Può considerasi tra gli ideatori dell’idea turistica della “Costa Saracena”, l’ex sindaco di Piraino che oggi ne parla dopo la lettera dei consiglieri comunali orlandini che puntano su iniziative corali e comprensoriali per il rilancio del turismo post coronavirus.
E dice che bisogna chiamare a raccolta tutti le persone di buona volontà
Campisi, oggi lontano dalla politica, ma sempre attento ed acuto osservatore di questa e di come “gira” il mondo della comunicazione e dello sviluppo del territorio, certamente rimane tra quelli che possono dire, a pieno titolo, come la pensano su quello che era stato, che è stato e che potrebbe essere ancora il progetto “Costa Saracena”. Che lui definisce, in una recente intervista, come “un consorzio di comuni che per la prima volta ha dato l’identità culturale e turistica ad un intero comprensorio”.
Basti pensare che pur andata “in pensione” operativamente nel 2010,questa consorzio di comuni che in una decina d’anni sego la storia del turismo non solo di quest’area di Sicilia con il suo grande attivismo, rimane ancora un punto fermo nell’immaginario turistico comprensivo.
A tal proposito Campisi è molto esplicito “finita quell’esperienza nel 2010, la Costa Saracena è ancora viva come distretto turistico” – di fatto pronta a ripartire – per lui è una “cellula dormiente” basterebbe poco per riattivarla in quanto, e non è il solo a crederci, ha delle potenzialità incredibili… rappresentando davvero il “futuro” sviluppo economico e turistico per tutto il comprensorio.
“Mi è piaciuta l’iniziativa dei consiglieri comunali orlandini – dice l’ex presidente del Consorzio – che in pratica tirano fuori l’idea cardine di quell’iniziativa. Loro oggi vedono in quel polo, che non era solo turistico, l’identità culturale che unisce i Nebrodi e la Costa.
Questa è l’idea sul quale debbono viaggiare le nuove strategie per il turismo. Quelle che nell’immediato vengono dettate dall’emergenza coronavirus. Direttive che viaggiano sul turismo di prossimità, quello regionale. Sarà questo l’immediato futuro del turismo isolano e le amministrazione dovranno essere vicine agli attori protagonisti di questo comparto, agli imprenditori, e studiare insieme quelle strategie che puntini su cultura-enograstonomia-ambiente per poter fare destinazione turistica.” E Campisi aggiunge “Con gli operatori si dovranno definire quali saranno i target da aggredire” però aggiunge “bisogna agire subito promuovendo l’immagine e l’identità di tutto il territorio che ha tantissimo da offrire superando schematismi dettati dal campanilismo e piccole beghe di paese”.
Campisi poi parlando di cabine di regie dice: La Costa Saracena, il Distretto Turistico Titrreno Nebrod, la rete degli uffici turistici comunali, il coinvolgimento degli uffici regionali che operano sul territorio, comprese le realtà che curano i siti storico-archeologici, il Parco e quanto gira intorno ad esso, che nel tempo hanno maturato esperienze e professionalità sono tutte preziose realtà per lavorare sul progetto unico di rilancio del territorio. C’è tanto lavoro pronto su cui bisogna essere velocissimi ma bisogna lavorare in maniera snella senza sovrastrutture nè consigli di amministrazione. Ci vogliono persone di buona volontà non è il caso di mettere il piedi organizzazioni. Lavorare in sinergia pubblico e privato. La macchina della comunicazione, per me, sarebbe dovuta essere già stata avviata.” E conclude “Oggi bisogna utilizzare social e digital per essere presenti anche copiando quando fatto da altre realtà con un valore aggiunto che altri non hanno. Noi siamo già destinazione turistica per voltà di chi ha ceato questi luoghi”.
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