Cronaca Regionale
CONCUTELLI “L’UOMO NERO ” LIBERO – aveva “giustiziato” il giudice Occorsio, a Roma, nel 1976
Per l’ex terrorista nero uccise pena sospesa per 2 anni per ragioni di salute.
Pierluigi Concutelli, leader storico di Ordine Nuovo, è tornato in libertà. Libero fino al 2 marzo 2013.
Al terrorista nero, che il 10 luglio del 1976 uccise a Roma il giudice Vittorio Occorsio, è stata infatti riconosciuta nei giorni scorsi la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute. Per il decorso della malattia, l’ex terrorista neofascista non riesce a parlare e comunica scrivendo.
Libero da sabato scorso, è stato accompagnato da un amico da Portogruaro ad Ostia, sul litorale romano.
LA REAZIONE DEGLI OCCORSIO “PENA DI MORTE”
«Io a Concutelli gli avrei dato la pena di morte», ha commentato a caldo il ventenne Vittorio Occorsio, nipote del magistrato assassinato dal commando di cui faceva parte l’ex leader di Ordine Nuovo. «E non parlo solo come nipote di Vittorio Occorsio», ha spiegato, «ma perché l’Italia da oggi è un paese meno sicuro con lui in libertà».
Il giovane ha saputo dal padre Eugenio la notizia della liberazione dell’assassino del nonno.
«Sono incredulo e amareggiato», ha aggiunto il ragazzo.
«L’affermazione di mio figlio Vittorio – ha voluto chiarire poi lo stesso Eugenio Occorsio, figlio giornalista del giudice ucciso – riflette lo sconcerto e il dolore della nostra famiglia nell’apprendere la notizia della liberazione di Concutelli. Però di pena di morte non è il caso di parlarne perché è estranea alla cultura della nostra famiglia».
TRE DELITTI
Concutelli, ora libero, ha trascorso quasi la metà della sua vita in carcere.
Romano, classe 1944, ” il comandante”, è stato fin da giovanissimo militante di gruppi giovanili di destra a Palermo fino a diventare, nei primi anni Settanta, uno dei capi di Ordine Nuovo, certamente oggi potrebbe essere considerato un cattivo maestro, ma non lo è stato per quelle generazioni che a destra, nell’estrema destra, hanno vissuto l’adolescenza politica negli anni settanta.
Tempi di scelte radicali, dure da digeriere, peggio da mandar giù.
Erano altri tempi, tempi di scontri, di morti sulle barricate, dentro le sezioni, nei bar, sulle panchine dei gairdinetti.
Tempi duri che certamente non giustificato gli omicidi di quei tempi, ma erano scelte estreme, di campo, altre logiche, prodome dagli anni di piombo, ancora lontane dallo spontaneismo armato, ma sull’altro fonte, germi di quello che sarà il terrorismo rosso.
Pierluigi Concutelli, fu tra i protagonisti di quegli anni, di quelle cronache, e ne divenne un simbolo.
Tutto si può dire di e su lui, ma nulla sua sua coerenza – logica spietata – al suo senso dell’onore e della fedeltà, senza mai un cedimento sulla scelta fatta ed inquadrata in quelle ore, in quei giorni, in quel tempo.. ha scontato la sua pena, più di altri, peggio di tanti.
Lui ha pagato sempre il conto e per il delitto di Occorsio, fu condannato all’ergastolo. Lo uccise perchè lo considerava il «responsabile» dello scioglimento del gruppo neofascista Ordine Nuovo.
Negli anni Ottanta, poi, Concutelli fu condannato ad altri due ergastoli per aver sgozzato in carcere con una corda di nylon due neofascisti, Ermanno Buzzi e Carmine Palladino, implicati nelle inchieste sulle stragi di Bologna e di Brescia e da lui considerati delatori.
Episodi che fecereo crescere intorno a Concutelli una sorta di mistico rispetto negli ambienti della destra radicale che di un a sua frase ” la libertà non te la danno, se te la danno non è libertà, la libertà si conquista” ne fecero una bandiera.
Dopo l’ischemia l’ex leader di Ordine Nuovo è assistito da Emanuele Macchi, condannato come uno dei capi del Movimento rivoluzionario popolare, gruppo di estrema destra collegato a “Costruiamo l’azione”, che compì nel 1978 e nel 1979 attentati dinamitardi contro il Campidoglio, la Farnesina, il carcere di Regina Coeli. Ottenne in seguito il regime di semilibertà, che gli è stato revocato quando, nell’estate del 2008, mentre rientrava in carcere a Rebibbia, gli sono stati trovati in tasca hashish, denaro e un coltello. Privato della semilibertà, è tornato in carcere, ma nel 2009 ha ottenuto i domiciliari perché colpito da ischemia cerebrale. È assistito da Emanuele Macchi, che fu uno dei capi dello spontaneismo armato.
«IO, L’UOMO NERO»
Autore anche del libro biografico “Io, l’uomo nero”, ha partecipato anche ad una intervista televisiva a La7 durante la quale ha detto di non essersi pentito del suo passato neofascista, ma di provare rimorso per l’omicidio di Occorsio.
Concutelli ha quindi lasciato gli arresti domiciliari e, come sottolinea sul suo blog Ugo Tassinari, studioso della destra radicale, «è stato trasferito dagli amici che lo assisteranno in una casetta sul mare, sul litorale di Ostia».