e cilindrate più che doppie. Su questi principi si svilupperanno i successivi modelli della casa tedesca che troveranno proprio sul tortuoso tracciato siciliano le ragioni tecniche per esaltarsi e per continuare lo sviluppo. Più volte all’anno, per settimane i tecnici della Porsche venivano a provare in Sicilia la gara con passione e metodo, non lesinando spese e sperimentazioni. Stabilirono un particolare feeling con l’ambiente e con la popolazione, capace di esaltarsi per il loro impegno sportivo. Seguiranno a ragione i successi dei modelli 718, nelle sue molteplici versioni, della bellissima 904, delle 906, 910, 907, fino alla compatta 908 detentrice del record assoluto sul giro del circuito di 72 chilometri. Fino al canto del cigno, all’inaspettato trionfo, nel 1973, della 911 RSR, frutto della terza generazione con Ferdinand Alexander, Butzi, Porsche, con cui si chiude non solo la serie di vittorie tedesche ma la stessa epopea mondiale della Targa Florio. E se fosse continuata? Chi avrebbe interrotto la supremazia Porsche che dalla seconda metà degli anni Settanta in poi si impossessò di una trafila di campionati mondiali? Chi avrebbe battuto il memorabile record di Kinnunen sul giro corto? Con ogni probabilità una Porsche. Una ipotesi utopica? Eppure la storia di quegli anni fornisce qualcosa più che un indizio. Si prenda come riferimento il mitico Nurburgring, circuito che, anche se molto più veloce del Madonie, ne ripropone le caratteristiche di fondo lungo i suoi 23 chilometri. A metà degli anni Settanta Niki Lauda, prima di subirvi un incidente che segnerà per sempre lui e il destino del tracciato tedesco, stabilì un primato sul giro scendendo, primo e unico al mondo, di un paio di secondi sotto i sette minuti. Un tempo che i più ritennero imbattibile. Qualche anno dopo, un giovane di belle speranze ma già velocissimo, il tedesco Stefan Bellof, demolì quel tempo portandolo, sempre in prova, a 6 primi e 11 secondi sul giro. La macchina? Una Porsche 956, un gioiello di equilibrio dinamico. Con i se e con i forse non si fa la storia, ma si può aver ragionevole certezza che se quella macchina avesse girato sul corto delle Madonie non avrebbe avuto alcun rispetto nello sbriciolare il primato della sua nonnina, la bicicletta 908/3, stabilendo il nuovo record come del resto aveva fatto in tutti gli altri circuiti stradali su cui si cimentò.

Salvatore Requirez

(cefalunews. sicilia.it)

30 Settembre 2010

Autore:

admin


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