Fs : la Cgil denuncia “Nel nuovo orario Tagli confermati”. Aumentano le cuccette a 6 posti, diminuiscono i vagoni letto e le confort. Discriminazioni nord/sud.
Treni e tagli: dal nuovo orario la conferma ai tagli. Soppressi altri due treni a lunga percorrenza e almeno 40 unità personale dell’impianto di Messina. Oceano: “Da Ferrovie dello Stato e Governo politica e strategie aziendali che stanno smantellando l’Unità d’Italia”.
L’Unità Italia almeno nel settore dei trasporti ferroviari è stata definitivamente demolita. Lo denuncia la Cgil di Messina che analizza il nuovo orario dei treni a lunga percorrenza – quelli che collegano la Sicilia con il continente e viceversa- in vigore dal prossimo 12 dicembre.
Dopo oltre un mese di blocco alle prenotazioni dei treni a lunga percorrenza da e per il continente a ridosso delle vacanze natalizie- e non delle Frecce argento che partono dalla Calabria e che hanno tempi di percorrenza ridotti e costi più elevati-, finalmente Trenitalia ha riaperto le prenotazioni che, come la Cgil di Messina aveva ipotizzato, riservano per i siciliani amare sorprese.
Dei 9 (18 se si considerano i viaggi di ritorno) treni a lunga percorrenza ne restano 7. L’offerta posti continua a diminuire per quantità e soprattutto per qualità. Complessivamente i posti disponibili scendono di 696 unità. Si passa dai 4004 dello scorso giugno ai 3728 di ottobre fino ai 3308 del 12 dicembre.
Ad essere tagliati sono i treni notte. E, interessante, è l’analisi della tipologia di posti che vengono tagliati. Aumentano le cuccette a sei posti – le più recenti delle quali risalgono a circa 30 anni fa-, scendono di 32 unità i posti in confort (vetture più moderne a 4 posti-letto per compartimento) e addirittura vengono dimezzati i posti sui vagoni letto che scendono da 428 a 288.
Tagli e riduzioni che esplicano i loro effetti anche sul personale. Si perderanno infatti 4 macchinisti e 4 capitreno per ogni viaggio per un totale di 16 macchinisti e 16 capitreno.
Inoltre vengono soppresse due vetture notte del treno Reggio C.-Venezia che venivano organizzate col personale dell’impianto di Messina: una cuccetta e un vagone letto, con la conseguente perdita di ulteriori 8 unità di personale.
“Il bluff delle rassicurazioni che nulla sarebbe stato tagliato si scontra con i fatti- commenta Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina-. Trenitalia e il governo non solo tagliano i treni che collegano il sud con il nord ma intervengono in maniera ulteriormente discriminatoria tagliando i vagoni letto, utili a sopportare viaggi lunghi, e aumentando le cuccette a sei posti più simili a carri bestiame che al trasporto umano. Tutto questo mentre sopra Salerno investono in Frecce rosse e in stazioni progettate da “archistar” come Zaha Adid (stazione Napoli-Afragola) o Calatrava (stazione Reggio Emilia”, osserva Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina.
“Ad aumentare le nostre preoccupazioni sono poi i continui commenti dell’AD di Trenitalia, Moretti, che va ripetendo che i treni al lunga percorrenza dal sud viaggiano vuoti e quindi vanno tagliati. Cosa accadrà ora, nell’era dei viaggi aerei low cost da 30, che invece dei vagoni letto i viaggiatori troveranno le cuccette a sei posti di 30 anni fa ? Catania e Palermo si reindirizzeranno. Noi a Messina cosa facciamo?”, osserva Pino Foti, segretario generale Filt Cgil Messina che prosegue: “Inoltre, le prenotazioni degli stessi treni a lunga percorrenza tornano indisponibili dopo il 23 gennaio lasciando ipotizzare o un nuovo intervento chirurgico ai danni dei nostri treni o un rafforzamento di quella politica e strategia aziendale che fa gridare ai treni del sud vuoti obbligando chiunque volesse programmare in viaggio a rivolgersi i ad altra tipologia di treno o all’offerta via aria”.
Per Oceano, “L’elemento grave di questa vicenda è che nonostante i ripetuti allarmi lanciati in questi mesi, nessun parlamentare siciliano messinesi inclusi, ha ritenuto di prendere una posizione forte contro le decisioni del Governo perché, non dimentichiamo, Fs sta per Ferrovie dello Stato. Una politica, quella del governo, ben rappresentata dal decantato Piano per il Sud che non prevede alcun investimento per infrastrutture in Sicilia. Se i nostri parlamentari non rappresentano i nostri bisogni, se non difendono la nostra qualità della vita che infatti continua inesorabilmente a calare, chi o cosa rappresentano?”.
“In conclusione- osserva Oceano – Fs taglia mezzi di trasporto, taglia personale siciliano e messinese, taglia il nostro futuro”.
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