24 anni appena compiuti, neo-laureato in scienze bancarie, Dario Presti è il giovane direttore sportivo della Ciesse Volley Brolo, ruolo non facile, in grado di generare passioni d’opposto segno, centro di recriminazioni e plausi, terminale ineludibile di ogni merito e demerito eventuale, quando l’ultima luce della palestra di Via Quasimodo si spegnerà.
Vi raccontiamo di una piacevole cena col massimo esperto tecnico di una delle squadre leader di questo campionato di B1 maschile, un viaggio a ritroso tra speranze e delusioni, esperienze di cui far ‘caro tesoro’ ed obiettivi ancora a portata di mano, dal 1-3 della 12° giornata a Potenza, all’indietro fino all’esonero di Alessandro Lorenzoni, ma anche un’occhiata curiosa in avanti fino al 20° turno di campionato, perché il 17 marzo 2012, salvo sorprese, la classifica saprà dare ragione o torto alle ambizioni ed anche alle singolari scelte di Salvo Messina, presidente in pectore, ed alle legittime aspettative dei ‘Leoni’ che sostengono, indefessamente, la loro squadra del cuore.
Dario ha uno sguardo aperto, sognatore, idealista, curiosamente disponibile ad esplorare, sperimentare le incognite di un futuro personale e professionale tutto ancora da scrivere, da scoprire, da inventare, tutto ancora da vivere. Al giovane Ds brolese va il ringraziamento sincero per la disponibilità accordataci, a Dario, il nostro personale attestato di stima per la schiettezza del suo racconto, per gli spigoli che abbiamo incontrato e raccontato.
Brolo 19 gennaio 2012
All’orizzonte una concreta possibilità playoff, quindi, di pareggiare e superare le incertezze, gli stop d’inizio campionato
“Con i 3 punti di Potenza abbiamo recuperato quelli persi ad Ugento, lascia stare la gara di Foggia – era uno scontro diretto fuori casa – ci può stare perdere lì anche se abbiamo giocato male. Per andare in positivo, serve ancora una vittoria fuori casa, fermo restando quelle in casa – servono quindi 3 punti a Pineto? Anche un tie-break vincente? – anche quello, sarebbero 5 punti noi, 1 loro. – Proviamo ad interpretare i numeri sotto il profilo della capacità di recupero della squadra – A Potenza siamo stati sempre sotto, ma nel momento di massima difficoltà è venuta fuori la squadra, 3 punti che non sono solo numeri a vantaggio, ma valgono per la fiducia in noi stessi, siamo veramente una squadra che può fare bene, che può risolvere quel tipo di situazioni. Il problema è che da due anni non vincevamo una partita fuori casa contro una diretta concorrente, ecco il significato di quei 3 punti. – A Potenza, la squadra è andata giù fin, quando un certo ‘Signore’ non si è arrabbiato cambiando l’esito di gara – Per caso, ti riferisci a don Luca? – Sì, come sempre! Ti chiedo: a Potenza è venuto fuori il solito don Luca o tutta la Ciesse? – Ti racconto il risveglio di domenica mattina a Potenza. Facevo colazione con Giuseppe Romeo, quando Gianluca Nuzzo ci ha detto: “Ho la schiena bloccata” …immagina i nostri pensieri. Lo abbiamo quindi assistito prendendo tutte le precauzioni del caso, rassicurati anche dal fatto che don Luca voleva giocare, voleva essere in campo. Nel primo set, Gianluca ha giocato quattro palloni di cui tre sono andati fuori, ma abbiamo vinto il set, poi gli è presa la ‘nuzzonite’ e…. comunque è venuta fuori tutta la squadra, leggendo i numeri: Argilagos, 12 punti col 50% d’attacco, tutta la squadra è andata in doppia cifra tranne Biagio Pasciuta. Luca non ha giocato da solo, non è stata solo la partita degli opposti. – Oltre alle personalità in campo, Nuzzo e Guerrieri, il riferimento ‘partita degli opposti’ era a quella zona del campo dove transitano le maggiori opportunità d’attacco – certamente le palle decisive, i finali set li hanno giocati loro. – La ricezione? – Parliamo di Alex Argilagos? Salvo Scolaro, da quando è andato via Alessandro Lorenzoni sta benissimo – anche di Lotito – Ricevere non è la sua priorità, è competenza di Argilagos e Scolaro, in questa gara però ha ricevuto con percentuali da ricettore puro. Potenza ha una battuta forte, ma non abbiamo subito nessun aces, semmai forse sofferto quelle flot. Argilagos, con un passato in serie A dove le battute sono per lo più in salto, è uno specialista nel riceverle, la battuta in B1 è diversa. – A Potenza quindi avete recuperato consapevolezza di gruppo, equilibrio di gioco – Soprattutto dei nostri mezzi, ribadisco, da due anni non vincevamo una partita importante fuori casa, era un problema anche psicologico. Sono contento per come siamo venuti fuori da quella gara, eravamo sotto, poi abbiamo recuperato chiudendo il match a nostro favore”.
Spiegami cos’è successo prima di Potenza. A settembre arrivano a Brolo le stelle, un roster decisamente vocato all’attacco, ma certamente non insufficiente in tutto il resto. Arriva anche un allenatore qualificato, con un curriculum importante, ma la Ferrari Ciesse inizia il campionato con l’andatura di una Fiat 500
“Ci sono cose che a tutt’oggi non so come spiegarmi. Se intervisti gli atleti presenti a Brolo, tutti ti diranno che stimano Alessandro Lorenzoni, ma nessuno, ribadisco nessuno, a ‘sputato sangue’ per lui. Questo il dubbio, l’interrogativo a cui non so dare risposta e neanche i giocatori. Quindi: ho stima di te, ma non faccio nulla. Quando le cose vanno male, il primo a saltare è sempre l’allenatore, via Lorenzoni, subito dopo toccava a loro. – I giocatori non si sono spesi per il coach – C’erano delle cose che ci mancavano e non era l’attaccare forte, ma fare la sostanza di gioco, la difesa, la copertura, il muro, l’attacco è una questione anche d’orgoglio, di prestigio, difendere costa fatica, è lavoro, sacrificio, quella è la sostanza del gioco. A noi mancava, totalmente quella parte, ci mancava il sacrificio, la parte in cui un atleta deve sputare sangue per il suo allenatore. Le indicazioni venivano date, ma poi in gioco serviva il sacrificio, in campo c’erano i giocatori, forse la colpa di Alessandro è stata quella d’essere stato troppo buono. La difesa, al contrario dell’attacco, non è di tipo individuale, necessita di un lavoro corale di squadra. – Ad oggi però, non sai ancora risponde sul mancato sacrificio – Credo onestamente però, che questi aspetti non siano stati presi bene in considerazione durante gli allenamenti, durante la fase di gioco. – Possiamo dire che, da parte di tutti, si è curata più la fase offensiva che difensiva? – No, quella fase è legata al ritmo, sono pronto a difendere quando ho il giusto ritmo di gioco, a noi mancava questo, per raggiungere il ritmo giusto, devi massacrare gli atleti, un atteggiamento buonista, se comprensivo al cospetto di giocatori grandi, non ha aiutato. – Problemi di preparazione? – No, lo escludo categoricamente, necessitava essere meno buoni in allenamento per acquisire progressivamente il ritmo di gioco. Se un esercizio non va a buon fine lo si deve ripetere, questo ti consente di ottenere il giusto ritmo. Parlo di buonismo in questo senso. Con l’arrivo di Romeo è cambiato il metodo d’allenamento. – Va via Lorenzoni, si apre una sorta di vertenza con i giocatori, un lungo mese di riflessione. Come siete arrivati alla decisione d’affidare la panchina a Giuseppe Romeo? – Stavamo cercando un sostituto, uno dal polso duro, di una certa caratura, esperto, probabilmente di categoria superiore – in grado di gestire questa particolare situazione – non siamo riusciti a chiudere con nessuno per tante ragioni. Arrivati a Cagliari, andata di Coppa Italia, si trattava della prima vera partita fuori casa perchè venivamo dalla vittoria casalinga contro Ortona, per così dire la gara del riscatto e da Paola che non fa testo – dico la mia, Cagliari a Brolo non mi ha impressionato, non mi è sembrata all’altezza delle formazioni di vertice del nostro girone – in quel momento erano a metà classifica nel loro girone, abbiamo perso 3 a 2 ma è stata la nostra migliore partita sotto il profilo del gioco, tutta ai vantaggi, tiratissima, lì ci siamo detti: quasi, quasi….. era l’8 dicembre. Il 22 dicembre il ritorno di Coppa a Brolo – l’idea Romeo frattanto era maturata – abbiamo parlato con lui, all’inizio non se la sentiva di prendere la squadra in mano – Qual erano, a tuo giudizio, le sue paure? – Era sempre stato un secondo, primo allenatore solo lo scorso anno in C femminile, ci aveva dato disponibilità fino alla partita in casa contro l’Ortona, quindi, esortati a trovare un nuovo coach. Peppe aveva curato tantissimo il suo rapporto personale con i giocatori, credo che questo alla fine fa la differenza, un gruppo meno forte tecnicamente ma coeso, dove tutti si stimano reciprocamente, vince. Il 22 dicembre gli abbiamo proposto un nuovo contratto come primo allenatore, frattanto le sue paure erano svanite, non aveva nulla da perdere e così abbiamo ufficializzato la cosa. Aggiungo che Peppe nei timeout è molto carismatico, grintoso. – In questo momento il rapporto tra coach e squadra? – Tutti lo rispettano, la squadra si fida e segue le sue impostazioni di gara”.
Gli attuali obbiettivi della Ciesse Volley Brolo?
“Quelli d’inizio stagione – la A2, anche il passaggio in prima istanza? – Il quadro globale dice che Matera ha fatto nettamente di più rispetto a Brolo, ma c’è ancora tutto il girone di ritorno, Matera è da 9 per rendimento, per Brolo un 6, ma ci sono ancora tante partite da giocare, tante imprese da realizzare. – Matera ha rinforzato il suo reparto attaccanti con La Rosa, ha quindi valutato le sue eventuali fragilità e ribadito gli obiettivi da raggiungere – Ci aspettiamo di continuare a fare bene in casa senza perdere punti, poi abbiamo tre scogli da superare, gli ostacoli sono Pineto, Casandrino ed Ortona, a Gaeta, pur non sottovalutando l’avversario, ragionevolmente non mi aspetto notevoli difficoltà. Un intero campionato in tre gare”.
In una battuta gli atleti della Ciesse Volley Brolo, profilo tecnico e personale, un aggettivo che sappia definirli
ANDREA LATERZA – Palleggiatore
“Sono dell’avviso che sia il palleggiatore più forte del campionato, un atleta che fa della tecnica pura la sua arma in più, uomo e professionista serio, dentro e fuori dal campo, nelle partite che contano non sbaglia, fin ora è stato così, vedi ad esempio Potenza e Cagliari. Andrea è molto paziente, in una squadra come la nostra questo aiuta moltissimo, pensa a Lotito, Argilagos ecc., tutti reclamano la palla, lui si fa rispettare in primis fuori dal campo, poi anche in gara con una grande pazienza”.Andrea Laterza: PAZIENTE
GIANLUCA NUZZO – Opposto
“Luca si è preso a cuore Brolo. Tecnicamente parliamo di un atleta che è un’icona della pallavolo italiana. E’ disponibile, presente e sta dimostrando d’essere di un’altra categoria, la B1 gli sta ancora stretta e fa la differenza. L’aggettivo per lui: ELEGANTE, elegante in campo come nella vita”.
Gianluca Nuzzo: ELEGANTE
MARCO LOTITO – Schiacciatore
“Un amico e riusciamo a non parlare di pallavolo fuori dal campo. Ci ha dato e ci da tantissimo – un uomo vicino a te, alla società – per ciò che ha fatto in passato, per la sua capacità di rendersi disponibile a Brolo – da questo la fascia da capitano – E’ presente, disponibile, credo possa dare ancora di più sotto il profilo tecnico, sicuramente un attaccante che fa la differenza sulla palla alta, in questa stagione si sta raffinando anche in ricezione. Credo che possa ampliare il suo bagaglio tecnico. Il leader della squadra resta Gianluca Nuzzo, ma con Marco c’è in comune un campionato in più, un percorso più lungo che ha consentito il consolidamento del nostro rapporto”.
Marco Lotito è..: SOLITARIO
ALEXEIS ARGILAGOS – Schiacciatore
“Caratterialmente non l’ho ancora inquadrato. Ha un suo rituale pre-gara – ricerca della concentrazione? – non so è difficile a dirsi, così come inquadrare la sua reale personalità. – Tecnicamente? – Fino a prima dell’infortunio, aveva dato decisamente meno delle aspettative. Adesso sta dimostrando qualcosa di più, non è ancora al massimo, nonostante la statura, alto quasi 2 metri, non fa della potenza la sua priorità, è un atleta molto tecnico. Adesso la squadra sta giocando meglio, spero quindi in un suo incremento di rendimento, non m’interessa quanti punti realizza in partita, il suo compito è ricevere, è stato preso per questo e li deve fare la differenza. – Un aggettivo per lui? – Bhò…”- Ok, faccio io:
Alexeis Argilagos: L’INCOGNITA.
GIUSEPPE COSTANTINO – Centrale
“La purezza di un bambino. – Perplessa, spiega – Ribadisco, la purezza di un bambino. Quando gioca entra in trance agonistica, tutti i gesti che fa, le manifestazioni di gioia ecc., sono dovute a questo, è talmente dentro il ruolo, dentro la gara, da viverla totalmente anche in termini di gestualità. Vive d’emozioni totali. – Chiariamo subito: a Brolo non è il ‘Sindaco’! – Assolutamente no! Stiamo valutando per lui un ruolo da assessore. – Profilo tecnico – Certamente è uno dei più forti centrali della categoria, potente in attacco, sovrasta, buona tecnica anche di spostamento e lettura di muro”.
Giuseppe Costantino: PASSIONALE
BIAGIO PASCIUTA – Centrale
“E’ l’uomo del punto finale, del muro finale. – Freddo, lucido, determinato e determinante – è una questione di freddezza, di lucidità ed esperienza – aggiungo, continuo nel rendimento. Un aggettivo per lui? – Freddo ma solo quando gioca, è una garanzia. Grande abilità di lettura del gioco avversario, dettata anche dalla pluriennale esperienza”.
Biagio Pasciuta è…: BIAGIO PASCIUTA!!!
SALVO SCOLARO – Libero
“In netta ripresa dopo Lorenzoni, mi fido ciecamente di lui, adesso sta facendo bene, lo vedo molto più tranquillo. Tecnicamente tra i più preparati del girone, predilige la difesa alla ricezione, atleta talentuoso di natura, si perfeziona allenamento dopo allenamento. Per lui andrebbe bene il termine spensierato, laddove questo vuol dire che c’è, è presente e te ne accorgi”.
Salvo Scolaro: SPENSIERATEZZA
ALBERTO LIEMBERGER NIETO – Opposto
“E’ un giocatore molto forte solo che davanti ha Nuzzo e non può far vedere quanto vale. E’ un uomo estremamente buono. Queste sono le due cose che contraddistinguono Alberto. – A tuo giudizio, si è rassegnato alla panchina? – Non credo, di sicuro è forte ed ha davanti Nuzzo, forse dovrebbe ritagliarsi un diverso spazio, con determinazione, ha tutte le carte in regola per farlo”.
Alberto Liemberger Nieto: BUONO
GIACOMO PERCOCO – Schiacciatore
“Il pugliese. Giacomo è lucido, consapevole, anche presuntuoso circa le sue capacità, questa è la sua forza, lo chiami in campo, entra sapendo di poter dire la sua e.. riceve. – Percoco è una tua scommessa? – Cercavamo una terza banda che sapesse ricevere, quindi uno forte ma disponibile a stare in panchina. E’ saltato fuori il suo nome, per altro in B2 ha fatto anche il libero, molti però sottolineavano il fatto che proveniva dalla serie C. Tutto vero, ma aveva sempre giocato da titolare, ero certissimo che la sua esperienza sarebbe stata utile e così è stato. Per lui va bene il termine presuntuoso in quanto consapevole dei propri mezzi”.
Giacomo Percoco: PRESUNTUOSO
CARMELO MUSCARA’ – Centrale
“Fino a 20 anni, non ha mai visto un campo da volley, sempre presente ma mai schierato. Gioca pochissimo, del resto ha davanti Costantino, longilineo, una gran voglia di fare e sono contento che stia con noi. Carmelo è un ragazzo di Brolo, con la maglia Ciesse cucita addosso, è il ‘giocatore rivelazione’”.
Carmelo Muscarà: LA RIVELAZIONE
FRANCESCO MAIORANA – Palleggiatore
“Forse è il giocatore meno adatto all’attuale Ciesse. E’ quello che ha meno esperienza di gioco in un ruolo che è il più importante di tutti, il palleggio. Quando selezioni la panchina dai un’occhiata più accurata all’uomo, in questo senso abbiamo avuto ottime referenze ed è così – ma non vale per quel ruolo, la regia, nonostante compagni espertissimi – tra le proposte, abbiamo optato per la scelta più umana, quello più mite, disponibile a stare in panchina, certamente non è da B1. – Sui giocatori meno preparati, incassata la loro totale disponibilità, si dovrebbe fare uno specifico lavoro tecnico, da spendersi poi in fase di gara – Verissimo, di contro il mercato non offre grandi opportunità. – Anche per Maiorana un aggettivo che ne individui caratteristiche tecniche e personali – Il figlioccio di Costantino – ed è una cosa positiva? – Assolutamente positiva, non c’è divario tra prime file e panchinari, Francesco è il suo protetto – a lui sta bene? – Si, perché è uno mite e la cosa non gli dispiace”.
Francesco Maiorana: IL FIGLIOCCIO
SIMONE RIOLO – Schiacciatore
“E’ venuto a Brolo tre anni fa con la massima umiltà, la voglia di lavorare e migliorarsi tecnicamente, aggiungo, era molto disponibile a farlo. Dopo tre anni di panchina in B1 sembra cambiato, ha grandi potenzialità, ma gli manca la parte di sostanza, lavorare sulla tecnica di base – è un giovane, si cresce, magari in questo momento di vita gli mancano le giuste motivazioni – Volevamo fargli fare esperienza da titolare, magari una serie C, ma sta frequentando l’ultimo anno di scuola, così è rimasto con noi, di certo è meno motivato degli altri anni e non capisco bene perché. – Per lui vale la regola della panchina, o t’impegni a rubare il posto al compagno, o sei fuori – Di certo può dare molto più che la battuta, puntare sulla sua entrata in campo in altri frangenti di gara implica una dimostrazione d’impegno, deve meritare la fiducia del cambio”.
Simone Riolo: A.A.A.A. MOTIVAZIONI CERCASI!
Questo è il viaggio Ciesse 2011-2012, un percorso tracciato tra ostacoli e belle sorprese, verità ed incognite, dubbi e nuove esperienze come intelligenza merita.. per il resto: “ai posteri l’ardua sentenza”!