Secondo la Procura di Patti, Salvatore Russo era il proprietario della pistola con cui ha ucciso Antonino e Fabrizio Contiguglia. Ribaltati gli indizi secondo i quali il giovane di Paternò si sarebbe impossessato dell’arma a seguito di una colluttazione, come invece era trapelato dai primi risvolti investigativi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, frutto anche delle perizie e dei rilievi balistici Salvatore Russo avrebbe estratto dalla tasca dei pantaloni la pistola.
In particolare Cavallo e Apollonio scrivono che Russo dopo aver estratto dalla tasca dei pantaloni una pistola semiautomatica marca Pietro Berretta, calibro 7,65, con matricola abrasa, illegalmente detenuta, esplodeva alla tempia destra di costui – Antonino Contiguglia ndr – e quasi a bruciapelo,a circa 70 cm di distanza, un colpo di tale arma, che attingeva la vittima alla regione fronto-temporale destra del capo […] così cagionando gravi lesioni encefaliche, tali da determinarne il decesso istantaneo.
Russo – secondo i Magistrati – avrebbe poi rivolto l’arma contro Fabrizio Contiguglia, uccidendolo con un solo colpo, che scrivono “esplodeva all’indrizzo di Contiguglia Fabrizio, con la medesima arma, a circa 90 cm di distanza, un colpo di pistola che lo attingeva alla regione zigomatica destra del capo […] così cagionando lesioni al tronco encefalico di portata tale da determinarne il decesso istantaneo.
Russo poi avrebbe sparato anche a Salvatore Contiguglia, raggiunto da tre proiettili e miracolosamente scampato alla morte. C’è anche da aggiungere che a settembre, il tribunale del Riesame aveva confermato l’ordinanza del gip di Patti Ugo Molino, non accogliendo la richiesta di annullamento dell’imputazione per carenza di gravi indizi di colpevolezza, presentata dalla difesa.
La pistola venduta da un cittadino rumeno
Gli investigatori hanno evidenziato che la calibro 7.65 utilizzata da Russo sarebbe stata acquistata nel 2017 da un soggetto non meglio identificato di nazionalità rumena che la deteneva illegalmente. Russo avrebbe nascosto l’arma, caricata con otto cartucce, all’interno di una botola situata nel giardino di casa sua a Paternò. Tra il 14 e il 15 agosto dello scorso anno, Russo ssi sarebbe recato proprio a Paternò per prelevarla nascondendola all’interno dell’abitazione che aveva preso in affitto per trascorrere le vacanze estive.
La lite
Alla base del duplice omicidio resta la lite per la contesa di un parcheggio avvenuta nella giornata del 14 agosto tra Russo, il cugino Daniele Balsamo e Santino Contiguglia. Poi la “richiesta di chiarimenti” avanzata dallo stesso Santino Contiguglia e dai suoi parenti Antonino e Fabrizio rimasti poi uccisi, Vittorio e Salvatore Contiguglia. I cinque si sarebbero recati davanti l’abitazione di Russo e Balsamo intimando loro con minacce e violenza di uscire fuori. Poi la sparatoria. Nei minuti successivi, Vittorio Contiguglia, padre di Fabrizio, già armato di coltello con lama di 15 cm, così come stabilito dalle indagini preliminari, subito dopo l’uccisione del figlio avrebbe minacciato di morte Salvatore Russo e il cugino Daniele Balsamo. “Io venti anni me li sono fatti ed altri venti me li faccio con piacere, vi vengo a prendere ovunque vi trovate” ed ancora “ve la faccio pagare, vi ammazzo”.
Ora la Magistratura giudicante dovrà decidere se mandare a processo i quattro indagati: Salvatore Russo, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio, Santino Giovanni Contiguglia, Vittorio Contiguglia e Salvatore Contiguglia per violenza privata in concorso. Vittorio Contiguglia dovrà rispondere anche per aver portato fuori dalla propria abitazione un coltello senza giustificato motivo.
Non risulta, invece, più indagato Daniele Balsamo, cugino di Russo e presente in quei drammatici attimi.
Ad assistere Russo i legali Enrico Trantino e Salvatore Liotta.
Santino Giovanni Contiguglia è difeso dagli avvocati Luigi Gangemi e Giuseppe Bonavita, quest’ultimo assiste anche Salvatore e Vittorio Contiguglia.