Avremmo comunque votato tra marzo e maggio 2023.
Questa schizofrenica crisi di governo anticipa il voto di pochi mesi soltanto.
Ma ci porterà ad affrontare l’autunno più drammatico e straordinario dalla fine della 2° guerra mondiale con un governo che potrà fare soltanto ordinaria amministrazione.
Si voterà con lo stesso identico sistema elettorale di merda che esprime una rappresentanza di merda espressione di un paese nella merda.
Se dalle urne non uscirà una soluzione di governo pronta ed immediata la sessione di bilancio salterà e sarà esercizio provvisorio.
“Giuseppi” voleva 7 mesi di campagna elettorale da affrontare sulle barricate per accontentare i “tavernicoli” e stimolare quell’animus malevolo e disfattista che è da sempre il maggior serbatoio di consensi del Grillismo.
Ma ora al suo interno dovrà vedersela con il più amato dai casinisti: il prode “Diballista”.
Il centrodestra avrebbe vinto comunque.
La Meloni, al di là delle dichiarazioni di facciata, avrebbe avuto l’interesse a mantenere quello status quo di unico oppositore che ha fatto crescere il suo partito.
Salvini, diviso tra l’ala governista che continua a fare man bassa di risorse da sprecare al Nord a discapito del Sud e l’ala malpancista che lo vota anche nel meridione depredato, ha scelto la seconda perché deve tentare di contendere il primato alla Meloni, tanto per riprendere il saccheggio del meridione ci sarà sempre tempo e modo.
Berlusconi è oramai un simulacro strattonato dalle sue favorite.
Letta non ha capito un caxxo e non riesce ad andare oltre lo schema di quel surreale bipolarismo all’Italiota tanto caro al suo mentore, il sopravvalutato “Mortadella” che all’Italia ha fatto solo danni.
Il suo campo largo, buono soltanto per il concime scarso, gli è scoppiato nelle mani.
Renzi resta, insieme a Casini, uno dei più lucidi ma vittima di un temperamento che lo porta quasi sempre a dire le cose giuste con la postura lessicale “sbagliata” (e chi scrive sa bene di cosa stiamo parlando) oramai dopo i traumi da delirio di onnipotenza (deforma costituzionale+italicum+indole traffichina) il suo brillante futuro politico se lo è messo alle spalle.
Sono e resto per il primato della politica ma è impossibile da conciliare con un sistema elettorale che a livello nazionale invece di formare e selezionare classe dirigente sforna per lo più nominati per raccomandazione e/o scappati di casa. il continuo ricorso ai Tecnici sono la prova provata della inutilità di questa classe politica.
Draghi? Tirate le somme, visto chi e cosa lo ha preceduto e visto chi e cosa potrebbe potrebbe succedergli in un quadro sostanzialmente noto ed immutabile, almeno fino all’anno prossimo me lo terrei stretto.
Nino Ricciardello