CGIL MESSINA – Con i tagli, la legge Gelmini aumenta le discriminazioni tra nord e sud
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CGIL MESSINA – Con i tagli, la legge Gelmini aumenta le discriminazioni tra nord e sud

logo_cgilScuola, riforma Gelmini. Per la Cgil discriminazioni tra sud e nord, tagli al personale e conseguenze sulla qualità dello studio e sul futuro dei giovani.  Due precarie si raccontano. La Cgil di Messina aderisce formalmente alla manifestazione regionale di domenica 12.
Aumento delle discriminazioni tra nord e sud nelle chance di vita, dei ragazzi e dei tanti docenti che anche dopo 10-15 anni di precarietà e professionalità sono stati licenziati. Questo il giudizio che la Cgil di Messina ha espresso questa mattina sulla Riforma Gelmini e i suoi tagli, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nel Saloncino della Camera del lavoro. Accanto al segretario generale Lillo Oceano e alla segretaria del settore scuola della Cgil, Grazia Maria Pistorino, protagoniste dell’iniziativa sono state Letizia e Rosaria, le due insegnanti che l’anno scorso per protestare contro i tagli al personale precario avevano attuato un clamoroso sciopero della fame davanti al Municipio di Messina.
“Il primo immediato effetto di questa Riforma è la perdita di posti di lavoro ma il secondo, ancor più grave in prospettiva, è l’aumento della disuguaglianza sociale. La Riforma Gelmini- spiega Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina-, dietro la facciata della modernizzazione, crea un sistema che di fatto smantella l’istruzione pubblica, istruzione cui potrà accedere solo chi ha mezzi adeguati e la possibilità, magari, di andare a studiare all’estero. Come si legge nella Costituzione- prosegue Oceano-, nel nostro sistema la scuola è sempre stato lo strumento principe per l’emancipazione e la crescita della mobilità sociale. Scardinare questo sistema significa di fatto bloccare l’ascensore sociale e le chance di vita dei nostri giovani, in particolare quelli già pesantemente penalizzati del Mezzogiorno”.
Nel 2010, mentre a Milano la percentuale di scuole col tempo pieno sale al 96%, a Messina nelle elementari sfiora appena  il 3%.
La legge 133/2008, la legge “Gelmini, ha previsto in tutta Italia il taglio di 1140mila posti di lavoro, la maggior parte dei quali concentrati nel mezzogiorno. “Tagli che – spiega la segretaria generale della Flc Cgil di Messina, Graziamaria Pistorino-, si tradurranno concretamente nella perdita di 1560 posti nella sola provincia di Messina. E in concreto:
•    Molte scuole dell’infanzia funzionano adesso fino alle 12,30 e non più fino alle 16.30;
•    le oltre 160 scuole primarie che, tra il 2009/10 e il 2010/11, avevano richiesto il tempo pieno, con l’autorizzazione del trasporto, della mensa e dei servizi comunali, si sono sentite rispondere dal Ministro: no!
•    Le condizioni disastrose dell’edilizia scolastica
•    Tutti i ragazzi della scuola media passano da 31 a 29 ore si scuola alla settimana: 1ora in meno di Italiano e 1ora in meno di Tecnologia!
•    L’assenza di interventi e forniture di competenza degli enti locali: assistenza ai disabili; materiale didattico e mense; trasporti; manutenzione edifici.
•    21 scuole non avranno più il docente di strumento musicale!
•    la media di alunni per classe alle scuole secondarie si è drasticamente alzata, fino a portare in un prestigioso liceo cittadino (Seguenza) alla media di quasi 31 alunni per classe!
•    i tagli al personale ATA hanno portato alla ridotta di vigilanza su bambini e ragazzi con paradossi di 1 solo collaboratore per plesso!
“In poche parole – prosegue Pistorino- , meno insegnanti per le scuole dell’infanzia, meno insegnanti per il tempo pieno alla primaria, formazione di classi sovraffollate o pluriclassi in piccoli centri di montagna o piccole isole. E le cose nelle scuole medie di primo e secondo grado non vanno certo meglio: meno tempo prolungato, meno ore di Italiano e di Tecnologia, eliminazione di indirizzi, di materie e soprattutto delle ore di scuola, da 36 a 30 negli Istituti Tecnici, meno Latino e Greco al Liceo Classico, meno Geografia all’istituto nautico, meno laboratori per l’istituto d’arte”.
E per dare un volto e concretezza ai tagli e ai numeri, Letizia e Rosaria hanno raccontato la loro esperienza personale, Due storie in bilico tra la fatica dei 15 anni di lavoro e la certezza di un futuro peggiore!
Letizia ha lasciato Messina, ha lavorato al Nord, apprezzata da colleghi e genitori, increduli di vedere una quarantasettenne madre di due figli che lascia tutto per un incarico annuale  che oggi non sa ancora se riuscirà a conquistare.
Sesta in graduatoria a Messina, un’insegnante con molta esperienza, Rosaria Marchetta, che lo scorso anno ha lavorato perché ripescata da una seconda convocazione, al contrario di Letizia ha una certezza: quest’anno niente incarico! Tutti i posti sono stati assegnati ai 201 insegnanti elementari in soprannumero, che si trovano dopo 25-30 di servizio, a 55-60 anni spostate da Messina a Capizzi o a Mistretta.
Oggi siamo qui perché vogliamo, ancora una volta, dare voce alla scuola attaccata e indifesa, una scuola che, demagogie a parte, rappresentava nella primaria, un modello di eccellenza per le statistiche europee, e che oggi, solo grazie all’impegno di tutti i lavoratori tiene con passione e determinazione il peso di riduzioni non giustificate rispetto al numero dei nostri alunni.

La Cgil di Messina intanto annuncia la sua adesione formale alla manifestazione dei precari della scuola che si terrà domani, domenica 12 settembre.

11 Settembre 2010

Autore:

admin


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