“CICCIO” NATOLI – Il disastro del centrosinistra in Sicilia era annunciato
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“CICCIO” NATOLI – Il disastro del centrosinistra in Sicilia era annunciato

Una nota da parte di Francesco Natoli, una vita da militante, giovanissimo allevato a latte e PCI, che poi ha seguito il percorso politico di un partito, tra movimento, federazione dei Nebrodi, gruppi giovanili e università, sino all’era di Renzi, per fare il punto nel post elezioni regionali. Francesco Natoli, oggi si definisce “militante del PD con scarso entusiasmo”, lui non ha nascosto mai il suo dissenso verso i nuovi vertici del Pd messinese, contestandone metodi e obiettivi, ed ora analizza il dato elettorale, alza l’asticella più in alto, e ci vorrebbe buttar pure il cuore…mentre è convinto, in ambito locale che ” sia Germanà che Laccoto non spariranno dal radar della politica…tutt’altro.” Da leggere.

Caro Direttore Scaffidi (Massimo per gli amici) mi hai chiesto di inviarti un commento ai risultati delle elezioni regionali appena concluse e lo faccio volentieri.

A scanso di equivoci, qualora ce ne fossero, io ho votato Micari e la lista del PD.

L’ho fatto con convinzione per il candidato presidente, di cui conosco doti professionali e umane, essendo stato per anni rappresentante degli studenti di Ingegneria dell’ateneo palermitano, nel quale Fabrizio Micari è stato Preside della Facoltà di Ingegneria, Presidente della Scuola Politecnica ed oggi Rettore.

L’ho definito, fin dalle prime battute di campagna elettorale, “l’uomo giusto al momento sbagliato del centro sinistra in Sicilia”. Un “lord inglese” nei comportamenti e nell’approccio ai problemi, forse troppo per bene per il “tritacarne” dei mass media con il quale i candidati devono fare i conti nella politica del 2017.

Ho votato la lista del PD con senso di responsabilità che ha sopperito lo scarso entusiasmo e il mio punto di vista critico rispetto alla linea  del partito nazionale, regionale e provinciale.

Di questo farò cenno successivamente.

Il disastro del centrosinistra in Sicilia era annunciato.

Non mi sono stupito dei numeri.

Non mi ha colpito il dato dell’astensionismo complessivo: la campagna elettorale l’ho fatta e gli unici sondaggi di cui mi sono fidato sono stati quelli fatti da me stesso a contatto con la gente.

Questo è il dato maggiormente rilevante sui cui bisogna fare una riflessione seria.

E dovrebbero farla anche i “cinque stelle” che con il loro 27% circa sono  primo partito in Sicilia.

Traducendo il dato non credo che il 53% degli astenuti siano delusi dalla cosiddetta vecchia politica ma che quota parte sia delusa a prescindere da tutto e tutti, M5S compreso.

Impresentabili o meno in lista, dentro la cabina ci sono andati i cittadini che hanno scelto Musumeci e la sua coalizione variegata ma compatta: nei fatti Musumeci prende il 2,5% circa in meno della sua coalizione, in barba a chi sostiene di voto scollegato a suo favore (anche se con i miei occhi ho visto “santini” di candidati senza la croce sul simbolo di lista del Presidente nel facsimile della scheda elettorale).

Il voto disgiunto c’è stato, è evidente, tra le liste collegate a Micari (-6,75 %) e Cancelleri (+8 %). Basta guardare le percentuali, i numeri sono “calabresi” e hanno la testa dura.

La lista di Fava che era sintesi di candidati di MDP, S.I., VERDI, autonomi vicini ad Accorinti etc.,supera a stento lo sbarramento regionale con  poco più del 5%.

18 + 5 fa comunque poco e se è vero che in politica 1+1 non fa 2 ma un pò di più, in ogni caso leggo una sconfitta netta del centro sinistra e un risultato fondamentalmente in linea alle aspettative di Fava.

Ciò detto le divisioni tra PD e MDP, tra Renzi e D’Alema, tra chi vuole virare al centro e chi ammicca a sinistra, tra teste dure e durissime, fanno malissimo.

E comporteranno per la sinistra  sonore sconfitte ad ogni livello e latitudine. Da una parte arroganza e scarsa visione politica, dall’altra un atteggiamento suicida nel chiudersi all’angolo in solitudine armati di rancorosa rivalsa.

Fa un pò specie il risultato della lista “Fratelli d’ Italia – Noi con Salvini” che elegge ben tre deputati regionali.

Chiaramente chi conosce i soggetti sa che gli eletti sono più destristi che leghisti; ciononostante il buon Salvini potrà spendere politicamente il risultato a proprio vantaggio e battere cassa chiedendo un assessorato a Musumeci. Ebbene sì, la Lega per la prima volta “entra” in Sicilia. Segno del tempo e dei disegni della coalizioni.

Musumeci ha per un pelo la maggioranza dei deputati all’Ars; non si aprirà la campagna acquisti ma a parer mio una campagna di consegne. Gli aspiranti “governativi” si prenderanno un caffè con Nello e volentieri anche il dessert.

Sul livello provinciale i numeri sono ancora più schiaccianti ed eclatanti. Succede tutto quello che succede a livello regionale ma di più…di più.

Dei dieci deputati eletti (8 nelle liste col proporzionale e due nel listino vincente col maggioritario) nel nostro collegio provinciale, uno solo, De Domenico (PD), è di centro sinistra.

Due sono “cinque stelle”e ben sette di centro destra. Con tre provenienti da  Barcellona Pozzo di Gotto che torna ad essere polo forte di consenso, cancellando nei fatti la posizione avuta fin ora dai Nebrodi con ben due deputati brolesi.

Non stupisce affatto il risultato di Luigi Genovese, figlio di Fancantonio. Il padre ha trasferito da sinistra a destra, dal PD a FI con un breve passaggio in trasferta forzata  tutte le preferenze di cui ha sempre disposto.

Da militante e dirigente del PD che sempre si è opposto alla gestione del partito e ai metodi genovesiani non posso stupirmi. Sarebbe sciocco. Ha nuovamente dimostrato di essere in grado di decidere per sè e per gli altri, ripetendo per filo e per segno con Forza Italia quanto già fatto nel Partito Democratico.

Ho letto attentamente anche i risultati elettorali di Brolo.

Di positivo vedo un elevato dato di affluenza, quasi al 70%, che credo sia il più alto della provincia di Messina, complice naturalmente l’impegno elettorale dei due deputati uscenti ma non solo.

Ho visto impegnarsi anche altri soggetti, mossi probabilmente da grande empatia e affinità nei confronti del candidato sostenuto. Ciò è lecito, legittimo e anche questo è un segno del tempo. Di quello che è passato. Poco in realtà. Ma la gente ha memoria corta e i Brolesi in questo non fanno eccezione.

I dati emersi dalla consultazione (+ o -) hanno rispecchiato le forze in campo e l’impegno profuso dai vari protagonisti e onestamente anche in questo non sono stupito.

Ciò che invece colpisce è  il “day after” brolese: ho visto molta gente smarrita, incredula e triste, sentirsi orfana della mancata riconferma dei due deputati uscenti brolesi. Al limite della depressione come quella che colpì i neozelandesi quando persero il mondiale di rugby per la prima volta.

Oggettivamente l’assenza di una deputazione “territoriale” è da considerarsi una nota negativa, ma rammento a me stesso e a tutti i miei concittadini che in passato la consolidata presenza  di alcuni non è bastata ad evitare il dissesto finanziario e buchi da milioni di euro nel nostro piccolo ma importante comune.

Personalmente credo che sia Germanà che Laccoto non spariranno dal radar della politica…tutt’altro.

L’ultima riflessione la faccio sul Partito Democratico. Non è più il tempo di nascondere la polvere sotto il tappeto in nome della “ditta” ma di affrontare di petto i problemi.

Solo qualche numero: gli aderenti al PD figli dell’ultimo tesseramento “selvaggio” e familistico  in provincia di Messina sono circa 8000; i voti di lista del 5 novembre circa 31.000: qualcosa non torna!

Alle primarie per l’elezione del Segretario Nazionale del PD (Renzi/Orlando/Emiliano per intenderci) dello scorso 30 aprile in provincia di Messina hanno votato circa 16.000 persone: ancora una volta, qualcosa non torna!

La somma delle preferenze delle quattro candidate donne del PD in provincia non supera i 500 voti (proprio vero!); la scelta di queste candidature modeste a livello elettorale e di fatto non preoccupanti per i maschietti in lista, già a bocce ferme escludeva la possibilità del secondo seggio provinciale.

Mi chiedo: ma è questo il modo di comporre le liste?

Fuori Genovese (e le sue 19000 preferenze) dal PD rispetto alla scorsa analoga tornata elettorale non era forse il caso di impiegare le migliori risorse anche in termini elettorali e costruire una lista competitiva anche al suo interno? Credo che su questo il segretario provinciale del PD Starvaggi debba interrogarsi molto e trarre rapidamente le dovute conclusioni.

Chi ha perso dichiara di voler ripartire. Lecito e legittimo. Ma se non si riparte da zero, con la reale costituzione dei circoli territoriali, con linea politica scelta attraverso decisioni collegiali dopo ampie discussioni e se non si investe sulle nuove generazioni non credo che il PD si risolleverà in breve tempo.

A livello personale posso serenamente definire quella per le regionali 2017 la campagna elettorale più brutta di sempre. Zero temi in campo, zero politica, zero entusiasmo, zero riunioni di tesserati in quasi tutti i comuni, zero di tutto. Non è questa la sede per trattare ciò che avrebbero dovuto trattare i candidati presidenti in lizza e i partiti scesi in campo. Non ho questa presunzione e mi attengo alla richiesta del Direttore di Scomunicando di inviargli un’analisi del voto.

La Sicilia è terra conservatrice, la terra del 61 a 0 nei collegi uninominali del Mattarellum da parte del centro destra sul centrosinistra nel 2001 e dopo la parentesi con luci e ombre di Crocetta, complici le scelte degli uomini di Renzi in Sicilia siamo tornati ad un passato che solo qualche mese fa appariva improbabile.

Con il Rosatellum, la nuova legge elettorale per Camera e Senato si prospetta una sconfitta di proporzioni simili alla “Caporetto” di cui sopra. Se nei 22 collegi uninominali non ancora disegnati (si attende un Decreto Legge) fosse confermato e mutuato il voto regionale si tratterebbe di un 21-1 per il centro destra (e il gol della bandiera sarebbe dei cinque stelle).

Se è vero come è vero che la Sicilia è da sempre stata laboratorio politico per nuovi equilibri elettorali sembra proprio che affronteremo le elezioni politiche della prossima primavera su una strada già segnata.

ciccio_natoli_2

11 Novembre 2017

Autore:

redazione


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