Si incontrano, dopo quasi 60 anni i “ragazzi” del “Classico” della mitica 3A. Era l’anno scolastico 1959\1960.
E’ stata davvero una bella idea, quella di ritrovarsi dopo tantissimi anni, 58 per l’esattezza, per rivedersi e raccontarsi tutto ciò che è accaduto in questi lustri.
Tantissime emozioni contrastanti anche perchè c’era chi in questi anni si era rivisto spesso, chi invece aveva perso totalmente i contatti con alcuni…
Insomma un autentico “amarcord”.
Capelli grigi e qualche ruga, ma sostanzialmente tutti in forma, un pizzico d’emozione soffocata dai ricordi che avevano fretta di uscire, cercando di comprendere se davanti c’era ancora quella persona di cui ci si ricordava tra i banchi di scuola.
Ricordi, ma sopratutto gioia ed emozione. E questa era davvero tanta!
Punto dell’incontro è stato il Number One di San Giorgio. Sono arrivati in dieci… e il tempo è sembrato non essere passato.
Eppure quando loro andavano al “Classico”, guidato in quegli anni dal Presidente Saverio Prestipino, di cose ne sono accadute che hanno segnato il tempo e la storia.
Loro erano giovani, temevano le interrogazioni di latino di un giovanissimo professore Michele Ballato mentre John Fitzgerald Kennedy veniva eletto Presidente degli Stati Uniti e forse non ebbero subito la sensazione di divisone che si sarebbe creata in europa quando i sovietici iniziarono la costruzione del Muro di Berlino ed erano ancora erano distanti da quella generazione “hippy” che sarebbe venuta alla fine del decennio, ma sapevano che appartenevano a quella generazione di rinascita di un paese che andava verso il suo “boom economico”.
Avevano, nel 1960, se si può dire, in quella Domenica è sempre domenica, la celebre canzone di Renato Rascel sigla finale del Musichiere la colonna sonora di un anno nodale. Non avevano visto la guerra, l’avevano sentita raccontare ai genitori, ai nonni, ma ne avevano sofferto il lutto e quacuno la perdita, ma erano giovani affamati di benessere, di modernità, di miglioramento.
Alle macerie, alle tragedie, alla guerra, era subentrata una stagione “forse irripetibile”, di energie, di fiducia in un progresso inarrestabile.
Ecco loro ne erano i protagonisti. E Patti al quel tempo che accoglieva il Liceo, tra i pochi in provincia, era una sorta di grande luogo ospitale, evoluto, che cullava sogni da città, e quei ragazzi andavano al cinema a godersi La dolce vita di Federico Fellini o la la dura storia di emigrazione contenuta in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti mentre La ciociara di Vittorio De Sica faceva vedere l’altra faccia della guerra.
Andavo al Teatro Greco per scoprire le Tragedie, mentre la Villa Roma ed i suoi tesori ancora arano sepolti nei giardini della “marina”.
Ma la cena dei “Liceali” non è stata solo una galleria d’istantanee, memorie in bianco e nero, vivide e reali tratte dai banchi di scuola, dal racconto dello scontro sulle versioni di latino tra Sarri e Ballato, delle “fughe” a Tindari, dello scoprire i Laghetti di Marinello o gli scogli di Mongiove, di Materia da “riparare” a settembre, ma è stato un momento di ritrovati assieme come un tempo, con la passione, la lealtà e quel forte legame d’amicizia che ha contraddistinto quella classe, da sempre, nel tempo.
C’è stato il tempo di parlare del tempo che poi fu. Di successi, aspettative anche tradite, di figli, nipoti, carriere e pensioni.
Un pizzico di nostalgia nel ricordare chi era “andato via”, recentemente e che sarebbe stato bello aver avuto ancora lì al tavolo dei ristorante come tra i banchi di scuola.
Ed allora il ricordo è andato a Carmelo Gambitta, Maria Saccone e Piero Princiotta, ed alla fine la promessa di riversi ancora, senza lasciar passare più tanto tempo.
Un classico dopo questi incontri..
L’elenco di tutti i presenti, in ordine secondo la foto: Maria Giovenco, Tina Romanini, Maria Accetta, Ciccio Ingrillì, Tindaro Pidonti, Ugo Accordino, Cettina Rizzo, Franz Aiello, Tullia Costanzo, Vera La Rosa.