Comportamento antisindacale: OrSA vs ATM di Messina. Lo conferma il recente decreto del 22 dicembre 2016 del Giudice del Lavoro del Tribunale di Messina che dà ragione ad ATM rigettando integralmente il ricorso presentato dal sindacato ORSA per presunta condotta antisindacale.
Il comunicato dell’ATM di Messina
Lamentava la O.S. di non essere stata convocata nella trattativa per l’accordo integrativo stigmatizzando tale condotta ma Il Giudice del Lavoro, esaminata la ferma e articolata difesa dell’Azienda, ha confermato che questa non era tenuta alla convocazione di ORSA risultando sufficiente l’informativa inviata al Sindacato e da questo taciuta in giudizio. ATM aveva infatti informato il sindacato dello svolgimento delle trattative per la stipulazione dell’accordo integrativo e ha chiesto l’invio di chiarimenti in merito.
“Nessuna condotta antisindacale può pertanto ritenersi sussistente nel caso in esame“: con questa motivazione il Giudice del Lavoro ha rigettato il ricorso e ha condannato l’organizzazione sindacale ORSA al pagamento delle spese di lite.
Questo importante provvedimento giudiziale mette fine a una controversia instaurata temerariamente da una piccola frangia sindacale non rilevante in ATM, secondo le regole della rappresentanza sindacale, ma che continua a porre problemi speciosi e in ritardo su questioni che l’Azienda ha affrontato dopo anni di immobilismo delle passate gestioni. E’ inspiegabile che tale organizzazione si muova oggi (forse in cerca di visibilità) e non abbia chiesto riscontro alle passate gestioni per questioni quali le divise del personale, di cui il personale dopo 20 anni è stato dotato, gli scatti di anzianità della legge Brunetta, ora messi in pagamento, la stabilizzazione del personale precario dopo che ATM lo ha recentemente realizzato, un nuovo accordo integrativo in fase di trattativa basato sui risultati e non a pioggia, e adesso voglia chiedere ragione a chi la “rivoluzione” la sta realmente attuando.
Vano è risultato ancora il tentativo di strumentalizzare l’adozione di alcuni provvedimenti disciplinari definiti “mirati” nei confronti dei propri iscritti, per sorreggere l’accusa mossa nei confronti dell’Azienda. Anche in merito a questa infondata e pretestuosa censura l’ATM ha dato prova della correttezza della propria azione.
Questo decreto conferma che la strada intrapresa da ATM è quella giusta: offrire un servizio di qualità ai cittadini attraverso un azienda risanata e riorganizzata in tutte le sue componenti, a partire dal corretto inquadramento del personale, senza fare sconti a nessuno e tenendo la barra dritta di fronte ai tentativi di ostruzionismo e di ritorno alle vecchie pratiche che nel passato hanno distrutto il servizio, creato un debito enorme e portato l’ATM a un passo dal fallimento.
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