– di Corrado Speziale –
La manifestazione ha chiuso il “campeggio di lotta” che si è svolto da venerdì e domenica al presidio No Muos, di Contrada Ulmo. Da qui è partito il corteo che si è concluso dinnanzi alla base US Navy, dove hanno sede le gigantesche antenne NRTF e le potenti parabole del MUOS.
Appena toccato il primo cancello, i manifestanti, pur non essendo mai entrati in contatto diretto con le forze dell’ordine, sono stati colpiti ripetutamente dai getti di potenti idranti da parte della polizia, posizionata all’interno della base, che ha lanciato anche lacrimogeni con gas CS dall’effetto urticante.
Azione apparsa a tutti come ingiustificata e spropositata, anche perché diretta a tutti i manifestanti, la maggior parte dei quali rimasti a debita distanza dal cancello.
Oltre 166 ettari di sugherete abbattute all’interno di una Riserva naturale, Sito di interesse comunitario, per installare 46 gigantesche antenne NRTF (Niscemi Naval Radio-Transmitter Facility), cui recentemente si è aggiunto il MUOS, (Mobile User Objective System) consistente in tre potenti parabole satellitari ad altissima frequenza, presente sulla Terra in quattro sedi strategiche: Virginia, Hawaii, Kojarena (Australia) e, appunto, Niscemi.
Quest’ultima stazione, in particolare, è adibita allo snodo di telecomunicazioni militari USA in Europa, Africa e Medio Oriente.
Numeri imponenti che riguardano azioni per il controllo planetario. Situazione sulla quale a Niscemi, a distanza di oltre un decennio dalla prima manifestazione, qualcuno non si arrende e continua a protestare.
Ma i numeri che segnano il livello della contestazione siciliana contro il MUOS, rispetto a quando l’indignazione riecheggiava a livello nazionale, sono in netto declino. Tuttavia, anche stavolta, alcune centinaia di persone provenienti da quella parte di Sicilia che ancora ci crede, hanno sfidato il caldo della prima domenica d’agosto per far sentire il proprio dissenso.
Ma le assenze di militanti e organizzatori storici, divenute via via sempre più consistenti, rispetto ad un ricambio generazionale a “porte girevoli”, si fanno sentire sempre di più.
Conseguenza: non ci sono più i cortei di una volta.
Accade ad un giornalista-militante
Cosicché si può verificare che alcuni giovani militanti dell’ultima ora, peraltro posizionati in testa al corteo, non riescano a distinguere un poliziotto in borghese da un giornalista che segue da sempre, in ogni sede, le manifestazioni No MUOS, invitando quest’ultimo, ricorrendo a modi tutt’altro che gentili, a lasciare il corteo.
Da lì a poco, chiarito l’inconveniente, il caso è rientrato.
Ma perché accade tutto ciò?
disorganizzazione militante
È questione di mancata attenzione, organizzazione, condivisione.
l’analisi impietosa
Ne consegue che il movimento No MUOS sembra aver imboccato la via del tramonto.
Salvo precisare, in futuro, per tempo, che la manifestazione più importante e partecipata del pacifismo e dell’antimilitarismo siciliano diventi un fatto esclusivo.
la giornata
Il corteo è partito intorno alle 17 dal “campeggio di lotta”, dove da venerdì si sono svolti eventi a tema.
Da qui, alcune centinaia di persone hanno percorso il tratto di strada che porta alla base della Marina USA, in contrada Ulmo. “Non pagheremo la guerra dei ricchi, via le basi USA – Nato dalla nostra terra”, recitava lo striscione alla testa del corteo. “Sicilia senza acqua ma piena di armi”, riportava scritto un altro, particolarmente significativo.
Sullo sfondo, naturalmente, gli impegni con le relative implicazioni italiane e NATO nella guerra in Ucraina, e non solo, con la Sicilia ormai conclamata “portaerei di guerra”.
A chiusura del corteo, un flash mob ha attirato l’attenzione dei manifestanti.
Dopodiché, succede l’imponderabile: un gruppo del corteo raggiunge il primo cancello della base, venendone a contatto, e dalla polizia parte una veemente azione repressiva: i manifestanti vengono colpiti dai getti di potenti idranti, cui seguiranno lanci di lacrimogeni con gas CS fortemente urticante.
Praticamente, un’arma chimica.
Azione apparsa a tutti come ingiustificata e spropositata anche perché diretta alla totalità dei manifestanti, la maggior parte dei quali rimasti a notevole distanza dall’inferriata. Qualche lacrimogeno è stato lanciato finanche al momento in cui i manifestanti si stavano allontanando dal cancello, dando le spalle ai poliziotti.
Ovviamente la redazione esprime la piena solidarietà al “nostro” giornalista oggetto di un attacco violento e comunque mai giustificato nei confronti di chiunque.
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