Atmosfere rese ancor più nitide dalla pioggia di fine agosto. I colori delle piante regalano visoni inedite della Cave del Mercadante, al porto di Capo d’Orlando.
Lo scatto coglie anche il momento di bassa marea quando affiorano, e si mostrano, nella loro configurazione rocciosa sulla quale la mano esperta dell’uomo ha lasciato incisi i grossi dischi di pietra.
Anche questi sono “Panorami” della Nuova Marina di Capo d’Orlando, a Bagnoli.
Le “Cave del Mercadante” si trovano a Capo d’Orlando in zona Bagnoli, a pochi metri dalla “Villa Romana”, un’area fortemente caratterizzata da ritrovamenti archeologici. La cosiddetta “Cava” è collocata nel tratto di costa interno di quello che oggi è il porto. L’estensione è di circa un centinaio di metri per una larghezza oscillante tra i 4 – 5 metri, il diametro dei solchi va da uno a due metri con uno scavo profondo una decina di centimetri.
Ancora oggi non si conosce con certezza l’utilizzo né a cosa servissero tali manufatti ma si presume che fossero macine per la lavorazione delle olive o da usare nei mulini o ancora colonne portanti per le chiese antiche.
L’arenaria, materiale di cui sono fatti tali reperti, appare differente da quella presente nelle scogliere della zona: al tatto dura e consistente, nonostante si trovi sul limite della battigia, punto in cui l’erosione è molto elevata. I dischi rocciosi non sembrano soffrire l’attacco degli agenti erosivi, mantenendo pressoché inalterata la loro forma. La struttura della roccia è formata dalla cementazione, apparentemente a secco, di grossi grani di sabbia, ma la cosa che stupisce è che i grani sono uniti tra loro da un legante invisibile a occhio nudo. Per questo motivo il suo aspetto è poroso, quasi spugnoso e, nonostante la sua durezza, non si presenta nella sua forma originaria, ma è fortemente e misteriosamente modellata.
Ritenute un grande patrimonio storico e culturale, le “cave” sono state integrate nel progetto del porto orlandino che ha realizzato un percorso turistico pedonale per valorizzarle e visitare questo, che a ragione, può considerasi un sito archeologico di raro interesse.