«Gli ultimi dati socio-economici dell’Unioncamere, Istituto Tagliacarne, consegnano un dato allarmante sull’enorme gap che esiste tra i due lati dell’Italia che si sta facendo ancora più pesante che in passato. Di fatto negli ultimi 10 anni il gap di strade, autostrade, ospedali, scuole, ferrovie e altro si è allargato di un altro 1%.
In termini infrastrutturali il Sud perde rispetto al Nord Ovest per un buon 37,4%. Unica voce a favore del Sud è quella dei porti navali, un dato che sembra scontato e che vede un +6,6% rispetto al Nord, ma lascia di stucco rispetto al +72,15 del Nord Est su questo tema.
Per la rete stradale il sud è indietro rispetto al Nord ovest del 28,6% e comunque di oltre il 20% rispetto al Centro Nord. Ancora peggio per la rete ferroviaria, con un ritardo del 29,7% rispetto al Centro Nord che diventa addirittura di oltre il 46% rispetto al solo Centro.
Anche le infrastrutture sociali, come nel caso di scuole, università e ospedali al Sud risultano in forte calo. I risultati infatti, sono una triste conferma, le strutture sanitarie, tanto per fare un esempio, sono del 25,2% inferiori a quelle del Centro Nord, percentuale che vola a oltre il 34% di differenza a confronto del Nord Ovest» (dati UNIONCAMERE).
Quanto sopra è il quadro allarmante che la gestione politica ed amministrativa del nostro paese, sommata alle discutibili qualità di chi dovrebbe rappresentare la causa del Sud al Governo, consegnano a noi meridionali.
Capirete bene che tutto questo ha raggiunto livelli non più sopportabili, con logiche governative palesemente contro il recupero delle condizioni di svantaggio del Mezzogiorno, come dimostra l’utilizzazione dei fondi F.A.S., fondi destinati in teoria alle aree sottosviluppate, ma che in parte vengono utilizzati per sostenere i grandi palcoscenici del Nord.
Ad appesantire questo ignobile quadro gestionale statale, intervengono le diverse misure adottate nei provvedimenti d’urgenza e straordinari dell’attuale Governo, che dimentica completamente la tragica alluvione messinese del 1° ottobre 2009, con promesse disattese ed atteggiamenti mediatici irriverenti nei confronti dei messinesi e delle 37 vittime della bomba d’acqua, per dare il meglio di se, con risposte quasi immediate, quando il “Re di Polentonia” Umberto bossi, chiede un cifra corrispondente al triplo di quella prevista e non ancora giunta in Sicilia, per il suo amato Veneto.
Vorremmo più dignità per noi e per la nostra città, ed è per questo che il comitato popolare “Terronia” chiede ufficialmente, a nome di tutti coloro che ancora credono nella nostra terra, all’intera rappresentanza istituzionale messinese alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica, al di là dei colori politici, se realmente hanno a cuore la causa siciliana e rispetto per i propri elettori, di non votare il 14 dicembre la fiducia al Governo Berlusconi, consentendoci così di voltare pagina e sperare in nuove composizioni politiche, più rispettose del meridione e di noi siciliani.
Inoltre sempre per le motivazioni sopra espresse, chiediamo all’on. Rocco Crimi, peraltro “persona notoriamente legata a Messina”, di uscire immediatamente dal Governo, dimettendosi da sottosegretario allo sport, ruolo che nonostante ha assolto con grande spirito di servizio, nulla lascia di estremamente significativo, a distanza di oltre due anni, alla nostra Sicilia ed a Messina.
Il Presidente C.I.P. “Terronia”
Roberto Cerreti