Il Movimento per l’Autonomia comunica il proprio dissenso per l’emendamento alla finanziaria, giàpassato al Senato, che permette la vendita dei beni confiscati alla mafia sottraendoli, di fatto, al loro riutilizzo per fini sociali, come sancito dalla L. 109/96.
Non è ammissibile vanificare, tranne in casi straordinari, il lavoro ed il sacrificio di chi ha anche donato la vita per i nobili obbiettivi proposti nella legge 109 del 1996, di cui ricordiamo che la prima stesura fu di Pio La Torre, che ha visto raccolte milioni di firme in tutta Italia permettendone l’approvazione, e quindi di poter affidare i beni confiscati alle mafie ad associazioni che li riutilizzassero a fini sociali come la creazione di posti di lavoro.
Da allora in poi diverse sono state le iniziative in tutt’Italia che effettivamente mostravano alta valenza sociale e ricaduta occupazionale, come l’indubbia validitàe credibilitàdell’opera portata avanti dall’associazione Libera nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della legalità, con l’attuazione di diverse iniziative tra le quali la “La Bottega dei Sapori†inaugurata dall’ex Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, e dal Presidente dell’associazione Libera, Don Luigi Ciotti, che si sarebbe occupata della vendita dei beni prodotti dalle cooperative assegnatarie dei terreni confiscati alla mafia.
Inoltre ricordiamo gli accordi fatti nel 2005 con la grande distribuzione, per la commercializzazione dei prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafia ed assegnati a cooperative sociali.
L’emendamento votato oggi, che consente allo Stato di fare cassa con la vendita dei beni confiscati alla mafia, di fatto è consequenziale alle dichiarazioni di taluni rappresentanti del Governo, che giànel 2008 manifestavano la volontàdi eliminare l’opportunitàdell’Autonomie locali di riutilizzare i beni confiscati, in favore di una gestione degli stessi diretta da parte del Ministero competente.
Occorre pertanto che la nostra deputazione nazionale, gli eletti messinesi al Parlamento Nazionale, intervengano con decisione per scongiurare questo ennesimo gravissimo nocumento per la terra siciliana, che rischia oggi di vedere, unita alla tragedia sociale del fenomeno delinquenziale che i siciliani hanno dovuto subire, la beffa della vendita di quei beni confiscati alla Mafia per risanare le casse dello Stato, con il potenziale rischio del riacquisto degli stessi da parte delle varie associazioni a delinquere siciliane e nazionali, che lascerebbero di fatto noi siciliani con il messaggio di uno Stato assente che nulla vuole fare per riabilitare l’immagine di una terra che per troppo tempo ha sofferto lo strapotere e la violenza delle organizzazioni mafiose sul territorio, e che merita senza alcun dubbio l’opportunitàdi riscattare la propria immagine, anche attraverso l’utilizzo in forma positiva di ciò che ferocemente nel tempo ci è stato tolto.
Da qui la decisione di richiedere immediatamente nelle prossima conferenza dei capigruppo, di rispolverare la nostra proposta di Consiglio straordinario ai sensi dell’art. 10 punto 2 del regolamento del Consiglio Provinciale presentata il 20 Novembre 2008, sottoscritta da oltre venti consiglieri provinciali di tutti gli schieramenti, che inspiegabilmente ha trovato spazio solo come uno
dei tanti punti abbandonati all’interno dell’ordine del giorno del Consiglio e non invece come previsto, la convocazione di opportuna seduta d’Aula con il seguente ed esclusivo Ordine del giorno: “Proposta di intervento del Presidente della Provincia Regionale di Messina, presso il Presidente della Regione Siciliana affinché si salvaguardino competenze, diritti e prerogative territoriali regionali in merito alla vendita ed il consumo dei prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafiaâ€Â.
Pertanto, in considerazione di quanto importante sarebbe stato aver giàpotuto trattare questo attuale documento di indirizzo per l’Amministrazione Provinciale e per la nostra deputazione a tutti i livelli, l’auspicio del gruppo del Movimento per l’Autonomia, che simili ingiustificati ed irrazionali ritardi nel trattare le proposte dei Consiglieri non avvengano più, con un Presidente del Consiglio più attento nell’osservare rigorosamente i propositi del regolamento del Consiglio Provinciale, e soprattutto le esigenze della nostra terra, sin troppo provata dalle lentezze burocratiche ed amministrative delle strutture Istituzionali messinesi.
Il Consigliere Provinciale
Roberto Cerreti
Capo Gruppo M.P.A.