Nonostante l’ultima legge – la 9 del 2012 – abbia dichiarato la dimissibilità senza indugio dei soggetti come l’uomo che si è tolto la vita, lo stesso continuava ad essere sottoposto alla misura delle misure di sicurezza presumibilmente per l’assenza da parte dell’Azienda Sanitaria di appartenenza di una proposta di reinserimento. Ciò a causa dei ritardi con cui si procede alla chiusura degli OPG ed
alla costruzione di percorsi realmente alternativi.
Continuiamo a chiedere con forza – insieme a StopOPG – che i Dipartimenti di salute mentale delle Aziende Sanitarie organizzino rapidamente la presa in carico delle persone internate attraverso progetti di terapeutici riabilitativi individuali che ne consentano le immediate dimissioni. Al Governo sollecitiamo il riparto dei
finanziamenti che per queste finalità sono state stanziate proprio dalla legge 9(38 milioni disponibili già nel 2012 e 55 milioni dal 2013).
Fare presto, prestissimo, per fermare la tragedia, chiudere luoghi di sofferenza e deprivazione imposte a persone ingiustamente recluse assicurando percorsi di civiltà con reinserimento e cura adeguati.”
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