CORTEO NO PONTE – “Lo Stretto non si tocca”. Migliaia di manifestanti hanno percorso le strade di Messina. La fotogallery
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CORTEO NO PONTE – “Lo Stretto non si tocca”. Migliaia di manifestanti hanno percorso le strade di Messina. La fotogallery

– di Corrado Speziale –

Un corteo partecipatissimo, di rilevanza nazionale, diviso in due tronconi, ha percorso le vie di Messina mostrando tutto il dissenso possibileda varie posizioni politiche verso la realizzazione del ponte sullo Stretto. Il movimento No ponte, composto da due “anime”, ha così incrementato ulteriormente le presenze in piazza rispetto alle due precedenti manifestazioni di quest’anno, rappresentando tutte le tematiche in opposizione alla realizzazione della mega opera. 

Il corteo, partito da piazza Cairoli, dopo aver percorso le vie cittadine, si è concluso a piazza Duomo dove dal palco sono intervenuti rappresentanti politici e delle numerose associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Tra gli altri, presenti i parlamentari nazionali Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, Sandro Ruotolo del Pd e Barbara Floridia del M5S.

Migliaia di persone, ieri pomeriggio, hanno invaso e colorato le vie di Messina con una manifestazione imponente, tra le più partecipate di sempre, per urlare a gran voce il proprio No al ponte sullo Stretto,

Un No, deciso, fragoroso e potente, l’ennesimo, dopo anni di lotte, per interrompere il procedimento rimesso in piedi dal governo Meloni, con un cronoprogramma che tra propaganda politica e trame sottotraccia lascia ben poco spazio alla speranza che entro la prossima estate a Torre Faro il ministro Salvini non compi il tanto agognato gesto simbolico di “posa della prima pietra” con tanto di passerella e quant’altro. In sostanza, in ordine di tempo, a settembre è scaduto il termine per la presentazione della relazione integrativa in aggiornamento al vecchio progetto. Atto che la rinata società Stretto di Messina sta tenendo segretato finanche ai parlamentari. Pertanto, all’orizzonte, al di là della protesta in piazza e, per quanto possibile, dell’opposizione in Parlamento, non resterà che avviare un massiccio contenzioso giudiziario accompagnato dalla crescente protesta sociale.

Il corteo, partito da piazza Cairoli, ha percorso viale San Martino, via S. Cecilia, via Cesare Battisti e si è concluso a piazza Duomo, alla fine gremita di manifestanti che hanno ascoltato gli interventi dal palco allestito appositamente dal comitato organizzatore.

Il corteo, stavolta come non mai, si è presentato diviso in due parti, proprio come in atto si rivela il movimento No Ponte: davanti, partiti, associazioni civiche e ambientaliste e i comitati No Ponte Capo Peloro e Invece del Ponte; dietro, l’ala antagonista, Spazio No Ponte, con un secondo camion che anticipava e distingueva quel tratto di corteo. Con tutto ciò, i cittadini liberi da simboli, non appartenenti a gruppi o associazioni, si sono presentati in varie migliaia distribuendosi per tutto il percorso in maniera autonoma. E dalle retrovie non sono mancati momenti di contestazione verbale verso i due partiti che stavano lì davanti, ossia, Pd e Movimento 5 Stelle: “Dei partiti non ci fidiamo, il No ponte è di tutti e non lo deleghiamo”. Insomma, No Ponte verso un unico obiettivo, ma da posizioni politiche totalmente differenti.

“Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina è la risposta sbagliata, inutile, dannosa ai problemi del meridione e del Paese. Un Governo non perde occasione per enfatizzare la sua utilità presentandola come un’opera green sicura, moderna, un acceleratore di sviluppo per l’intero meridione, fondamentale per migliorare la rete dei trasporti. Invece il ponte sullo Stretto è tutt’altro che un’opera green, visto che causerebbe un disastro ambientale devastando un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore e attrattività turistica come lo Stretto di Messina. Questo ponte è tecnicamente un azzardo visto che al mondo il ponte più lungo a campata unica per il passaggio di treni, Tir e auto è di 1400 metri mentre quello sullo Stretto di Messina dovrebbe raggiungere i 3.300 metri. Il ponte sullo Stretto non risolve la mancanza di una efficiente rete di trasporti interna in Sicilia e Calabria dove ci sono strade in condizioni pessime. Quasi l’80 per cento della rete ferroviaria è a binario unico e oltre il 40 per cento non è elettrificata, per non parlare dell’inadeguatezza di porti e aeroporti.” Così, Daniele Ialacqua, del comitato No Ponte Capo Peloro, ha dato il via alla manifestazione dal camion che apriva il corteo, che lentamente raccoglieva migliaia di manifestanti.

Al corteo erano attese personalità della politica nazionale, leader come Elly Schlein e Giuseppe Conte, entrambi assenti, la prima per sopraggiunti impegni, mentre il capo dei 5 Stelle, che la sera precedente a Villa San Giovanni aveva partecipato alla conferenza “Oltre il ponte” in collegamento video, a Messina non è stato possibile ospitarlo con lo stesso mezzo.

A sorreggere lo striscione in testa al corteo, dopo anni si è rivisto in prima fila Renato Accorinti. Accanto a lui, due personalità di rilievo: l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e padre Alex Zanotelli. Nel corso del corteo, si è avvicinato a loro anche Vincenzo Agostino, genitore e uomo coraggio antimafia. Presente al corteo anche Fabio Granata, ex parlamentare, storico attivista della destra “green”, attuale assessore alla Cultura di Siracusa.

In rappresentanza della segreteria nazionale dem ha partecipato il senatore Sandro Ruotolo, che abbiamo avvicinato. Su quanto margine ci sia ancora in Parlamento per fermare la mega opera ha risposto così: non solo ponte. “Intanto, le opposizioni devono stare insieme, la battaglia che stiamo facendo sul salario minimo si fa in Parlamento ma non basta, ci vuole la mobilitazione della gente. Qui c’è tanta gente perché sa che la risposta alla crisi del Mezzogiorno non può essere il mega ponte dei sogni. Anzi, non dei sogni, ma degli affari…” È un tema che merita sensibilità nazionale? “Sto qui a nome del Partito Democratico, c’è Bonelli, ci sta anche la rappresentanza dei 5 Stelle, per cui il ponte non è una questione solo di Messina, è una questione nazionale, perché l’uscita dalla crisi del Paese Italia avviene solo dal Mezzogiorno. Il dualismo, la locomotiva del nord…abbiamo visto con la pandemia cosa è successo. Vogliamo riproporre la locomotiva del nord? L’autonomia differenziata? No. Abbiamo bisogno di un Mezzogiorno forte, è l’unica condizione per ripartire col Paese”.

A seguire, abbiamo interpellato la senatrice Barbara Floridia, la quale sul margine che resta in Parlamento non ha usato mezzi termini: “Speriamo ce ne sia in questa Legge di Bilancio. Ho fatto un emendamento per abrogare questo schifo e ho fatto anche un emendamento per spostare i 700 milioni, gli unici veri soldi che esistono, per l’attraversamento dinamico dello Stretto. Così risolviamo il problema. Speriamo ci sentano, sennò sventreranno una città per non realizzare nulla. Questo è gravissimo. Stiamo presentando gli emendamenti, ma la maggioranza deve votarli…”.

L’altro parlamentare, Angelo Bonelli. Che speranze ci sono in Parlamento di salvare lo Stretto? “Non è solo una speranza – ci dice il portavoce di Europa Verde – è un dovere morale, etico, politico battersi contro questa opera che è una forma predatoria di risorse del sud. Lo dobbiamo fare, ce la faremo, vinceremo”. A livello legislativo ci saranno altri passaggi in Parlamento per bloccare quest’opera? “Come Alleanza Verdi e Sinistra stiamo preparando un’imponente offensiva legale e giuridica contro la società Stretto di Messina e contro il ponte sullo Stretto. Hanno iniziato dichiarando guerra, non dandoci dati, segretando le relazioni sul progetto, e adesso risponderemo punto su punto, perché questa opera offende il sud e sottrae risorse al sud contro le vere opere prioritarie come le infrastrutture ferroviarie”.

Dal camion che apriva il corteo, Pietro Patti, segretario provinciale della CGIL, organizzazione presente in maniera massiccia alla manifestazione, si è rivolto direttamente al ministro. “Salvini, precetta questa piazza se ne sei capace! Noi, oggi cambieremo la storia: lo Stretto non si tocca! Vogliamo sviluppo per i nostri ragazzi, gli ospedali per curarci, il tempo pieno per i bambini nelle scuole, altro che ponte sullo Stretto. Noi vogliamo il ponte dei diritti e della giustizia sociale, il ponte della democrazia. Il Governo ascolti la piazza e faccia marcia indietro”.

Antonio De Luca, deputato regionale 5 Stelle: “Non avrei mai creduto che nel 2023 mi sarei trovato ancora una volta insieme a tutti voi in piazza a gridare contro l’opera più inutile e costosa della storia. Ero convinto che l’unica cosa che Mario Monti avesse fatto di buono fosse stato lo scioglimento di quell’inutile società mangiasoldi, mentre questi l’hanno ricostruita. Ma non ricostruiranno altro. Glielo impediremo in Parlamento e nelle piazze. Non ci faremo passare questa colata di cemento sulla testa. Una cosa hanno fatto questi politici di destra: ci hanno unito”.

Nel contempo, nei pressi di Spazio No Ponte, si espongono foto di personaggi poco graditi: “In tutte le battaglie politiche, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle città, una delle cose importanti quando si prova a dire qualcosa di diverso, smontare credenze a riprodurre soggettività altre, è quella di riconoscere innanzitutto i propri nemici, sapere di chi si parla quando li vediamo in tv, quando vediamo le interviste sui giornali di Ciucci, Salvini, Meloni e i loro amici, i lacchè locali che non menzioniamo sennò dobbiamo perdere tempo pure con loro…”

In piazza Duomo sono intervenuti dal palco Mariella Valbruzzi, (Comitato No Ponte Capo Peloro), Elio Conti Nibali, (Invece del Ponte), Pino Gesmundo (CGIL), Gaetano Benedetto (WWF), Anthony Barbagallo (Pd), Fabio Granata, Alex Zanotelli, Barbara Floridia (M5S), Michele Campisi (Italia Nostra), Angelo Bonelli (Europa Verde), Giuseppe Montemagno (ARCI), Nuccio Di Paola (M5S), Enzo Colavecchio (Legambiente), Pierpaolo Montalto (SI), Tonino Siciliano (UISP), Palmira Mancuso (+Europa), Beniamino Ginatempo (ANPI), Michele Tripodi (PCI), Pietro Idone (WWF), Ana Ivanus (Studenti Medi),  Giuseppe Vitarelli (Symphonia Laus), Renato Accorinti.

3 Dicembre 2023

Autore:

redazione


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