Una folla commossa, venerdì pomeriggio, ha gremito il duomo della cittadina jonica per i funerali del messinese scomparso nell’alluvione del 25 novembre, il cui corpo è stato ritrovato tre giorni dopo, in mare, a largo di Taormina. A fianco della famiglia, la comunità letojannese, guidata dal sindaco Alessandro Costa, molti amici e conoscenti di Messina, rappresentanti delle forze dell’ordine ed operatori del soccorso. Il parroco, don Pino Gentile: “Roberto era una persona particolare, innamorata della vita”. La moglie, Pina Cannistraci. “Mio marito aveva affrontato la vita in un modo tutto suo, fuori da gli schemi. Pensare al modo stupido in cui l’ho perso mi fa rabbia”. Il sindaco: “Roberto era una persona speciale, intelligente, perbene”. Durante il percorso verso il cimitero, il corteo funebre ha fatto una breve sosta dinnanzi al Malibù, il negozio di abbigliamento sportivo di cui si occupava la vittima, presso il quale si stava recando quel tragico pomeriggio.
L’alluvione del 25 novembre, la scomparsa di Roberto Saccà, le sue ricerche tra speranza e angoscia, infine, il ritrovamento del suo corpo in mare, tre giorni dopo. Una storia durissima, drammatica, dall’epilogo tragico per un uomo da sempre contraddistintosi per creatività, coraggio e simpatia.
Roberto Saccà, messinese settantaquattrenne, un’età anagrafica ben distante dalla realtà, in cui di anni ne dimostrava molti di meno, ha subito la beffa di un destino crudele, nascosto dietro la furia delle acque impazzite del torrente Sillemi, a Letojanni, lungo il percorso che da casa lo portava al lavoro. Nella cittadina jonica gestiva con la figlia, che ne è titolare, un negozio di abbigliamento sportivo, Malibù, affacciato sul lungomare.
Attività alla quale si era dedicato negli ultimi anni, dopo una vita da “creativo”, a Messina, in cui aveva lasciato i segni indelebili del suo genio: progettazioni d’interni, cura degli arredamenti, allestimento di negozi e tanto altro.
Ne aveva superate tante nella vita, egli che aveva alle spalle storie singolari, legate alla famiglia, alle sue attività lavorative e alle passioni che coltivava e condivideva con gli amici, tra cui il mare e la pesca che ultimamente esercitava proprio a Letojanni.
E come un segno dell’altra faccia di quel destino, è stato proprio il mar Jonio che lui amava tanto ad “accoglierlo” e “custodirlo” in quelle 72 ore, prima che la Guardia costiera lo recuperasse restituendolo ai suoi affetti più cari: la moglie Pina, una signora encomiabile, che con forza, coraggio e determinazione ha affrontato questa disavventura come meglio non avrebbe potuto, gestendo in sé l’attesa e l’ansia per il tempo che scorreva senza esito, che hanno poi lasciato posto al dolore; i cinque figli, da Luisa, la più grande, a Laura, l’ultimogenita; i tre fratelli: Bruno, Riccardo ed Enrico.
Così, a sette giorni esatti da quel pomeriggio, Letojanni ha ospitato i funerali di Roberto Saccà. La parrocchia di S. Giuseppe, il duomo della cittadina, era gremito. A fianco della famiglia, la comunità letojannese, guidata dal sindaco Alessandro Costa, molti amici e conoscenti di Messina, rappresentanti delle forze dell’ordine ed operatori del soccorso.
Presente personale civile e militare tra gli addetti ai lavori che hanno operato in questa storia dai risvolti tragici. Tra loro, Carabinieri, Vigili del fuoco, Guardia costiera, Vigili urbani, volontari dei Rangers e tanti altri, comprese rappresentanze di uffici pubblici e enti locali. Nonostante ciò è stato comunque un funerale sentito e dignitoso, a riflettori spenti, silenzioso e intriso di commozione.
Il parroco, don Pino Gentile, non conoscendo personalmente Roberto Saccà, captati i giudizi e i sentimenti degli amici e della gente che lo conosceva, ci ha messo poco ad elaborare un’idea sul suo profilo: “Roberto era una persona particolare, innamorata della vita”.
Poi, le sensazioni per quanto accaduto: ”Abbiamo vissuto questi giorni nell’angoscia, nella tristezza e nella paura. La sua scomparsa, in quel giorno particolare, drammatico, è per noi motivo di riflessione e di dolore profondo”. La moglie, signora Pina, ha voluto salutare il marito con una descrizione sincera e struggente: “Era ironico, simpatico, senza pudore. Ha affrontato la vita in un modo del tutto suo, anche spericolato, fuori dagli schemi. Per questo pensare al modo stupido in cui l’ho perso mi fa rabbia. L’avevo sempre visto lucido, anche nei momenti di profonda difficoltà.
Lascia un grande vuoto, un silenzio che nessuno potrà colmare”. Poi, un passaggio sulla fatalità: “Considerata la sua vita, non poteva che essere così la sua morte”. E trova la forza per cercare sollievo: “Si è spento senza malattie e soprattutto nel suo amato mare di Letojanni”.
Il sindaco di Letojanni, Alessandro Costa, aveva conosciuto Saccà tramite il padre, pescatore di Letojanni che con Roberto si confrontava sulla loro passione, la pesca. “La comunità di Letojanni oggi vive questo momento di dolore e di rabbia per questa perdita.
Roberto era una persona speciale, intelligente, perbene. Era parte attiva della nostra comunità”, ha detto il sindaco. Il ricordo: “Abbiamo conosciuto una gran bella persona”.
Durante il percorso verso il cimitero, il corteo funebre ha fatto una breve sosta dinnanzi al Malibù, il negozio di abbigliamento sportivo di cui si occupava Roberto Saccà, presso il quale si stava recando quel tragico pomeriggio.
Così Letojanni e Messina, in un mesto pomeriggio autunnale, hanno accompagnato Roberto nel suo ultimo viaggio, dinnanzi al mare da cui emergerà sempre il ricordo di un uomo dolcemente spericolato, ma soprattutto “libero”.
Corrado Speziale
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