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CORTO MALTESE – una filosofia di vita.

“abito nella parte bassa della città..tra uomini pericolosi e belle donne”

A volte per celebrare un personaggio, un uomo, che da fumetto diventa “storia”, non ci vogliono anniversari, di nascita o di morte, di battaglie vinte o di amori suicidi…. basta un sogno.

Corto Maltese è nato a Malta da una gitana andalusa e da un marinaio inglese qualche anno prima del 1980. E’ nato fuori dal matrimonio perchè sua madre, la famosa e bellissima Nina de Gibraltar, puttana di professione, era sempre troppo occupata per poter pensare al matrimonio.

Corto Maltese è dunque un bastardo, non il solito bastardo avvilito all’idea di essere figlio di nessuno o dell’ignobile conte ottocentesco del romanzo di appendice, ma un bastardo contento della propria condizione e, tutto sommato, molto grato ai genitori di averlo messo al mondo.

Del resto il padre e la madre del Corto Maltese, se non pensarono a legittimare in qualche modo la sua nascita, diedero al figlio molte altre cose. La madre gli comunicò il proprio carattere zingaresco e l’amore per la libertà e la cultura dell’ambiente in cui era cresciuta, una cultura fatta di elementi magici, di carte da gioco così stregate da conoscere i segreti del passato e del futuro di chiunque le consultasse, di lettura dei segni della mano, di castanelas e di chitarre, di bizzarre abitudini che i gitani avevano ereditato dai mori che un tempo occupavano la Spagna. Suo padre, sebbene capitasse a Malta di tanto in tanto e ripartisse dopo brevi soggiorni, non dovette essere meno generoso della madre nell’educazione del figlio.corto in russia

Era nato in Cornovaglia, terra di stregoni, di pirati, di corvi, di fate, di fantasmi lazzaroni e tutte le volte che parlava con il figlio o gli dava una sberla o gli faceva una carezza doveva comunicargli, magari senza saperlo, qualcosa del mondo celtico da cui proveniva. Il padre e la madre del Corto Maltese probabilmente ignoravano che il loro figlio sarebbe diventato un giorno un personaggio di Hugo Pratt, eppure si direbbe che in qualche modo dovessero intuirlo perchè si curarono di dargli proprio quel tipo di educazione fuori dalle regole, clandestina, fantasiosa, assolutamente priva di scopo e carnosa come una cosa commestibile di cui lo stesso Hugo Pratt è una specie di campione.

Quanto all’educazione ufficiale – leggere, scrivere, far di conto, storia, geografia etc.

Corto Maltese la ricevette da uno degli amanti di sua madre, il rabbino di Malta, che si affezionò al ragazzo e lo fece studiare gratis in un collegio ebraico.

Corto Maltese chiudeva un occhio quando vedeva il rabbino sgusciar via dal collegio di notte. Sapeva che andava da sua madre ma non ci faceva molto caso. Al contrario. Intuiva, magari confusamente, che anche questo lo avrebbe aiutato a diventare quel personaggio che sarebbe diventato. Perchè Corto Maltese aveva deciso di diventare un personaggio. Con un padre e con una madre come i suoi, con le sue conoscenze che andavano dal rabbino di Malta ai soldati della guarnigione, ai marinai delle navi di passaggio che fequentavano la Nina de Gibraltar, con il sangue mitico che aveva nelle vene e che gli veniva dagli antenati celtici e gitani, non doveva riuscirgli troppo difficile.

Naturalmente sarebbe diventato un personaggio di avventura, non soltanto perchè l’avventura gli era congeniale, ma anche perchè la dimensione avventurosa gli pareva l’unica che meritasse di essere vissuta.

Cominciò a leggere i libri di Conrad, Stevenson, Melville, Jack London e scoprì che quei libri meravigliosi non erano in realtà soltanto libri, ma costituivano una specie di immenso continente pieno di foreste di mari di fiumi e montagne che si potevano penetrare navigare o scavalcare. In virtù delle sue doti magiche lesse anche molti libri che non erano ancora stati scritti e molti fumetti che non erano ancora stati inventati come ad esempio

Sotto la bandiera del re della Jungla e La Rondine dei mari e i Junglemen e il primo Terry e i Pirati. Vide anche molti film durante lunghe sedute in quello o quell’altro cinema o passando da un cinema all’altro anche due o tre volte in una giornata. Non era strettamente necessario che i film fossero belli. Bastava che fossero di buon livello artigianale e che avessero dei buoni spunti avventurosi. Il Corto restava altrettanto colpito da film d’arte come Tabù e da film di puro divertimento come La Strega Rossa con John Wayne. La Nina de Gibraltar era molto orgogliosa di suo figlio. Alto un metro e ottanta già a quindici anni (si sarebbe però fermato a quella statura) bruno, con zigomi alti e labbra spesse, un anello all’orecchio sinistro, Corto Maltese aveva un’aria piratesca e romantica che piaceva a tutti.

Del suo sangue anglosassone non c’era traccia fisica evidente. Tuttavia la calma, il senso dell’umorismo, l’ironia esercitata non tanto nei confronti del prossimo quanto nei propri confronti, rivelava che Corto Maltese era anche figlio della convenzione britannica.

corte scontaSebbene passasse tutte quelle ore al cinema e leggesse tutti quei libri di avventura, Corto Maltese non era soltanto un sognatore, ma anche un uomo d’azione e un bravo marinaio. La Nina de Gibraltar sapeva che quando Corto Maltese se ne sarebbe andato per il mondo da solo se la sarebbe cavata molto bene. Sapeva però anche la Nina de Gibraltar che una gran fortuna Corto Maltese non l’avrebbe avuta mai. Infatti sul palmo della mano sinistra del figlio la linea della fortuna mancava.

Anche Corto Maltese se ne era accorto ma se ne infischiava. La madre invece era preoccupata. Chissà quali sciagure si nascondevano sotto quel palmo senza pieghe, chissà quanti eventi sfortunati.

Un giorno la Nina de Gibraltar disse al figlio di stare in guardia perchè la fortuna, a giudicare dalla mano, non lo avrebbe aiutato molto. Corto Maltese si mise a ridere: “No te preocupes, Nina”, le disse, “la fortuna me la faccio io”. Prese un rasoio da barba e lì sul palmo della mano dove avrebbe dovuto trovarsi la linea della fortuna tracciò un profondo solco sanguinoso. Poi partì e per molti anni la Nina de Gibraltar ebbe da lui soltanto notizie frammentarie. Una lettera dai Caraibi, un’altra da Hong Kong, un’altra dalla Russia. rasputinIn una di queste lettere Corto Maltese raccontava alla madre che a Port Arthur aveva incontrato Jack London, uno dei suoi romanzieri preferiti. In un’altra diceva di aver conosciuto in una località della Russia un giovane che si faceva chiamare Stalin. La Nina de Gibraltar era molto lieta che il figlio facesse tutte quelle amicizie altolocate e cessò di preoccuparsi per lui anche quando il figlio smise di scriverle.

Qualche anno dopo l’ultima lettera un marinaio di passaggio raccontò alla Nina de Gibraltar che il Corto Maltese aveva posseduto una goletta chiamata Le tre sante Marie e che questa goletta era andata a fracassarsi contro un atollo dei mari del sud durante una tempesta.

ragazza della GuyanaDopo di ciò del Corto Maltese non si seppe più nulla per molto tempo. Un giorno però – la prima guerra mondiale era scoppiata da poco – un catamarano che navigava al largo delle isole Fiji avvistò un uomo in mare. Era Corto Maltese che come John Wayne nella Strega Rossa andava alla deriva legato ad una zattera. Corto Maltese fu issato a bordo e fu così che entrò per la prima volta in una storia a fumetti perchè l’oceano nelle cui acque era arrivato, la zattera, il catamarano e il Capitano Rasputin che lo aveva fatto issare a bordo e gli altri membri dell’equipaggio facevano parte appunto di una storia a fumetti di Hugo Pratt intitolata Una ballata del mare salato. Da allora Corto Maltese domina come un gigante nel fumetto di avventura. Capitano senza battello e vagabondo solitario passa da un momento all’ altro della prima guerra mondiale con l’aria di tenere soltanto per se stesso ma in realtà frantumandosi mille volte al giorno nei problemi degli altri.

Sul palmo sinistro della mano ha ancora la cicatrice che indica una falsa linea della fortuna. In realtà, di fortuna ne ha avuto poca. Le cose che conquista gli sfuggono dalle mani così regolarmente che si ha il sospetto che sia proprio lui a lasciarsele sfuggire apposta. In realtà, l’unica cosa che gli importi è di recitare una parte nel mondo dell’avventura. Non per niente Hugo Pratt che lo conosce molto bene comincia così una delle sue avventure: “Corto Maltese riposava pigramente sull’unica veranda della pensione Java, a Paramabiro (Guyana Olandese). Si vedeva subito che era un uomo del destino. Accese con gesto misurato uno dei suoi sottili sigari che vengono fumati soltanto in Brasile o a New Orleans. Stava recitando per un pubblico invisibile….”.

(Alberto Ongaro)

Corto Maltese  (dalla prefazione a “Suite caribeana”)

Una carrellata sulle storie più significative:

Una ballata del mare salato

Corte sconta detta arcana

Suite caribeana

Favola di Venezia

Le elvetiche

Le celtiche

Tango

La giovinezza

Una nota di Oreste del Buono, tratta da “La lunga caccia”, prefazione a “Corte sconta detta arcana” – ed. BUR 1991

1967: Una Ballata del Mare Salato, prima apparizione di Corto maltese sul numero I del Sgt. Kirk. Lo conosciamo a memoria, cara immagine avventurosa diventata fatto di una vita che non potremo mai vivere, ma di cui il nostro eroe ci ha fornito almeno tanto generosamente quanto ritrosamente l’illusione: Corto Maltese comincia a uscire nei Mari del Sud. Anzi, dai Mari del Sud. Spunta dall’Oceano Pacifico, più o meno crocifisso, lasciato ad arrostire di sole e di sale da una ciurma ribelle. Lo pesca, è il caso di dirlo, un altro scorridore dei paraggi, il pirata Rasputin, ora suo avversario, ora suo complice ma alla fine sempre avversario e sempre complice, un mascalzone di contorno che è un deuteragonista ideale. Solo dopo essere stato pescato dal suo deuteragonista ideale Rasputin, Corto Maltese ha l’opportunità di radersi, con un deciso rasoio a mano eliminante i peli superflui in una nevicata di bioccoli di sapone. Così appare finalmente, e siamo alla cinquantaseiesima vignetta di Una Ballata del Mare Salato, in quello che sarà a lungo il suo aspetto tradizionale, sin quasi ai nostri giorni, sino a quando Hugo Pratt, forse tediato dalla convivenza con un personaggio troppo familiare e famoso, come ogni creatore di eroi popolari che si rispetti, non deciderà di cambiargli un poco i connotati, tanto per rinfrescare un rapporto di troppi anni, e incorrerà, puntualmente, come ogni creatore di eroi popolari che si rispetti, nelle ire e proteste dei lettori di Linus maggiormente affezionati al passato

Oreste Del Buono

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