I sindacati degli anziani di Cgil, Cisl e Uil incontrano oggi ( 4 maggio) il sindaco di S.Agata Bruno Mancuso per avanzare un serie di proposte contro il disagio sociale e l’esclusione. Pesanti le critiche che SPI, FNP e UILP avanzano nei confronti degli interlocutori pubblici dell’hinterland e rigorosa l’analisi delle carenze e delle inefficienze.
I segretari generali Muscolino, Locorotondo e Catania criticano l’operato del distretto socio-sanitario che ha presentato il piano 2010/2012 con mesi di ritardo facendoselo bocciare dall’assessorato regionale perchè elaborato in violazione delle norme che prevedono il co-finanziamento. Ad oggi ancora con il rischio della perdita di finanziamenti per milioni di euro (3.000.000) il distretto D31 è privo di quelle risorse che avrebbero dovuto essere utilizzare a partire da quattro mesi fa, così come si sta facendo in altri distretti (Milazzo) della nostra provincia ove maggiore è l’attenzione e la sensibilità per la coesione sociale.
Criticano l’Unione dei Nebrodi ( S.Agata, Capo D’Orlando, Caronia, Torrenova, S.Fratello, S.Stefano) che pur essendo inclusa da un anno e mezzo fra i fruitori dei finanziamenti dell’assessorato regionale all’agricoltura per la realizzazione del mercato dell’agricoltore, ad oggi non lo hanno avviato. Il mercato consentirebbe di abbattere l’intermediazione parassitaria riducendo anche del cinquanta per cento i prezzi dei prodotti e quindi consentendo notevoli risparmi alle famiglie; valorizzerebbe la produzione locale delle aziende agricole e zootecniche, garantirebbe la genuinità dei prodotti. Con specifico riferimento al comune di S.Agata SPI, FNP e UILP presentano una radiografia della popolazione anziana allarmante: più di un quarto della popolazione (25,32) è over 60, il 21%di essa è invalido, 1200 persone in gran parte vedovi e ultrasettantenni vivono sole, 1400 pensionati pari quasi al 50% hanno un reddito al di sotto della povertà .
A fronte di tutto questo la spesa per il sociale da parte del comune è modesta ( circa 2 milioni), i servizi non sempre sono di livello qualitativo adeguato ed i controlli sociali sono inesistenti, ma soprattutto e peggio di tutto, troppe persone anzianissime e sole o non autosufficienti e diversamente abili sono pressochè abbandonate.
I sindacati chiedono anzitutto trasparenza e priorità per gli esclusi. Concretamente e da subito chiedono la realizzazione di una “carta dei servizi”, da recapitare ad ogni famiglia, che in maniera semplice dica quali forme di assistenza sono disponibili, le condizioni per accedervi, le procedure da seguire. Circa le priorità chiedono che nessuna famiglia di disabili sia lasciata senza assistenza domiciliare integrata e nessun ultrasettantacinquenne sia lasciato solo.
Per i poveri SPI, FNP e UILP avanzano la richiesta di una riduzione di tasse e tariffe mediante l’elevazione della fascia esente dell’addizionale IRPEF e con la riduzione della percentuale dell’importo per la raccolta dei rifiuti.
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