COMPAGNO ZEBEDEO – Io ti ricordo così
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COMPAGNO ZEBEDEO – Io ti ricordo così

zebedeo e bonzo

Enzo Bontenpo dedica un personalissimo pensiero all’amico – Zebedeo Basile – andato via, ricorda la sua militanza, la sua cultura e la sua storia passata anche in quella sartoria, fucina di idee, luoghi di incontri,m di interviste, di racconti,  a tal punto da essere punto di riferimento anche per Guttuso! Lui era amico amico di Paolo Bufalini e di Pancrazio De Pasquale e poi dalla sua sartoria passarono tutti i maggiori dirigenti del PCI dell’epoca compreso Giorgio Napolitano

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Sono stato amico di Zebedeo, classe 1921, una delle poche persone più grandi di me a cui davo del tu da quando ragazzino frequentavo la federazione del PCI di via Della Fonte.

A lui, a Peppino Bontempo, a Nino Baggiano, davo del tu perché eravamo “Compagni”, cosa che non riesco a fare con altre persone, alle quali do’ sempre del Lei.

Ho avuto il piacere e l’onore di essere un frequentatore del suo “esclusivo salotto”, la sua sartoria dove discutevamo di tutto, in particolare di Politica, di quella attuale e quella del passato.

Io passavo ore ad ascoltarlo, anche se mi parlava di storie e racconti che già altre volte erano state oggetto delle nostre discussioni: la nascita della sezione del PCI a Capo d’Orlando, la lotta per l’autonomia del comune, l’assalto delle squadre fasciste alla Camera del Lavoro di Naso.

Ed ancora, gli anni vissuti durante la guerra, il rapporto con il suo amico “particolare” Nino Damiano e quello con alcuni dirigenti del PCI, da Paolo Bufalini a Pancrazio De Pasquale, ad Achille Occhetto, quando quest’ultimo, per un periodo, ricoprì la carica di segretario del PCI in Sicilia.

Poi, i suoi racconti sugli anni d’oro della mostra nazionale di pittura “Vita e Paesaggio”, dei suoi rapporti con Tono Zancanaro.

13346521_626341794191481_1015189242122237681_nDal suo racconto, ho conosciuto i particolari dell’ignobile “imboscata” tesa alle amministrative del 1957, quando alla vigilia della campagna elettorale, per far perdere le elezioni alla compagine di sinistra, con accuse pretestuose, arrestarono diversi dirigenti sindacali comunisti tra cui Peppino Bontempo e Nino Baggiano, cui li legava una grande amicizia e stima personale; e poi ancora la sua esperienza di consigliere comunale e la storia sofferta della mancata approvazione del Piano regolatore redatto dall’arch. Pezzele.

Di queste cose ne parlava con passione, ricordando tutto e tutti nei minimi particolari.

Nell’intervista a Pippo Galipò, quando racconta la movimentata seduta del Consiglio comunale sul Prg, quando furono chiusi a chiave nell’aula del consiglio comunale insieme ad una folla inferocita fagocitata dagli speculatori e da alcuni consiglieri pochi lungimiranti: a Pippo Galipò che chiese il nome di colui che li aveva chiusi a chiave, rispose che non l’avrebbe detto neanche sotto tortura.

A me, in una delle nostre conversazioni, confidò il nome della persona che compì quel gesto inqualificabile.

Nel 1994, quando accettai la candidatura con i Verdi alle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, si arrabbiò tanto e dato che le cose non te li mandava a dire, alla prima occasione mi fece un bel cazziatone, per aver “tradito” il Partito.

Ma si parlava anche dei rapporti con i miei familiari, di un periodo di vacanze estive trascorse con i miei genitori a Ficheruzza (contrada di Naso), a far prendere “aria buona” ai bambini (mia sorella Angela e suo figlio Pippo), mi parlava di mia madre, mi diceva che nonostante nella sua vita avesse lottato contro tante malattie, la sofferenza non le aveva cambiato la voglia di vivere e ricordava di “Pasqualina” la generosità fuori dal comune.

Ma anche dei miei nonni, lui aveva conosciuto anche il padre di mio nonno Francesco, Antonino Miragliotta (1866-1951) detto “‘u zu Nino Fiocco” per via della vela sulla sua imbarcazione da pesca.

Negli ultimi periodi mi diceva che era stanco e che, quando sarebbe venuto il momento, avrebbe preferito morire senza soffrire tanto, senza pesare sugli altri. Ha sofferto per una settimana e poi si è lasciato andare.

Ora passerò davanti alla sartoria e non vedrò più la sua bici ferma sul marciapiede, non vedrò più la sua sagoma dietro la vetrata chino sulla stoffa intento a cucire, non avrò più modo di varcare la soglia della sartoria ed ascoltare i suoi ricordi… ciao compagno Zebedeo, adesso riposa in pace.

Enzo “Bonzo”

3 Giugno 2016

Autore:

redazione


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