Il riposo nelle giornate domenicali e festive è sacrosanto, ma, così come il testo normativo è stato articolato, il divieto imposto ai panificatori finirà di fatto per favorire la grande distribuzione organizzata e l’abusivismo”.
A lanciare l’allarme sono Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani, riunitesi a Palermo per analizzare gli effetti del decreto assessoriale targato Mariella Lo Bello, che è appena entrato in vigore. “E’ un decreto, la cui efficacia va immediatamente sospesa – spiegano le organizzazioni datoriali – perché nel suo complesso è dannoso per la categoria, oltre a presentare profili di illegittimità in quanto in contrasto con la direttiva di Bolkestein, recepita nell’ordinamento italiano, con l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i paesi. Nelle prossime ore avvieremo formale procedura per chiedere all’Assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, che proveremo ad incontrare urgentemente assieme ai vertici del competente Dipartimento, di prendere in seria considerazione la nostra proposta, che è corredata da autorevoli e puntuali pareri giuridici. Il decreto, non richiamando la classificazione del pane prevista dalla legge Bersani, è destinato a creare una condizione di svantaggio, se non proprio di concorrenza sleale, tra i panificatori e quei soggetti che esercitano attività similari. Succede infatti che, mentre l’attività di panificazione è sottoposta a regime di chiusura domenicale o a turnazione, nella grande distribuzione si procede, senza soluzione di continuità, alla produzione e vendita di pane surgelato, spesso di provenienza estera, largamente spacciato per pane fresco. Inoltre il decreto genera una ulteriore discriminazione per i panificatori e danno per i consumatori finali. Il riferimento è all’obbligo di confenzionamento, il cui esonero è previsto solo per i panificatori che vendono al dettaglio nei locali di produzione. Ma la regola non viene fatta osservare nei locali insediati nei centri commerciali e nei supermercati, seppur in assenza dei necessari requisiti. Così come non figura nel decreto l’opportuna valorizzazione del pane tipico siciliano, attraverso la creazione di marchi di qualità, e non trova riscontro – osservano ancora Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani – nemmeno la mancata abrogazione dell’articolo 27 della legge regionale del 23 dicembre del 2000 n°30 che assimila l’attività di panificazione ad un’attività commerciale e non ad un’attività artigianale imprenditoriale di produzione alimentare. Tutte queste incongruenze ci portano ad assumere una posizione fortemente critica sul decreto Lo Bello, certamente intempestivo e carente di concertazione con i rappresentanti di categoria. Va posto subito rimedio alle falle presenti in queste norme, scritte in fretta e in furia alla vigila della campagna elettorale con il coinvolgimento di Assipan/Confcommercio che ha cercato, fino in fondo, di privilegiare la grande distribuzione organizzata a discapito dei legittimi interessi della categoria. Cna, Confartigianato, Claai e Sada Casa promuoveranno, in tempi brevi, un incontro con il nuovo governo regionale, al quale verrà sottoposta una più esaustiva proposta di riordino del settore della panificazione in Sicilia. E intanto le quattro Organizzazioni annunciano di avere inviato una lettera ai sindaci siciliani, ai quali il decreto demanda il compito di concertare con i panificatori l’eventuale turnazione, per invitarli a non assumere alcuna decisione senza un preventivo momento di confronto con le organizzazioni di categoria, così come stabilito espressamente dall’Articolo 2.
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