CINEMA DI PATTI – I dubbi di Musarra, le certezze di Zanghì
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CINEMA DI PATTI – I dubbi di Musarra, le certezze di Zanghì

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Sull’affidamento del Comunale di Patti, il Beniamio Joppolo, all’Associazione Culturale Filokalon, che ha già avviato la programmazione cinematografica, incombe l’ombra dei ricorsi al Tar ma anche alla magistratura ordinaria. A dirlo è lo stesso Marco Musarra, responsabile del Cinema Tyndaris che con la sua società di riferimento – la Green Bug – aveva, nei fatti realizzato una cordata con le associazioni locali concorrendo alle gestione del cinema pattese.

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foto tratta da omnia news
Così se da un verso l’Associazione Culturale Filokalon, a seguito delle risultanze di gara, ha avviato la programmazione cinematografica avvalendosi dell’affidamento provvisorio, dall’altro Marco Musarra, gestore del Tindarys, e responsabile della Green Bug non fa mistero, pubblicamente, del fatto che sta  valutando attentamente, in queste ore, con i suoi legali, l’opportunità di far ricorso a quella aggiudicazione di gara.
Musarra ne ha parlato durante un’intervista su una tv locale pattese, poi sulla stampa locale e sui social, trovandosi solidale ed al suo fianco il registra teatrale Stefano Molica.
Musarra solleva diverse problematiche legate sia ai tempi di pubblicazione del bando, che ai criteri di valutazione dei requisiti e alla stessa discrezionalità di valutazione, allargando i suoi dubbi anche sulle reali possibilità di poter aderire al bando da parte della associazione vincitrice.
Non ha peli sulla lingua Musarra che parla di discutibili tempi di applicazione del precedente bando e della sua proroga, racconta di come sia stato sollecitato da varie componenti culturali-teatrali locali per dar vita a quella che è stata una sorta di grande coalizione artistico-culturale; contesta la limitazione “agli ultimi tre anni” per documentare l’esperienza di gestione teatrale, ed evidenzia che l’Ente, anzi la commissione giudicante, non valutando una serie di attività e eccellenze da lui proposte  ha penalizzato alla fine l’interesse collettivo, di chi ama il teatro, di chi vuol far culturale… insomma a perderci è stata la città.
Afferma – continuando nel suo dire – di avere avuto titubanze su quel bando già dall’inizio e rivendica la qualità di quanto dallo stesso posto in essere, quando come “la Maschera”, avevamo gestito quel cinema comunale.
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Evidenziando che quell’esperienza di 7 anni è stata vanificata dai criteri del bando, che non richiedeva neanche una serie di interventi che se posti in essere avrebbero tutelato lo stesso comune.
Musarra parla della progettualità profusa in quel progetto, e non comprende come non sia stata riconosciuta dalla commissione come tale. Un progetto che aveva – secondo lo stesso imprenditore – l’intento di formare intorno al Beniamio Joppolo il fulcro della vita sociale-cultuale e ricreativa del paese non limitandosi solo all’attività della mera programmazione cinematografica o teatrale.
E per questo – afferma – coinvolti con lui c’erano diversi “addetti ai lavori”: Stefano Molica, per Nuovi Teatri; Il Sipario con Peppino Bisagni; la danza artistica con Patrizia Bellitti; la musica con la “Fucina del Sud” di Franco Arcoraci; il Teatro dei Due Mari, rappresentato da Edoardo Siravo; ed ancora musica di livello con Gilda Buttà, Luca Pincini e Vincenzo Taormina.
Tutti i professionisti e gli artisti citati avevano stipulato dei contratti di avvalimento, impegnandosi a collaborare in maniera attiva per tutti i nove anni.
“Questa – dice sempre l’imprenditore pattese – non era una promessa che si sarebbe realizzata ma un impegno concreto preso e teso per realizzare avvenimenti”.
Musarra rammenta che il progetto prevedeva ben 60 giornate, a dispetto delle 35 previste, disponibili per le attività terze patrocinate dal Comune, concesse anche di Sabato, Domenica e nei festivi, cosa che non è mai avvenuta, in questi anni in quanto in antitesi – ovviamente – alla programmazione cinematografica.
Ma Musarra va avanti nell’affermare che  “abbiamo fatto le nostre valutazioni” e vedendo delle problematiche legate ai criteri della commissione giudicatrice, aggiunge che “dal verbale abbiamo constatato che la commissione non ha tenuto conto dei contratti di avvalimento” cosa che avrebbe determinato che “sugli ottanta punti disponibili, 74 sono spettati alla Filokalon, e 43 a noi […] con i legali stiamo valutando azioni legali, sia in merito all’attribuzione dei punteggi, sui paramenti” – quindi al Tar – ma anche sulle valutazioni delle dichiarazioni rese, in regime di autocertificazione.
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Stefano Molica, una voc  non isolata, che in questi giorni ha protestato sulla metodologia dell’attribuzione dei punteggi nell’affidamento della gestione dei locali del cinema comunale, evidenzia che scegliere di “correre” con ed a fianco della Green Bug nasceva dal fatto che tutte quelle componenti artistico-culturali prima richiamate da Musarra si trovavano d’accordo nel considerare che Patti è una realtà che ha una tradizione teatrale e culturale che ha bisogno di spazi e luoghi e necessitava avere la possibilità di implementare queste attività, progettare insieme attività teatrale liberamente e più frequentemente rispetto a quanto fatto negli ultimi tempi  in attesa anche della costante valorizzazione della rassegna istituzionale, diretta da Anna Ricciardi,  che ha contribuito a consegnare la stagione teatrale di Patti ai circuiti nazionali
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Stefano Molica, raccontando le difficoltà di accesso ai locali e condivisa con gli atri operatori teatrali-culturali, e la non disponibilità di questi in passato evidenzia ora che la sua “non è una battaglia contro qualcuno, è un’iniziativa che ha come punto di partenza il rispetto delle regole.”
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Ovviamente del parere opposto è Michelangelo Zanghì, della Filokalon, che evidenzia, contento di “questa vittoria” – che definisce tale –  che per lui è il termometro e il riconoscimento di quanto fatto in questi anni dalla sua associazione.

Una soddisfazione che premia e da valore e meriti su quanto fatto e sui progetti da fare.

Così citando Scenanuda, il Teatro per i ragazzi, le rassegne dei film per la comunità indiana presente non solo a Patti, e quanto realizzato in questi anni, compreso la programmazione cinematografica di rilievo, Zanghì  – convinto della bontà della scelta fatta dalla commissione – non fa misero sugli obiettivi futuri: Migliorare quanto già fatto; Continuare la programmazione teatrale e musicale, e con specifico riferimento a Scenanuda, dice per questa è il momento di fare un salto di qualità che da “semplice” rassegna diventi  concorso nazionale, con una formula dal respiro europeo; ed ancora progetti che riguardano il teatro non come fruizione ma sopratutto come insegnamento con i laboratori pensati anche per gli over.

Sull’utilizzo del teatro per le compagnie locali – dice Michelangelo Zanghì – che non nega le incomprensioni registrate in passato, afferma che ci sarà spazio per tutti, nel rispetto delle regole.

Ora in attesa di saper come evolverà la situazione sotto il profilo procedurale, non si può nascondere che in questa storia emergono anche le difficili condizioni dei rapporti tra i due gestori dei locali, finiti in tribunale e costellati da denunce e condanne, ma anche da prese di posizioni e irrigidimenti che nel tempo, sclerotizzandosi, hanno acuito tensioni e situazioni che alla fine portano ad un tunnel senza alcuno sbocco.
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E già considerare ciò sarebbe un punto di partenza.
Ed intanto sulla piazza mediatica di facebook nessuno – tra le parti interessate – smussa gli angoli, tra frecciatine, colpi bassi, e risate sarcastiche, e tra questi anche la vignetta di Franco Zanghì, certamente ironica, tagliente in maniera strafottente, in risposta alle affermazioni di Musarra, la dice lunga sul clima teso…

Speriamo bene ed intanto “l’Ora Legale” proiettato per la “prima” del cinema, alla sua riapertura, sembra proprio essere un grande editoriale sulla vicenda

 

 

22 Gennaio 2017

Autore:

redazione


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