Due gli obiettivi, contrastare la povertà energetica dei cittadini e migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici
Dopo il fondo da 5 milioni di euro messo a disposizione dei piccoli Comuni siciliani per costituire giuridicamente le Comunità energetiche rinnovabili e l’avviso alle famiglie per assegnare 5mila euro di contributo per ogni impianto fotovoltaico domestico, il dipartimento regionale Energia, nell’ambito della nuova assegnazione programmata di 600 milioni di euro di fondi Fesr 2021-2027, a febbraio 2024 emanerà un bando da 100 milioni di euro, rivolto sempre ai piccoli Comuni, con il duplice obiettivo di contrastare la povertà energetica dei cittadini e di migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, abbattendo così la bolletta della P.a. il cui costo grava sulla collettività.
Lo ha annunciato Calogero Giuseppe Burgio, dirigente generale del dipartimento regionale Energia, intervenendo al convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili organizzato oggi a Palermo da Unioncamere Sicilia con l’Ordine degli ingegneri di Palermo, Aiet-Sezione di Palermo, Enea, Università di Palermo e Camera di commercio Palermo e Enna.
Burgio ha spiegato che “questi fondi, sotto forma di contributi a fondo perduto, serviranno ai singoli Comuni a costruire l’infrastruttura per la produzione di energia della Comunità energetica rinnovabile per il consumo condiviso e la vendita, realizzate su aree di minimo 15mila metri quadrati messe a disposizione dai Comuni. I ricavi derivanti dalla produzione e vendita di energia, stimati in 300mila euro l’anno per ogni MW di potenza installata, e dagli incentivi statali, dovranno essere utilizzati dai sindaci per interventi di contrasto della povertà energetica dei loro cittadini e per acquistare sistemi di efficienza energetica degli edifici pubblici”.
Per favorire l’attuazione della misura, il dipartimento metterà a disposizione dei Comuni un portale all’interno della piattaforma della Consip.
Da parte sua, Mario Pagliaro, dirigente di ricerca del Cnr di Palermo e coordinatore del Polo solare della Sicilia, ha calcolato che nel 2022 il numero di impianti fotovoltaici in Sicilia è cresciuto di 13mila unità (+172% sui 4.624 impianti del 2021) raggiungendo una potenza installata complessiva di 1,74 GW e che l’Isola, essendo la regione più irradiata dal sole nel Mediterraneo, potrebbe raggiungere la piena autosufficienza energetica semplicemente impiantando sistemi fotovoltaici sui tetti di tutti gli edifici censiti dell’Isola, pari a 1.722.072, di cui 1.431.419 immobili residenziali. Con un impianto da 5kW su ciascuno, si otterrebbe una potenza addizionale di 8,8 GW. Dato che l’obiettivo assegnato dallo Stato alla Sicilia è di 10,30 GW addizionali di rinnovabili entro il 2030, il solo fotovoltaico residenziale risolverebbe il problema. Secondo Pagliaro, “il governo regionale e l’Ars, se vorranno favorire al massimo la diffusione delle rinnovabili, dovranno varare una legge sulla transizione energetica – è una delle poche Regioni a non essersene ancora dotata – nel cui ambito creare l’Istituto regionale per l’energia solare. E’ lo stesso modello con il quale l’Istituto regionale per la vite e il vino ha trasformato il vitivinicolo da settore residuale a comparto che fattura un miliardo l’anno”.
Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, ha ricordato che “Il Pnrr stanzia 2,2 miliardi per promuovere la nascita in Italia di Comunità energetiche rinnovabili nei Comuni con meno di 5mila abitanti, con l’obiettivo di arrivare entro giugno 2026 a 15mila Cer con una potenza installata di 2mila MW da fonti rinnovabili e una produzione di 2.500 GWh l’anno. Ogni Cer potrà installare fino a 1 MW accoppiato a sistemi di stoccaggio, usufruendo di prestiti a tasso zero per il 100% delle spese ammissibili e di incentivi sull’energia ceduta. Nel decreto “Energia” atteso questa settimana in Consiglio dei ministri dovrebbero trovare spazio nuove indicazioni atte a chiarire, semplificare e ulteriormente incentivare la costituzione delle Cer. Dall’ultimo “Rapporto energia e clima” del Gse – ha aggiunto Pace – risulta che nel Paese, a fine 2022, erano attivi 46 sistemi di autoconsumo collettivo e 21 Cer, per una potenza complessiva installata di 1,4 MW. In Sicilia si ha notizia di Cer costituite a Brancaccio, Acate, Sortino, Marina di Ragusa, Messina (due impianti), Blufi e Ferla, per una produzione annua di circa 650 GWh”.
“Unioncamere Sicilia – ha concluso il segretario generale, Santa Vaccaro – con il progetto “Transizione energetica”, finanziato dal Fondo perequativo 2021-2022 di Unioncamere nazionale, intende favorire la costituzione di organismi provinciali fra più enti istituzionali che facciano da collante tra la Regione e i Comuni, cercando di individuare enti, associazioni e soggetti pubblici e privati interessati a costituire giuridicamente Comunità energetiche rinnovabili. Per fare questo occorre condividere le informazioni e creare una sinergia che faccia sì che l’utilizzo degli incentivi statali e regionali sia canalizzato attraverso un unico sistema di istituzioni, enti, ordini professionali, università e centri di ricerca, per fare in modo che i sindaci, i cittadini e i liberi professionisti possano avere a disposizione una assistenza uniforme nel territorio”.
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