GERMANA’ (FI) E’ ESPLICITO, “BISOGNA TENERE IN CONSIDERAZIONE NECESSITA’ E PROBLEMATICHE DEL TERRITORI”, AGGIUNGENDO “CENTRALITÀ A TUTTI OSPEDALI SICILIANI SEMPRE, NON SOLO IN EMERGENZA”
Così, in una nota, Nino Germanà che in maniera dura dice anche dell’altro.
“Ritengo quantomai inopportuno trasferire presso gli ospedali dei Nebrodi soggetti infetti di altre zone della Sicilia – dice il deputato di Forza Italia aggiungendo – Non c’è dubbio che siamo in emergenza, ma ciò non vuol dire agire senza tenere in considerazione necessità e problematiche dei territori.
Per arginare la diffusione del virus è necessario che esso venga contenuto in strutture idonee e prossime ai focolai, ma soprattutto è indispensabile che ciò sia preceduto da una rigorosa programmazione e attuazione delle misure di protezione a tutela dei lavoratori e di tutti i soggetti che possono entrare in contatto con la struttura ospedaliera, nonché dei cittadini.
Tuttavia, se la conversione dell’Ospedale di Sant’Agata, piuttosto che la rifunzionalizzazione dell’Ospedale di Mistretta, al di là dell’attuale fase emergenziale, servissero a ridare centralità alle esigenze sanitarie dei cittadini della provincia, sarei certamente favorevole a misure atte a favorire il potenziamento di questi ospedali, non certamente la trasformazione degli stessi in “Lazzaretti”.
Entrambi i presidi, infatti, sono sicuramente vitali e centrali per la salute di 80.000 cittadini che vivono lontano dagli Ospedali di Messina, Barcellona o Milazzo, ma purtroppo fino ad oggi non sono stati messi nelle condizioni di espletare a pieno la fondamentale funzione cui sono demandati.
Una creazione di COVID Hospital, non supportati da posti di terapia intensiva e sub intensiva, da adeguato personale e da idonee apparecchiature e misure di contenimento, potrebbe addirittura favorire Il contagio all’interno del tessuto cittadino in maniera esponenziale.
Bisogna piuttosto potenziare i servizi sanitari essenziali dei presidi ospedalieri dei Nebrodi a servizio dei cittadini, che in tale modo non dovranno spostarsi dal territorio per la cura delle patologie più comuni ed al contempo potenziare al massimo i centri COVID già esistenti, delocalizzando strutture e reparti, con l’implementazione massima di posti letto”.