«Sono certo che la mia voce, anche se spenta, rimarrà ammonitrice per la moralità e per la libertà nella vita politica: una voce contro lo statalismo, contro la demagogia, contro il marxismo». (Don Luigi Sturzo)
La nostra esperienza politica ed istituzionale, sempre più spesso, ci porta a scontrarci con una tristissima realtà che inevitabilmente traumatizza un sistema politico già compromesso da seri ed evidenti traumi gestionali, dovuti anche alle cosiddette logiche dei “SOTTOGOVERNI E DELLE SOTTOMISSIONI”.
Abbiamo assistito in questi giorni a palesi scontri interni al MPA messinese, che se anche seguite da dichiarazioni pacifiste e discutibili di dirigenti provinciali del partito, in vero lasciano “il tempo che trovano”, rispetto alle enormi criticità oramai ben note all’opinione pubblica.
Se pur comprensibili le reazioni del Presidente del Consiglio comunale Pippo Previti agli attacchi insistenti e non proprio ortodossi dell’associazione “Art.1- Autonomia e libertà” e del suo rappresentante ed iscritto autonomista Alessandro La Cava, mi auguro che la nota provocatoria inviata ai commissari del partito, provinciale e regionale, on. Lo Monte e Sen. Oliva, possano trovare nella saggezza delle loro riflessioni, il giusto monito ad una situazione di disagio che si vive nel MPA di Messina, purtroppo rimasto movimento e contenitore elettorale, e mai evolutosi in Partito.
Se veramente si vogliono affrontare le reali criticità autonomiste nella nostra provincia, bisogna avere il coraggio di indicare i veri responsabili di tali tensioni, oltrepassando il facile uso dello scagliarsi contro il cosiddetto “muro basso”, ovvero colui che nulla poteva e niente può rispetto alle logiche organizzative del movimento a livello nazionale, che purtroppo troppe vittime politiche ha seminato nella propria evoluzione.
Sarebbe un enorme danno continuare nella logica della divisione e dei separatismi interni al MPA Messinese, continuando con quella “voluta disgregazione”, che ha solo favorito lo strapotere delle vicine Catania e Palermo, non per volere di chi gestisce gli Autonomisti a Messina, ma sicuramente più per la complicità di chi, per evidente interesse personale, ha assolto solo ed esclusivamente a posizioni non di vantaggio nell’economia del Movimento nella nostra provincia.
Se davvero dovessimo pensare al documento di espulsione di La Cava come atto punitivo per chi, senza dubbio esagerando in modi e termini, ha tentato di esprimere le proprie idee, allora io, notoriamente critico per la disparità di trattamento riservate a Messina da parte del Governo Regionale, soprattutto in ambito di sanità e mobilità, dovrei per primo essere espulso dal MPA, andando a riempire la lista di coloro che invece per scelta autonoma, negli ultimi due anni, traditi nelle proprie aspettative ed in quelle per nostra provincia, hanno abbandonato la causa autonomista, quali i Consiglieri Provinciali Panetta, Calì, Lombardo e Calà, ed i Consiglieri Comunali di Messina Spicuzza, Serra e Cantello.
La verità è che prima di giudicare un iscritto che in ogni caso si è speso nelle liste del MPA, anche per tentare di arginare l’emorragia costante di perdite nel partito, avremmo dovuto dargli un ruolo politico o istituzionale, magari attingendo ad uno dei tanti ottenuti dalla sig.ra Daniela Bruno nella sua “faticosa militanza” autonomista sia in ambito di rappresentanza provinciale che regionale, così da poterlo giudicare per le sue caratteristiche gestionali, e non per aver espresso, anche se ripeto in modo irriguardoso, riflessioni serie sulla necessità di conformarci alle indicazioni lombardiane, chiedendo per conseguenza le dimissioni degli assessori provinciali dalle coalizioni del PDL, con in testa la suddetta anche in veste di coordinatrice provinciale del MPA, che potrebbe per lo meno, visti i discutibili risultati amministrativi e partitici prodotti, con un gesto di alto profilo, le sue dimissioni da assessore provinciale, donare il primo significativo segnale di appartenenza anche al nostro Movimento!
Il Consigliere Provinciale
Roberto Cerreti